La collina dei conigli: recensione della miniserie originale Netflix
La collina dei conigli è stata pubblicata su Netflix il 23 dicembre, a poche ore dalla prima TV sulla BBC.
La collina dei conigli è una miniserie TV d’animazione del 2018, coprodotta da BBC e Netflix e basata sull’omonimo romanzo di Richard Adams, già trasposto in un film nel 1978 e in una serie nel 1999. Il cast vocale del film è composto da un gruppo di star hollywoodiane del calibro di James McAvoy, Nicholas Hoult, John Boyega, Ben Kingsley, Tom Wilkinson, Olivia Colman, Gemma Arterton, Daniel Kaluuya e Rosamund Pike. La collina dei conigli è stata pubblicata su Netflix il 23 dicembre, a poche ore dalla prima TV sulla BBC.
Il giovane coniglio Quintilio ha un’inquietante visione, che preannuncia la distruzione della conigliera in cui vive insieme a suo fratello maggiore Moscardo. La stragrande maggioranza del branco però non crede alla premonizione di Quintilio, per cui ai fratelli non resta che partire insieme a pochi amici, fra cui il temerario Parruccone. Lontani dalla loro conigliera, gli animali affrontano diverse avversità, fra cui le automobili, una fattoria di umani e soprattutto la conigliera di Efrafa, guidata dal tiranneggiante Vulneraria. Moscardo e i suoi amici devono quindi lottare per la loro vita e per il futuro della loro comunità, cercando di rimandare il più possibile l’incontro con il sinistro Coniglio Nero, ovvero una sorta di traghettatore dei defunti nell’aldilà.
La collina dei conigli: la rilettura Netflix/BBC di un classico della letteratura e dell’animazione
Dopo essere stata, con la versione cartacea e con l’adattamento cinematografico, un trauma infantile irrecuperabile per molti adulti di oggi, La collina dei conigli trova nuova linfa nel florido panorama seriale contemporaneo, con una miniserie che ha l’esplicito intento di avvicinare i più piccoli a temi e contenuti più maturi e per certi versi dolorosi. Lo sceneggiatore Tom Bidwell e il regista Noam Murro (300: L’alba di un impero) dimostrano fin dai primi minuti fedeltà al romanzo di Richard Adams, allineando trama e personaggi al racconto originario. Veniamo così trasportati con la giusta miscela fra azione e riflessione nella storia senza tempo di Quintilio, Moscardo e Parruccone, fatta di paura, violenza e disperazione e incentrata su temi universali come la sopravvivenza, la fuga, l’oppressione e il naturale istinto di conservazione della specie.
La collina dei conigli ha l’innegabile merito di approfondire adeguatamente la mitologia del mondo conigliesco, dedicando il giusto spazio a temi come il Sole (visto dai leporidi come una vera e propria divinità), il (reale) pericolo derivante dagli umani e dalle loro automobili e l’affascinante e inquietante Coniglio Nero (doppiato in originale da Rosamund Pike), che si interfaccia con i protagonisti nel momento in cui sta per scoccare la loro ora, invitandoli a non avere paura dell’aldilà e a seguirlo verso l’ignoto. Apprezzabile anche il lavoro di sintesi fatto su un libro dalla lunghezza importante, senza snaturare lo spirito del racconto e mantenendo un livello di complessità tale da non allontanare il pubblico adulto ed essere contemporaneamente accessibile anche dai più piccoli.
La collina dei conigli risente di un’animazione sciatta e mai convincente
Fatti salvi i sopracitati pregi, La collina dei conigli è purtroppo afflitta da alcuni pesanti difetti, che ne penalizzano la resa e che non consentono alla miniserie di avvicinarsi all’omonimo film. Quello più evidente è la resa grafica dei conigli, frutto di una CGI decisamente poco ispirata, sia in termini di movimenti che per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi. I movimenti dei conigli sono spesso resi in maniera rigida e innaturale, e assomigliano più alle animazioni dei videogame dei primi anni ’90 che a una ricca produzione d’animazione contemporanea. Questa superficialità si riflette inoltre sui protagonisti della vicenda, mai particolarmente espressivi e a tratti indistinguibili fra loro, se non attraverso le voci dell’ottimo cast, che diventano, come già accaduto per il recente film Netflix Mowgli – Il figlio della giungla, un vero e proprio valore aggiunto.
Nonostante l’aderenza alle atmosfere a tratti meste e violente del romanzo, spiace inoltre constatare che per questo La collina dei conigli si sia scelto, al contrario del film del 1978, di edulcorare alcune delle sequenze più sanguinolente del racconto, privandolo così di una componente fondamentale per l’impatto emotivo sul pubblico, soprattutto nelle sequenze di battaglia fra i protagonisti e le truppe del temibile Vulneraria (doppiato in originale dal sempre efficace Ben Kingsley). Positiva invece la scelta di dare maggiore importanza rispetto al libro ai personaggi femminili, che in questo caso non sono ridotti a mere speranze di procreazione per i protagonisti, ma diventano parte integrante del gruppo e delle sue scelte.
La collina dei conigli: una storia epica e fortemente allegorica
Nonostante il pessimo impatto visivo e gli altri difetti sopra esposti, La collina dei conigli riesce nell’intento di intrattenere il pubblico più e meno giovane con una storia epica e fortemente allegorica, che usa i leporidi come pretesto per parlare di temi difficili e scottanti come il totalitarismo e il continuo devastante impatto dell’uomo sulla natura. Una miniserie godibile e dal buon ritmo complessivo, che, pur non avvicinandosi alla crudezza e all’efficacia del romanzo e del film omonimi, per 4 episodi riesce a farci riflettere sui misteri e sui più cinici e crudeli risvolti della natura e del mondo animale.