In Treatment – Stagione 4: recensione della serie TV
A dieci anni dalla fine della terza stagione torna la serie sulla psicoanalisi con una nuova terapista: Uzo Aduba.
Si torna sul lettino dell’analista con la quarta stagione della fortunata serie HBO In Treatment, adattata in decine di paesi, anche in Italia con protagonista Sergio Castellitto diretto da Saverio Costanzo. La nuova stagione, dal 27 luglio in onda su Sky e in streaming su NOW in 24 puntate, 4 a settimana, dopo il dottore Paul Weston (Gabriel Byrne) vede protagonista nel ruolo della psicoterapeuta Brooke Taylor l’attrice Uzo Aduba, premiata agli Emmy per le sue interpretazioni in Mrs.America e in Orange Is The New Black nell’indimenticabile ruolo di Suzanne “Occhi Pazzi” Warren. In Treatment è basata sulla serie israelita Be‘Tipul, creata da Hagai Levi con Ori Sivan & Nir Bergman.
In Treatment – Stagione 4 – Stessa struttura, temi attuali nella serie HBO in onda su Sky
Dopo dieci anni molto è cambiato nella nostra società e la nuova stagione di In Treatment, ambientata nella Los Angeles dei giorni nostri, racconta, tra i tanti nuovi temi attualissimi, come razzismo (viene citato, per esempio, l’omicidio di George Floyd), identità di genere e disparità sociale, anche le conseguenze della pandemia mondiale che ha sconvolto la vita di tutti. La dottoressa Taylor si trova a seguire un suo giovane paziente, Eladio (Anthony Ramos), infermiere a domicilio presso una famiglia benestante, con delle sedute online, un modo di vivere, lavorare e approcciarsi agli altri che ormai è entrato a far parte del quotidiano di molti. C’è poi Colin (John Benjamin Hickey) ex detenuto tornato in libertà proprio quando il mondo intero si chiudeva in casa e incline a forti scatti di rabbia, e Laila (Quintessa Swindell) adolescente problematica in cerca della propria identità. La struttura è, quindi, la stessa delle passate stagioni: un paziente a puntata, un confronto con la terapeuta a tratti serrato, spesso commovente, per scavare in fondo a nevrosi, traumi passati, insicurezze e tormenti atavici, raccontati attraverso una scrittura sempre accurata e profonda.
In Treatment 4 – Uzo Aduba in una nuova veste
Eravamo abituati a vedere Uzo Aduba nell’ormai iconica tuta arancione nella serie Orange Is The New Black, nei panni dell’amatissima detenuta mentalmente instabile “Occhi Pazzi”, qui l’attrice statunitense si tramuta con straordinaria versatilità nella materna e accogliente psicologa Brooke Taylor, un personaggio molto distante dalla classica figura del terapeuta distaccato e impenetrabile, come d’altronde era già in parte il suo “predecessore” Paul Weston. La dottoressa Taylor è una donna che lascia spesso trapelare le sue emozioni di fronte ai pazienti e che nasconde un passato doloroso che riemerge dirompente a causa di un recente lutto. A sostenerla in questo ci sono la sua amica e confidente Rita (Liza Colón-Zayas), una delle poche figure importanti rimaste nella sua vita, sempre presente anche quando finì per toccare il fondo, e Adam (Joel Kinnaman) il fidanzato storico di Brooke responsabile in parte di tanti suoi errori che ancora sembra condizionarla nelle sue scelte.
Come nelle prime tre stagioni, quindi, anche in questa quarta di In Treatment è la terapeuta la protagonista indiscussa, un personaggio che in particolare in queste prime nuove puntate sembra “oscurare” i suoi pazienti catalizzando l’attenzione sul suo passato, sul suo dolore e sulle sue fragilità, come la mancata maternità, bisogno che sembra proiettare su un giovane paziente. Insomma, sono tanti gli spunti e gli interrogativi che la dottoressa Brooke Taylor suscita nello spettatore, una donna dalle tante sfaccettature: professionale, sensibile, simpatica e ironica ma anche profondamente segnata da problemi più o meno simili a quelli dei suoi pazienti, aspetto che la rende molto umana e la terapista che molti vorrebbero avere. Nella speranza che anche gli altri personaggi nelle prossime puntate riescano a suscitare la stessa empatia.