In viaggio con Eugene Levy – stagione 2: recensione della serie Apple TV+

Fate largo al viaggiatore riluttante. In viaggio con Eugene Levy ritorna con una seconda stagione in giro per l'Europa, su Apple TV+ dall'8 marzo 2024.

Alla fine, Eugene Levy ci ha preso gusto. Per quanto pigro, sedentario e brontolone possa apparire il personaggio – a metà strada tra (ironica) autodenuncia e finzione scenica – interpretato dal celebre attore e comico canadese, qui nella doppia veste di conduttore e produttore, l’avventura prosegue. In viaggio con Eugene Levy arriva con la seconda stagione e i suoi sette episodi a partire dall’8 marzo 2024 su Apple TV+. A partire dall’8 marzo, perché per quella data saranno disponibili solo i primi due, per gli altri bisognerà avere un po’ di pazienza. Arriveranno al ritmo di uno a settimana ed è una scelta sensata. Una visione bulimica, immersiva, frenetica e nervosa, tradirebbe lo spirito del viaggio. Perché In viaggio con Eugene Levy 2, tra le altre cose, celebra la vita lenta.

In viaggio con Eugene Levy 2: il grand tour di un viaggiatore fuori dagli schemi, per riscoprire la gioia di vivere e il piacere della condivisione

In viaggio con Eugene Levy 2 cinematographe.it recensione
Eugene Levy at Benito Villamarín Stadium in “The Reluctant Traveler With Eugene Levy,” premiering March 8, 2024 on Apple TV+.

Joie de vivre, o dolce vita. Si può chiamare in tanti modi ed è proprio questo che Eugene Levy cerca, andandosene in giro per il mondo a sfidare un carattere pigro e brontolone. In un certo senso riesce anche a trovarlo, alla fine di ogni episodio: un altro passo, un modo migliore di sperimentare le cose e le persone; insomma, il senso di una vita diversa. Una vita lenta, una vita di piccoli piaceri e panorami mozzafiato, una vita di comunità – perché in ognuno dei posti visitati è il senso di famiglia, la condivisione delle esperienze, a farla da padrone – e c’è una certa ironia in tutto questo, perché nessuno dei resort usati dal presentatore come base operativa coincide con quel particolare tipo di vita, semplice e lenta, inseguita con tanta ostinazione. Sono tutti extralusso, fuori portata per il 98% della popolazione mondiale. Ma l’ironia, la contraddizione, è deliberata. La serie di viaggi ha il dovere di portare lo spettatore oltre i limiti della propria vita. Gli scenari devono essere incredibilmente suggestivi, gli hotel da mille e una notte, le promesse di felicità in aperto contrasto con la mediocrità della routine quotidiana. In viaggio con Eugene Levy 2 fa questo e anche di più, senza mai staccarsi dall’Europa.

Si chiamava Grand Tour ed è considerato il progenitore del moderno turismo di massa. Era il viaggio rituale – pensato sul finire del XVIII secolo per i rampolli dell’aristocrazia europea – necessario per affinare il proprio sapere, misurandosi con la sterminata eredità storica/culturale/paesaggistica del continente. In viaggio con Eugene Levy 2 si sbarazza delle attitudini elitarie del Grand Tour ma non fa nemmeno turismo di massa, perché tra le tante idiosincrasie del viaggiatore sui generis Eugene Levy – che ricordiamolo, viaggia anche se non gli piace per niente – c’è il rifiuto del turismo consumista, delle file chilometriche, delle folle nervose e sudaticce. Non Grand Tour, dunque, ma tour europeo. Dall’estremo nord, con vista sul Circolo Polare Artico, a sud sud-ovest, con l’Africa a due passi. La progressione è: Svezia – Scozia – Francia – Germania – Italia – Grecia – Spagna. Non manca nulla, c’è il racconto dei luoghi, l’incontro con la gente, l’esplorazione enogastronomica, l’elogio della vita lenta. E c’è la curiosa e umoristicamente congegnata personalità del viaggiatore protagonista. Resta da capire l’efficacia nel dosaggio degli ingredienti.

La serie cresce (e si perfeziona) con il suo protagonista

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Eugene Levy in Scotland in “The Reluctant Traveler With Eugene Levy,” premiering March 8, 2024 on Apple TV+.

Bisogna partire dal titolo originale, che sarebbe The Reluctant Traveler, letteralmente il viaggiatore riluttante. Eugene Levy viaggia, anche se non ha nessuna voglia di farlo. Un pantofolaio che, forse perché l’età incalza o forse perché non c’è modo di fare altrimenti, rompe con i vecchi schemi e parte. All’inizio di ogni episodio prevale uno scetticismo neanche troppo dissimulato e l’impressione è che, se potesse, girerebbe i tacchi e tornerebbe di corsa all’areoporto. Solo che non lo fa. Resta, chiacchiera un po’, si fa spiegare due o tre cose interessanti sul posto e le abitudini della gente, mangia bene, beve bene e, magia, l’attitudine scontrosa e la pigrizia lasciano spazio alla più sincera disponibilità, al piacere di stare al mondo, conoscere e curiosare. L’incanto dei luoghi prevale sul carattere dell’uomo, o no? Se pensiamo alla prima stagione, la risposta è no.

No, nella misura in cui lo charme nevrotico, insicuro ma adorabile, di Eugene Levy, la messa in scena del tipo umano “viaggiatore riluttante e relative idiosincrasie”, finiva per monopolizzare l’attenzione dello spettatore, sbilanciando un po’ le cose. Elegante, divertente e suggestiva, la prima stagione non risolveva la scottante contraddizione interna, riassumibile nell’interrogativo: cos’è che conta, in ultima istanza? Il viaggio, la cronaca di un mondo “altro” dal nostro, o la personalità del viaggiatore? In viaggio con Eugene Levy 2 è un racconto consapevole e maturo, addestrato a confrontarsi con le proprie contraddizioni e, per questo, decisamente più riuscito.

La serie cresce con il protagonista. Vezzi e idiosincrasie non si mollano da un giorno all’altro ma se c’è una morale per questa favola, quel che ci racconta è che Eugene Levy è ancora un viaggiatore riluttante, ma un po’ meno riluttante di prima. In viaggio con Eugene Levy 2 riequilibra la partita tra il fascino dei luoghi e lo charme autoironico del protagonista, a tutto vantaggio dei primi. Il focus sul continente europeo aumenta la coerenza del viaggio e ne facilita la leggibilità per lo spettatore. Ora Eugene Levy sa come rendere personale il suo percorso, senza intaccare l’efficacia della narrazione. Lo dimostra con prepotenza lo stupendo secondo episodio, il viaggio scozzese, diviso tra una prima metà convenzionale e una seconda costruita attorno alla toccante esplorazione del retaggio familiare. Proprio a Glasgow sua madre e la sua famiglia, originari della Polonia, si erano fermati in cerca di un futuro migliore. Resta l’immagine di un uomo non più giovanissimo, riluttante ma pronto a sfidare le sue incertezze, visibilmente emozionato, che in una vecchia sinagoga scozzese immagina che forse, un secolo prima, sua madre bambina si era seduta proprio nello stesso posto. Ci sono volute due stagioni ma, finalmente, il fascino dei luoghi e la personalità del viaggiatore hanno capito come intrecciarsi.

In viaggio con Eugene Levy 2: valutazione e conclusione

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Eugene Levy in France in “The Reluctant Traveler With Eugene Levy,” premiering March 8, 2024 on Apple TV+.

In viaggio con Eugene Levy 2 è una seconda stagione più calibrata ed efficace della prima. Riesce a instaurare un equilibrio ragionato tra l’incanto della location e la personalità del viaggiatore, riluttante, insicuro e tenacemente aggrappato alle sue piccole nevrosi. Ancora una volta, il messaggio è di abbandonare stress e ritmi soffocanti per accettare un passo, un modo di vivere più lento, più disinvolto, leggero. La coerenza dell’avventura, il tour europeo, regala spessore allo storytelling del viaggio. In controluce e proprio sul finale, è il caso di dire all’orizzonte, si fa largo uno spunto o magari solo l’ombra di uno spunto. Comunque, la promessa di altre e nuove avventure. Un viaggiatore sempre meno riluttante.