Joe Pickett – Stagione 2: recensione della serie TV Paramount+
La seconda stagione di Joe Pickett, sorprendente serie neo western in esclusiva sul catalogo Paramount+ è finalmente disponibile. Meno nobile, più cupa, disperata e orrorifica delle attese. Laddove la prima stagione ci ricordava gli intenti gentili e drammatici di Il cavaliere della valle solitaria, in chiave Lansdale/Elmore Leonard/Quentin Tarantino, questa seconda ci riconduce ai fantasmi e traumi del passato di Shining, ed è una vera sorpresa
A distanza di pochi mesi, dalla messa in onda dell’ottima prima stagione di Joe Pickett, disponibile esclusivamente sul catalogo Paramount+, è giunta fino a noi la seconda stagione sul guardacaccia più amabile, ferreo e logorato di sempre, alle prese qui con una lunga serie di misteri, sparizioni ed omicidi, sfiorando perfino il sovrannaturale.
D’altronde fin dai primissimi episodi della serie curata da John Erick e Drew Dowdle, la contaminazione tra i generi permetteva a Joe Pickett di muoversi abilmente tra i linguaggi del neo western e quelli della commedia nera, passando per il dramma familiare e non solo, riuscendo sorprendentemente ad approfondire ciascuno di essi, senza tralasciare alcunché.
Basti pensare al racconto dei traumi del passato di Joe, incarnati non soltanto da flashback frammenti e disperati, ma anche e soprattutto da veri e propri fantasmi, o cupi compagni di cammino, potenzialmente pericolosi, eppure in qualche modo salvifici per le sorti di Joe. E ancora, la questione crudamente realistica delle condizioni di miseria e povertà dei white trash di provincia, gli hillbilly magistralmente raccontati da Ron Howard con Elegia Americana.
Un’abbondanza di temi e tracce narrative che avrebbe fatto impallidire moltissime serie televisive della medesima categoria – anche in termini di budget, non certamente elevato – eppure Joe Pickett, conquista fin da subito sia la critica, che il pubblico, assicurandosi immediatamente e fortunatamente per noi una seconda stagione.
Ciò che è rimasto, ciò che è cambiato
Laddove la prima traslava per lo schermo ed i codici televisivi, il primo romanzo della serie di Joe Pickett, intitolato Open Season, scritto da Charles James Box e in Italia tutt’oggi inedito, questa seconda mette da parte diversi volumi, adattando curiosamente l’ottavo romanzo, Blood Trail, uno dei più cupi e adulti dell’intera serie.
Molto è cambiato, ma non tutto. Joe Pickett è ancora il guardacaccia di Saddlestring, Wyoming, nonostante l’apparentemente tragico epilogo della prima stagione, e la sua ormai estesa famiglia disfunzionale è ancora al suo posto, pronta ad affrontare nuove potenziali minacce, o peggio, incubi, per sopravvivervi ancora una volta, nonostante la paura e l’inevitabile vulnerabilità.
Dimenticate infatti la funzione dichiaratamente politica e sociale della prima stagione rispetto alla questione della corruzione nelle forze di polizia e preparatevi ad affrontare una seconda stagione all’insegna del macabro e dell’orrore, che se in un primo momento sembra rifarsi a tutta un’idea di narrazione televisiva e cinematografica dal gusto squisitamente sovrannaturale, in un secondo, ciascun elemento viene stravolto, conducendo lo spettatore in una spirale di disperazione, drammi, e orrori dal realismo via via più diretto e dialogante con la quotidianità che noi tutti viviamo e osserviamo attorno a noi.
Torna qui il legame sotterraneo, eppure persistente tra Joe Pickett e il cinema – oltreché serialità – di Taylor Sheridan, in nome di una comune tematica, legata agli abusi e alle sparizioni di donne nelle ultime riserve indiane d’Americana, raccontata magistralmente da Sheridan con Wind River.
Gli evidentissimi e riuscitissimi richiami all’orrore metaforico – e metafisico – della letteratura di Joe R. Lansdale sono ancora parte del linguaggio narrativo solidissimo e ricco di verve e plot twist di Joe Pickett, e così anche il crime pulp alla Elmore Leonard e Quentin Tarantino, che esplode di tanto in tanto, tra spargimenti di sangue esageratamente grotteschi e picchi di violenza decisamente inaspettati.
Eppure, questa seconda stagione sembra voler allontanarsi sempre più dalla comfort zone raggiunta col successo della prima, cercando con grande coraggio di cambiare le carte in tavola, immergendo il suo logorato protagonista, e così l’intera famiglia composta dall’amabile e tostissima moglie Marybeth (Julianna Guill), la suocera alcolizzata ma non per questo detestabile, Missy Vankeuren (Sharon Lawrence) e le figliolette Sheridan, Lucy e April tra atmosfere da Southern Gothic inquietanti e nient’affatto rassicuranti e numerosi richiami all’immaginario fantascientifico e sinistro di X Files.
Una novità quest’ultima che conferma il coraggio e le potenzialità di una serie televisiva nata sulle ceneri e radici di un immaginario western ormai abusatissimo che diviene qui un semplice strumento scenico, considerata la magnificenza degli scenari boschivi e montani del Wyoming – specialmente in una sequenza a cavallo su di una cresta tra precipizio e parete rocciosa apparentemente insuperabile – tanto da dimostrarci che l’originalità e la sorpresa sono sempre dietro l’angolo, oppure celate tra le nebbie e ombre della notte. Le stesse che Joe va inseguendo da molto tempo, sfiorando la morte.
Joe Pickett – Stagione 2: valutazione e conclusione
Le attese erano molte, considerata la conclusione parziale ma di successo della prima stagione di Joe Pickett, che non permetteva in alcun modo di tirare un sospiro di sollievo, facendo piuttosto presagire il peggio, alimentando nello spettatore un desiderio estremamente vivo di proseguire la visione. Desiderio che quest’ottima, seppur differente seconda stagione, soddisfa senza riserva alcuna, concludendo ancora una volta con un plot twist dagli esiti più che interessanti, cupi e misteriosi.
Meno umorismo, ancor più dramma e orrore. Se la prima stagione ci ricordava gli intenti nobili di Il cavaliere della valle solitaria, questa seconda ci riconduce a Shining. I fantasmi di Joe Pickett sono tornati e sono più temibili che mai.
La seconda stagione di Joe Pickett è disponibile sul catalogo di Paramount+ a partire da domenica 20 agosto 2023.