Killing Eve – Stagione 3: recensione dei primi tre episodi della serie BBC America
Dopo uno strabiliante cliffhanger torna l’attesissima dark comedy Killing Eve, che ci riporta alle atmosfere della prima stagione.
Sfaccettato e complesso, Killing Eve si è dimostrato fin dai suoi primi episodi (esorditi in lingua originale sulla BBC America e in Italia su TIMvision nel 2018) un’esperienza di visione unica, caratterizzata da una notevole molteplicità di toni, da una trama avvincente e da dinamiche relazionali decisamente originali.
Tratta dal romanzo Codename Villanelle, scritto da Luke Jennings, questa serie non ha certamente lasciato indifferenti gli spettatori, che se ne sono affezionati sempre di più.
A sole due settimane dall’uscita in patria, TIMvision ha accontentato i fan pubblicando sulla piattaforma i primi tre episodi, che ci svelano cos’è successo dopo gli eventi di Roma della scorsa stagione.
Killing Eve – Stagione 3: di nuovo lontane, ma sempre vicine
L’ultima puntata della seconda stagione si è chiusa con un cliffhanger mozzafiato, con un fatale conflitto tra l’assassina Villanelle (Jodie Comer) ed Eve Polastri (Sandra Oh). Sentendosi tradita dalla donna che ormai è una vera e propria ossessione, Villanelle spara a Eve, ma – come potevamo immaginare – il proiettile non compie fino in fondo il proprio dovere.
Killing Eve – Stagione 2: recensione del primo episodio
Ritroviamo le due protagoniste poco tempo dopo, fisicamente lontane, ma ancora strette in un vincolo mentale che non dà loro tregua. Villanelle incontra una vecchia conoscenza e riprende a svolgere missioni come assassina su commissione, mentre Eve ritrova la forza di indagare a causa di un evento drammatico e inspiegabile.
La situazione delle due donne sembra essere tornata a quella della prima stagione, con una Villanelle impegnata in imprese criminali sempre più azzardate – tra i soliti affascinanti cambi d’abito e di scenario, e collaborazioni improbabili – ma qualcosa è cambiato. L’ossessione l’una per l’altra si fa sempre più strada nelle menti delle due donne, il cui rapporto non può che continuare su un percorso pericolosamente ambiguo.
Killing Eve – Stagione 3: il preludio di una stagione ricca di conflitti
La prima puntata della nuova stagione di Killing Eve mira a ristabilire una sorta di equilibrio dopo gli eventi di Roma. Le acque sembrano essersi calmate, ma si tratta chiaramente della proverbiale quiete prima della tempesta.
Questa serie, prodotta da Phoebe Waller-Bridge e Sally Woodward Gentle, ci ha già dato più volte prova di avere molto a cuore il dinamismo dei colpi di scena e delle svolte azzardate.
Killing Eve – Stagione 3: Harriet Walter nel cast della serie
Anche nel caso di questo esordio è solo questione di tempo prima che la situazione torni a farsi spinosa. La lentezza del primo episodio lascia spazio a nuovi drammi per Eve, nuove missioni per Villanelle e soprattutto l’entrata in scena di nuovi personaggi. Tra queste la novità della stagione è senza dubbio Dasha (Harriet Walter), la collega e mentore di Villanelle, con la quale la ragazza aveva interrotto i rapporti. Il conflitto iniziale tra le due lascia spazio a un nuovo strano sodalizio, quando Dasha offre a Villanelle dei nuovi incarichi. Questo nuovo personaggio, spietato tanto quanto Villanelle, non contribuisce solo a portare una ventata di novità della serie, ma riesce a confermare ancora una volta la sua genialità, sottolineando con forza la sua componente dark e arricchendo le puntate di situazioni a metà tra l’inquietante e il comico. Le interazioni tra lei e Villanelle sono ancora limitate, ma sono sufficienti a creare una coppia intrigante, divertente e bizzarra.
A tutto questo si aggiunge la magistrale interpretazione di Jodie Comer, che a ogni occasione sa portare sullo schermo con una spontaneità disarmante la fredda follia di Villanelle, la sua ironia, il suo pericolosa fascino, non mancando però di “sporcare” la sua personalità con le incertezze e le fragilità tipiche di ogni buon personaggio complesso.
Sandra Oh sembra fare da contrappunto alla figura di Villanelle interpretando validamente una Eve Polastri introspettiva e spaventata, ma ancora ossessionata dalla ragazza, nonché di una Fiona Shaw capace di trasmettere il dolore con una performance piacevolmente sottile.
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Il livello di coinvolgimento di questi primi tre episodi di Killing Eve è ancora alto, ma la vera azione sembra qui essere solo anticipata. Alcuni personaggi vengono introdotti senza un contesto accuratamente preparato,come la sorella di Kenny, interpretata da Gemma Whelan, ma questa nuova figura non sembra destinata a essere lasciata in sospeso.
La serie sembra essere ancora lontana dallo svelamento dei complicati rapporti tra i personaggi – costantemente sottoposti a cambi di rotta a volte spiazzanti – ma se riuscisse a gestire con coerenza tutti i validi gli elementi a disposizione, potrebbe portare a un’ottima terza stagione. Ciò che è ceto è che a Killing Eve non mancano l’originalità e l’imprevedibilità.