Into the Night: recensione della nuova serie belga di Netflix
Una corsa contro il tempo per sopravvivere, nella nuova serie ad alta tensione Into the Night.
Tra le più grandi risorse a disposizione dell’essere umano, la luce del sole è forse la più importante. La vita sulla terra non potrebbe esistere senza i raggi solari e il loro calore, ma cosa succederebbe se questa luce diventasse fatale? A porsi questa domanda è stato Jacek Dukaj nel suo romanzo The Old Axolotl, dal quale è stata recentemente tratta la serie tv Into the Night.
Uscito su Netflix il primo Maggio 2020, questo titolo ci getta in una realtà tutt’altro che rassicurante, dove la fonte di vita per eccellenza si trasforma nella più terribile minaccia per l’umanità. La trama, anticipata nei giorni scorsi dall’uscita di alcuni trailer, sembra promettere tanta tensione, ma la serie è all’altezza delle aspettative? Scopriamolo insieme!
Un volo ad alta tensione – Into the Night: un ritmo frenetico che incolla allo schermo fino alla fine
Poco prima del decollo di un volo diretto a Mosca, un uomo armato, Terenzio Gallo (Stefano Cassetti), prende possesso dell’aereo. Al capitano spiega che è necessario fare rotta verso ovest, sempre verso ovest, per evitare conseguenze disastrose. Secondo un’indiscrezione la luce del sole sarebbe diventata inspiegabilmente fatale e avrebbe già ucciso la popolazione a est. L’unica speranza di sopravvivere è continuare a rincorrere la notte.
Le premesse di Into the Night stuzzicano senza dubbio l’interesse, soprattutto di chi apprezza i film e le serie di alta tensione, ma fin dal trailer si percepiva il rischio corso dalla serie di risultare esagerata o poco originale.
La visione dei sei brevi episodi (dalla durata di meno di quaranta minuti l’uno) ha ribaltato questi sospetti, regalando un’esperienza decisamente gradevole, non perfetta, ma capace di coinvolgere fino all’ultimo. La brevità di questa prima stagione contribuisce alla creazione di un ritmo frenetico, che regala la possibilità di un binge watching non troppo impegnato e dà vita a un’avvincente corsa contro il tempo.
L’ambientazione chiusa, quella dell’aereo di linea (già utilizzata in molti altri film d’azione), riesce a superare i limiti dati dalla mancanza di originalità e a creare un buon livello di tensione fin dalle prime scene. Ad affiancarla è una narrazione veloce, che lascia poco spazio ai punti morti, nella quale si alternano istanti di calma e nuovi problemi, sempre più difficili da affrontare. A ogni risoluzione si contrappone un ostacolo: carburante da trovare, ferite da curare, conflitti da sanare. E questi ultimi sono davvero molti, causati non solo da divergenze di opinione, ma anche da dissidi ideologici e profondi pregiudizi, scaturiti dalla multiculturalità dell’equipaggio e dalla moralità ambigua di alcuni suoi membri.
Ogni episodio è un susseguirsi di imprevisti, che spostano l’attenzione dalle ingenuità della serie. Tra i vari dubbi che lo spettatore si trova ad affrontare, non è ben chiaro infatti come sia possibile sfuggire alla morte grazie ai bunker, mentre è del tutto inutile chiudersi in un luogo buio. La risoluzione di alcuni problemi avviene inoltre un po’ troppo in fretta per essere davvero realistica.
Superate queste piccole falle narrative, la serie svolge il proprio compito principale: intrattenere con una storia ricca di rischi e tensione, nella folle corsa alla ricerca del buio.
Un volo ad alta tensione – Into the Night: varietà e dinamismo, grazie a un equipaggio multiculturale
Into the Night è una serie d’azione dalle interessanti sfumature fantascientifiche, ma deve gran parte della propria personalità al sistema dei personaggi, caratterizzati da una discreta varietà.
La diversità tra le figure in gioco ha il pregio di rappresentare sia la fonte di alcuni conflitti sia la loro risoluzione, grazie al formarsi di una squadra eterogenea. Alcuni membri di quest’ultima passano un po’ in sordina rispetto agli altri e avrebbero potuto avere una parte più rilevante con un po’ di approfondimento psicologico, ma con tutti i suoi pregi e difetti non è difficile affezionarsi all’equipaggio.
Non è il singolo personaggio a essere importante, ma il gruppo, con tutte le differenze di etnia, di personalità e di esperienze, nella gran parte dei casi utili ai fini della missione. La natura sfaccettata di ognuno di loro fa in modo che non esistano figure del tutto simpatiche o antipatiche, buone o cattive o del tutto prevedibili.