Italica Noir: I ferri del mestiere – recensione della docu-serie animata Mediaset Infinity
La recensione della seconda stagione della docu-serie animata sulla malavita milanese. In anteprima al 33° Noir in Festival e disponibile su Mediaset Infinity dall’11 dicembre 2023.
Quale cornice migliore per il debutto di Italica Noir: i ferri del mestiere se non il Noir in Festival che nel corso della sua 33esima edizione ha ospitato l’anteprima della seconda stagione della docu-serie animata di genere true crime incentrata sulla malavita milanese dagli anni Quaranta fino all’inizio degli anni Ottanta, prevista in uscita su Mediaset Infinity dall’11 dicembre 2023. Dopo il successo della stagione inaugurale, lo show scritto da Girolamo Lucania con la regia di Federico Cadenazzi è tornato sulla piattaforma streaming italiana con quattro nuovi episodi da dieci minuti cadauno.
Con Italica Noir: I ferri del mestiere quattro nuovi capitoli del romanzo criminale sulla Milan Nera
Formula e squadra vincete non cambiano, a cambiare semmai sono i protagonisti e le vicende raccontate in questo poker di capitoli del romanzo criminale sulla Milano Nera, quella sulla quale la cronaca, la letteratura e la Settima Arte (da Milano Calibro 9 ad Altri uomini, da Banditi a Milano a Milano rovente, passando per Milano violenta e Milano odia) hanno già posto l’attenzione in più di un’occasione per indagare, rievocare e ricostruire i fatti sanguinosi e scioccanti che hanno segnato quei quarant’anni di terrore della città meneghina. Questa e alcuni dei suoi quartieri storici (Lambrate, San Siro, Isola e Magenta) fanno da sfondo alle storie portate sullo schermo da Cadenazzi con la complicità e le illustrazioni di Gabriele Bollassa e Alessandro Bellandi. A loro il compito di tradurre in immagini, attraverso una riuscita combinazione di tecniche miste che vanno a comporre un accattivante e coinvolgente fumetto fatto di tavolozze animate con tanto di split screen, gli eventi di turno: dalla storia di Vallanzasca e Turatello alla “Rapina del Secolo” di Ugo Ciappina; dal Robin Hood moderno, Ezio Barbieri, e il suo “erede” Luciano Lutring alla fuga più sanguinosa che la cronaca ricordi che portò nel giro di trenta minuti alla morte di quattro passanti oltre a dodici feriti per mano della banda guidata da Pietro Cavallero.
Jake La Furia è la voce narrante di Italica Noir: I ferri del mestiere
Il tutto narrato dal voice over del rapper Francesco Vigorelli in arte Jake La Furia, che raccoglie il testimone da Adriano Giannini che aveva dato il suo contributo nella prima stagione, perché si sa non c’è noir che si rispetti senza un narratore onnisciente che accompagni il fruitore nel racconto. Un racconto antologico quello di Italica Noir che riavvolge le lancette dell’orologio per riportare lo spettatore in quel quarantennio segnato da piombo, grandi rapine, sequestri, bande criminali e ladri solitari, conflitti a fuoco, ma anche da gentiluomini, patti di non belligeranza e ingegno. Sono questi gli ingredienti di una serie che riesce attingendo alla cronaca, all’immaginario e agli stilemi dei generi di riferimento a fare respirare le atmosfere e l’odore di sangue, polvere da sparo, soldi, asfalto e morte, di quel maledetto quarantennio. Al resto ci pensano le musiche incalzanti di Dimitri Scarlato che insieme al rimo impresso dalla voce e dalle barre di La Furia danno vita a un coinvolgente cocktail di immagini e sonorità pulp.
Italica Noir: I ferri del mestiere – valutazioni e conclusione
Quattro nuovi episodi antologici per la seconda stagione di una docu-serie animata che con tecniche miste ripercorre fatti di sangue della Milano Nera del quarantennio Quaranta-Ottanta. La voce narrante di Jake La Furia, le musiche di Dimitri Scarlato e lo stile pulp delle immagini e della regia di Federico Cadenazzi ci scaraventano nell’inferno di quegli anni tra sparatorie, inseguimenti, rapine, morti ammazzati e sequestri in una città messa a ferro e fuoco dalla malavita. Uno show ben confezionato che rievoca e ricostruisce attraverso la scrittura puntuale di Girolamo Lucania e le illustrazioni di Gabriele Bollassa e Alessandro Bellandi gli highlights e le atmosfere di periodo storico segnato dal terrore e dal piombo.