Invincibile: recensione della serie TV Amazon
Con Invincibile torniamo in un mondo di supereroi disincantati. Tra Deadpool e The Boys, l'adattamento dell'opera di Kirkman è la serie giusta al momento giusto. Dal 26 marzo su Prime video con un episodio a settimana.
Essere adolescenti è difficile. Se poi un giorno ti svegli con i superpoteri e sei figlio del più importante eroe della terra può risultare persino impossibile. Questa però è la vita di Mark Greyson, alias Invincibile.
Un supereroe con super problemi. Ma super davvero: dimenticate le mezze questioni dei giovani Marvel. Con Invincibile siamo nel mondo reale, e si muore spesso (e male). L’idea della serie a fumetti dal genio di Robert Kirkman, già autore del successo internazionale The Walking Dead, era proprio portare agli estremi un mondo di eroi e minacce. Anche per riderne un po’, tra satira della società e parodia dei fumetti.
A vent’anni da quella fortunata idea, Invincibile si anima e arriva su Amazon Prime Video con una serie TV pensata per il pubblico adulto.
Anche il formato scelto per la serie TV di Invincibile vuole suggerirne ambizione e serietà. Otto episodi da un’ora. Una miniserie dalla durata di un drama. Il progetto, oltre a essere inserito nell’accordo che Amazon Studios avrebbe pattuito con Robert Kirkman, partecipa all’espansione che il big dell’e-commerce e dello streaming avrebbe avviato per quanto riguarda i contenuti fantascientifici, fantasy e horror. Dove, tra The Terror, l’imminente Signore degli anelli e The Boys regnano già sovrani, spesso inseguiti persino da Netflix.
Proprio The Boys sembra stringere con Invincibile una parentela di intenti e pubblico, uniti nella bellezza di eroi messi alla berlina di un mondo più vero che mai. Superpoteri a parte, ovviamente.
Eroe Invincibile, serie imperdibile
C’è stato un momento, a inizio 2000, in cui l’urgenza del nuovo millennio iniziò a pesare sull’immaginario pop. In casa Marvel nacque l’universo Ultimate, una realtà parallela per aggiornare ai tempi i noti supereroi. Più giovani e pronti agli slang da t9. Non andò benissimo, ma non mancarono gli spunti. Tant’è che il Marvel Cinematic Universe deve molto a questo anno zero supereroistico.
Nel frattempo, però, anche le case indipendenti provavano qualcosa di nuovo. L’Image, da sempre alternativa e in parte già pronta ai nuovi tempi, lanciò Invincibile di Robert Kirkman. A vent’anni da allora, in un mondo di supereroi onnipresenti, si sta tornando proprio lì. Alla ricerca (a tratti disperata) di un nuovo modo di dire eroe. Anche in zona Marvel, dove il film d’animazione Spiderman: un nuovo universo riprende il personaggio ideato da Sara Pichelli per il mondo Ultimate.
Invincibile lascia senza parole
Già nel primo volume di Invincibile, Robert Kirkman palesava il tentativo di fare qualcosa di nuovo ma senza perdere il cuore del genere d’appartenenza. “Il meglio arriverà dopo che ci saremo tolti l’arco iniziale”, scriveva nei ringraziamenti. Quest’idea risuona con decisione anche nei primi minuti della serie TV di Invincibile, dove messe da parte le presentazioni inizia il meglio.
Il centro della serie TV sono proprio i colpi di scena, momenti inaspettati che arrivano a detonare l’ordine costituito del giovane eroe alle prime armi. La vita famigliare di Mark Greyson, figlio di Omni-Man, un Superman baffuto, è fuori dall’ordinario. Ma gestire la scuola, la famiglia, il lavoro e il mondo in perenne pericolo, sono sfide quotidiane per un essere Invincibile. Eppure, dove un eroe può tutto, Invincibile inserisce nuove sfide e rivede di scena in scena le aspettative del pubblico.
L’imprevisto attende il nostro dietro ogni angolo, e alcuni eventi, per i cugini Marvel o DC unici e traumatici, si rincorreranno in un susseguirsi esasperato. Immaginate se zio Ben morisse ogni settimana. Peter Parker avrebbe di certo già cambiato lavoro, senza lamentarsi più troppo della paga al Daily Bugle. Ma Mark Greyson è Invincibile e va avanti comunque. Anche se gli amici non mancheranno di fargli notare l’ottimismo del suo nickname.
Il coraggio dell’eccesso
Invincibile non è il primo supereroe Image a diventare una Serie TV d’animazione. Già negli anni ’90, decade di massimo splendore per la casa editrice alternativa a Marvel e DC, Todd McFarlane aveva seguito per HBO l’adattamento del suo amato Spawn. All’epoca, fu riconosciuta dalla critica e premiata dal pubblico la capacità di mantenere i toni cupi dell’albo a fumetti, senza lesinare sulla violenza. Allo stesso modo, anche la serie TV di Invincibile si presenta senza cercare mediazioni, e guarda dritto verso un pubblico adulto e consapevole.
Alcune sequenze giocano sullo splatter, altre sull’allusione sessuale. Non manca però il semplice e mai scontato divertimento di osservare un eroe prendere a pugni un collega. In questo mondo abitato dai super non scarseggia varietà. Molti sembrano ricalcare eroi Marvel o DC, in una continua parodia di vesti e modi. Quando è il momento dell’azione, la serie TV Amazon dispiega un mix di tecnica tradizionale e 3d, dove è purtroppo l’ultima a soffrirne di più. Nonostante questo, c’è di che ammaliarsi. Soprattutto nella commistione fortunata tra colonna sonora (un rock al passo con l’immagine) e momenti veramente badass. Alcune scene finali lasciano lo spettatore in balia del cliffhanger ma cullato dal coinvolgimento.
Rinfrescato dai tempi e dall’animazione, Invincibile si ripresenta al nuovo pubblico senza dover cambiare granché. Negli ultimi vent’anni il nostro eroe non è invecchiato. Personaggi lgbt, critica al sistema militare americano e libero insulto all’idea a stelle e strisce erano elementi già presenti nel fumetto. Ora sono solo più ovvi e contestuali. La serie TV di Invincibile conferma che quando un’opera è avanti coi tempi può viaggiare nel futuro e mimetizzarsi senza troppi sforzi.
Il cast di Invincibile è una promessa
L’ottimo risultato si deve certo all’opera di partenza, in cui Robert Kirkman mise tutto se stesso. Lodevole però il dispiegarsi di forze messe in gioco per l’adattamento Amazon. Showrunner è Simon Racioppa, già mente dietro la serie TV Teen Titans. Alla regia due veterani dell’animazione supereroistica: Justin e Chris Copeland, noti per il lavoro su Avengers Assemble e Ultimate Spider-man.
Nel cast di doppiaggio alcune voci note. Da J.K Simmons (a proposito di Spiderman e Daily Bugle) nel corpo del superpadre di Invincible, fino a Mark Hamill. Poi ancora Gillian Jacobs per la supereroina Atom Eve e Zazie Beetz.
Infine, anche Set Rogen. Presenza non secondaria. L’attore infatti sarà regista di un adattamento live action di Invincibile. Sembra proprio l’inizio di un periodo fortunato per l’inscalfibile adolescente, oltre che per l’intera line-up Image.