Incastrati: recensione della serie Netflix di Ficarra e Picone

La recensione di Incastrati, la serie TV di e con Ficarra e Picone in uscita su Netflix diluisce in sei episodi tutta la comicità sicula!

Dall’1 gennaio 2022 il duo comico Ficarra e Picone arriva su Netflix per cimentarsi per la prima volta con la serialità con Incastrati, composta da un totale di sei episodi.
Una prova felicemente superata in cui i due attori, registi e sceneggiatori mescolano generi diversi in una mistura particolare: in parte si rifà al giallo-rosa dei Delitti del Barlume di Roan Johnsson, un po’ alla comicità demenziale/crime di Cops di Miniero e, soprattutto, trae linfa vitale dalla comicità tipica della commedia degli equivoci.

Come ogni film di Ficarra e Picone che si rispetti, anche la serie TV Incastrati vede il duo comico protagonista. Salvo e Valentino (il nome resta immutato anche nella finzione) si calano nella parte di due amici (ma anche cognati, dal momento che Salvo è sposato con Agata, la sorella di Valentino) un po’ fessacchiotti e sprovveduti, capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Durante il lavoro (aggiustano televisori andando di casa in casa) infatti, rimangono per un caso sfortunato coinvolti in un omicidio. Ma Salvo, ossessionato e appassionato di una serie su detective e delitti, suggerisce sventuratamente di seguire ciò che ha imparato dal suo crime preferito: fuggire dal luogo del delitto. Una scelta che li porterà a mettersi in guai molto più grossi, scatenando un crescendo di rocambolesche avventure e buffe situazioni che li porterà successivamente a scontrarsi con la mafia.

Incastrati: una serie che ha bisogno di carburare, ma vi intratterrà!

Una serie che si mostra molto divertente, nonostante i primi due episodi abbiano un ritmo lento, che però poi riprende brio ed energia, seguendo alla perfezioni i canoni grotteschi della commedia all’italiana.
La prima cosa da apprezzare in questa serie è proprio la scrittura: Incastrati vanta una sceneggiatura ben costruita e colpi di scena assolutamente originali, che si susseguono in modo scoppiettante e divertente seguendo un’architettura non banale. Purtroppo però, come accennato, sono proprio i primi due episodi ad essere i più deboli e questo è un peccato perché dovrebbero essere quelli in grado di agganciare l’interesse e la curiosità del pubblico. La mancanza di un forte appeal può probabilmente rintracciarsi nell’esigenza di introdurre l’arena e suoi personaggi con una conseguente struttura didascalica e a rilento che coinvolge anche la regia di Ficarra e Picone.

Dal terzo episodio in poi, però, la serie cambia completamente musica e ritmo: diventa divertentissima. E diventa anche molto interessante e intelligente perché, secondo quelli che sono i canoni della più classica commedia all’italiana, affronta temi come la politica e la mafia attraverso l’iperbole grottesca; come quando il capo mafia si lamenta del fatto che la situazione sia degenerata, non sono più i bei tempi di una volta di quando un cittadino si rivolgeva alla mafia per ottemperare pratiche o risolvere i problemi e ora invece si rivolge allo Stato. Non mancano frecciate sardoniche velenose verso la corruzione della politica (vedi episodio della multa) spesso affiliata alla malavita organizzata. E qualche frecciatina anche ai frati del convento, che non emettono fattura per non pagare tasse.

La sicilianità e il versante comico nella serie Netflix di Ficarra e Picone

incastrati, cinematographe.it

In Incastrati la sicilianità è il sottofondo culturale di riferimento: la salvaguardia dell’onore e le corna, la mafia e così via.
Il versante comico è assicurato dalla presenza dei due comici simpaticissimi e perfetti nel ruolo dei buffi sempliciotti (tipo Stanlio e Olio, con le dovute differenze) e dal cast che offre una serie di personaggi in tipico stile comedy: la madre del sud (la Signora Antonietta, interpretata da Mary Cipolla) classicamente possessiva che rimpinza di cibo il figlio e lo ossessiona con il suo ciambellone, la moglie salutista (Ester, interpretata da Anna Favella) un po’ fanatica che fa yoga che invece terrorizza il marito con pranzi a base di alghe e topinambur, il giornalista enfatico di provincia che sa usare solo un paio di espressioni retoriche, i frati che fanno business con i pasticcini ed il bed and breakfast e poi i mafiosi (fra cui spicca Tony Sperandeo alias Tonino Macaluso, detto “Cosa Inutile”) che sono diventati tecnologici e usano zoom per fare riunioni. Da segnalare la presenza di Leo Gullotta che offre una splendida e convincente interpretazione nei panni del Commissario.

Arricchiscono il cast artistico anche Marianna di Martino (Agata Scalia), Maurizio Marchetti (Portiere Martorana), Domenico Centamore (Don Lorenzo, detto “Primo Sale”) e Sergio Friscia (Sergione).
La serie, in uscita l’1 gennaio 2022 su Netflix, è scritta, diretta e interpretata da Ficarra e Picone. Tra gli autori anche Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli (questi ultimi due storici sceneggiatori di Gomorra: La serie).

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3