Immortals: recensione della serie tv Netflix
Immortals è una serie tv di produzione turca, disponibile su Netflix dall'8 marzo, che racconta la storia di una vampira, ritornata ad Istanbul per vendicarsi del succhiasangue che l'ha condannata.
Tutti gli amanti del cinema trash conoscono bene l’ampia tradizione turca che, nei decenni passati, ha deliziato gli spettatori con pellicole che cercavano di riprodurre grandi successi del cinema mainstream americano come Superman, Guerre Stellari e Rambo. Tutto ciò veniva fatto nella maniera più clandestina possibile (gli appassionati di fumetti forse conosceranno le vicende relative alla pubblicazione degli albi di Zagor nel Bosforo, e della sua relativa versione cinematografica turca, prodotta ovviamente senza acquistare i relativi diritti di sfruttamento dalla Sergio Bonelli Editore).
Insomma, i turchi con il mainstream hanno sempre avuto poca dimestichezza. Perciò l’operazione di Netflix che ha messo a disposizione degli utenti una serie televisiva turca dedicata ai vampiri, quali è Immortals, può sollevare curiosità negli appassionati, stimolati dal fascino esotico del genere horror vampiresco calato nelle terre del Bosfero. Purtroppo anche in quest’occasione la Turchia si è resa degna della sua tradizione trash, sfornando una serie televisiva non all’altezza.
Immortals: vampiri e trash a Instanbul
La storia segue le vicende di Mia, una donna resa vampiro secoli prima da un potente succhiasangue chiamato Dmitri. A distanza di due secoli da quella trasformazione Mia è tornata ad Istanbul per vendicarsi, con l’intenzione di voler tornare umana bevendo il sangue di Dmitri. Nel mentre si assiste alla lotta tra gli abitanti della città ed i vampiri stessi, i quali sono stati autorizzati dal Governo a succhiare il sangue solo in determinati quartieri, presi d’assalto e resi ancora più poveri e desolati. A capo dei vampiri c’è proprio Dmitri, il quale sta cercando un pugnale capace di renderlo immortale, e che, allo stesso tempo, dovrà scontrarsi con il Governo turco, intenzionato a voler far fuori i succhiasangue. Tra i protagonisti di Immortals ci saranno anche Numel (vampiro ribelle che supporterà Mia), una gang di abitanti dei quartieri poveri di Istanbul in lotta contro i vampiri, e Karmen (una donna misteriosa che media fra umani e vampiri).
Se la trama ricalca una serie di film e serie tv nelle quali i vampiri sono perfettamente calati nella contemporaneità (per ambientazione e stile viene immediato il paragone con Blade), il livello narrativo, recitativo e fotografico è ben al di sotto dell’eredità di questa tradizione.
Immortals prova a mettere a confronto le produzioni turche con il resto del Mondo, ma fallisce arricchendo il filone cinematografico trash nazionale
Il cast, formato da attori locali come Kerem Bürsin, Elçin Sangu, Birkan Sokullu, Selma Ergeç, Türkü Turan, Nilperi Şahinkaya, Efecan Şenolsun e Elit İşcan, non è all’altezza di una produzione Netflix, e sembra più adatto ad una soap opera. La protagonista Elçin Sangu, la quale interpreta il personaggio di Mia, usa pochissime espressioni, e quelle che sfrutta le gestisce male. Nonostante il suo character debba essere carismatico, e rappresentare un’eroina che cerca riscatto espiando una dannazione subita, non riesce a trasmettere alcun tipo di sentimento e profondità. Mentre l’antagonista principale, il potente vampiro Dmitri, interpretato dal giovane Kerem Bürsin, recita fin troppo sopra le righe, fallendo sia nel tentativo di rappresentare la fascinosa dannazione del vampiro, sia in quello di trasmettere il carisma di una nemesi potente e senza scrupoli.
La regia di Immortals, se pur non dimostra particolari punte di originalità, viene fortemente penalizzata da una fotografia ai livelli di una soap opera. Tutto ciò nonostante le scenografie risultino interessanti (seppur un po’ stereotipate), tra bassifondi di Istanbul, e locali gotici adatti per ospitare i vampiri.
Ed infine, la narrazione della serie è piuttosto prevedibile, e solleva fin dall’inizio alcuni dubbi sulla trama. La presenza di Mia, ed il suo incontro con Dmitri, vengono proposti nelle primissime puntate in maniera un po’ troppo frettolosa e insensata, tanto da far da subito porre delle domante anche allo stesso Dmitri. E allora verrebbe da chiedersi: possibile che il piano di Mia, architettato da più di un secolo, si consumi in maniera così frettolosa, caotica e superficiale?
Turchia: quando il passo verso il mainstream è più lungo della gamba
Insomma, Immortals è una serie che testimonia quanto le produzioni turche debbano fare ancora molti passi avanti prima di potersi amalgamare al livello degli altri Paesi. Tutto ciò però non ha precluso a Immortals la possibilità di ottenere un buon successo in patria, considerando che la piattaforma BluTV, che ha trasmesso per prima la serie, sta ragionando sull’eventualità di realizzare una seconda stagione.
Sotto questa prospettiva l’apertura di Netflix verso un mercato nel quale ogni Paese è in grado di proporre dei propri prodotti è sicuramente interessante, ed in grado di stimolare le produzioni locali. Ma, dall’altro lato, deve anche far prendere coscienza del fatto che esiste ancora una grande differenza di qualità tra certe produzioni.
Per gli amanti del trash, delle storie urbane dedicate ai vampiri, e per coloro che vogliono provare a sperimentare le produzioni di genere di Paesi esotici, Immortals merita almeno la visione di qualche puntata. Per tutti coloro che non vogliono perdere tempo con produzioni trascurabili e che non offrono nulla, ma anzi sottraggono qualità al genere, Immortals è una serie assolutamente non consigliabile, e che potrà restare nell’ombra per i prossimi secoli a venire, così come la tradizione vampiresca insegna.