Jack Ryan – Stagione 3: recensione della serie Prime Video

John Krasinski torna nei panni dell'atletico agente Jack Ryan per una stagione 3 dello show d'azione e spionaggio: il risultato è autentico e pieno di adrenalina!

L’eroe d’azione Jack Ryan ritorna sul piccolo schermo con la stagione 3 della serie TV dedicata alle sue avventure e peripezie. Ad interpretarlo, l’attore americano John Krasinski, uno dei volti più amati dello spettacolo contemporaneo. Guardando i nuovi episodi – disponibili su Prime Video a partire dal 21 dicembre 2022 – non è misterioso immaginare il perché: con una trama avvincente ma prevedibile, la gran parte di responsabilità (o merito) è proprio del carisma particolare della star, in grado di catalizzare l’attenzione dell’audience senza impersonare il prototipo del macho eroe degli action movie statunitensi.

Tom Clancy, che ha dato vita scritta al personaggio di Jack Ryan con la sua saga di thriller, ha pensato il personaggio in modo sottile e ricco di contraddizioni, ma anche estremamente capace. John ha tutte le caratteristiche dell’action hero senza cadere nell’esibizionismo e abbraccia le sfumature sottili del grigio che gli spy thriller amano suggerire. Jack Ryan continua a funzionare, nonostante qualche piccola banalità di troppo.

Jack Ryan 3: John Krasinski è un action hero atipico ma pieno di umanità

jack ryan stagione 3 recensione cinematographe.it

La trama della terza stagione di Jack Ryan si propone un obiettivo facilmente raggiungibile: essere carina, comoda e far finire tutto come prevede l’audience. Una certa cifra di imprevedibilità, paventata dalle prime due stagioni, è stata messa in secondo piano per abbracciare la cara vecchia trama circolare molto tenace nella poetica dell’action made in USA. Ryan si trova ad affrontare un complotto dai risvolti adrenalinici ordito dalla Russia, con un ritorno in grande stile del nemico preferito dall’immaginario colletivo momentaneamente soppiantato dal radicalismo islamico negli anni 2015-2020.

Il piano, per quanto venga affrontato da Ryan con ingegno e praticità, ha dell’incredibile e nemmeno per un secondo la promessa di una guerra termonucleare prende forma concreta nel reale del girato. Si tratta di un fantasma pronto a fare capolino da qualsiasi angolo, ma non diventa mai una minaccia reale. La risoluzione del problema, per quanto metta completamente in discussione i limiti del protagonista, viene da sé con poca percezione del pericolo per lo spettatore. Insomma, bene ma non benissimo: Jack Ryan è un eroe pragmatico e umano, con molte falle e problematicità, ma il mondo che gli ruota intorno costruito dal regista Jann Turner (che si alterna a David Petrarca e Kevin Dowling) e dalla sceneggiatura di Amy Berg (con Dario Scardapane e Vaun Willmott) perde di credibilità e di pericolosità. La soluzione è rincarare la dose di dubbio, ricalcare l’importanza del sospetto e del fattore imprevedibilità.

Un prodotto solidamente costruito che deve rinforzare i suoi elementi di valore

Nonostante delle pigrizie nella scrittura e una trama che oscilla tra l’inverosimile e il prevedibile, la stagione 3 di Jack Ryan mantiene uno dei suoi elementi di forza: lo spessore e il senso dell’umano del suo protagonista, ma anche e soprattutto una salda presa sulla gestione degli episodi e del ritmo. Con qualche momento di calo dell’attenzione in più rispetto alle stagioni precedenti, la tentazione di gettare un occhio allo schermo del cellulare ogni tanto aumenta ma senza rendere il prodotto globalmente noioso o banale in modo ridicolo.

I registi fanno quello che possono con il materiale scritto e i dialoghi scelti per il taglio finale, mantenendo un occhio saldo sulla fotografia e sul montaggio serratissimo, pronto a scatenare l’adrenalina nei fan. L’effetto, dunque, non manca nonostante fornisca una dimensione leggermente meno artistica rispetto al passato. La speranza, per il futuro di questa serie d’azione così seguita dai fan, è quello di procedere nella direzione indicata dalla prima stagione, in assoluto la migliore, che coglieva in fallo il protagonista con la sua cifra imperiosa di rischio e pericolosità. Il sottotesto, percepibile in ognuno degli otto episodi, è che il mondo può essere salvato anche dopo l’annuncio di un disastro nucleare su scala catastrofica. Il cattivo torna ad essere un megalomane con lo scopo di bruciare il pianeta solo per realizzare il suo delirio di onnipotenza, ma non ha nessun mezzo intellettuale per poter costituire una minaccia reale.

Ripescare e approfondire l’approccio iniziale, senza mai far mancare il divertimento: ecco l’augurio e l’aspettativa per il futuro di questa bella serie d’azione con un protagonista eccezionale!

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8