La Concierge Pokémon: recensione della miniserie animata Netflix
Sorprendente, rinfrancante, ricca di chicche e perfetta per tutte le età: la miniserie Netflix è il piccolo capolavoro che non ti aspetti!
Il mondo dei Pokémon non ha bisogno di presentazioni: uno dei franchise più ricchi di espansioni, forme, mondi, possibilità e creature, ha letteralmente rappresentato per i millennials un racconto di formazione longevo e inestinguibile nel suo fascino divertente, avventuriero. I fan, ma anche gli spettatori casuali, saranno abituati a un mondo di sfide, di allenatori rivali e Pokémon combattenti, pronti a mettersi in gioco per mostrare la superiorità del loro trainer. Personaggi come Pikachu, Ash, Psyduck, Bulbasaur, sono entrati nel cuore di bambini e ragazzini di tutto il mondo, rappresentando appieno l’immaginario di dell’infanzia.
La Concierge Pokémon è quella miniserie immancabile per chi conosce ed è cresciuto seguendo le avventure di Ash e dei suoi magici amici. Disponibile a partire dal 28 dicembre 2023 su Netflix, lo show dura quattro puntate ed è un vero must per chi ha voglia di leggerezza, riflessione e tenerezza durante le vacanze natalizie. Perfetto per i più piccini ma talmente piacevole da essere adatto anche ai più grandi, è un perfetto serial vacanziero da gustare in famiglia in un momento di totale relax!
Una piccola perla dell’animazione per allontanare lo stress
La Concierge Pokémon è una miniserie animata che sceglie in modo attento e riuscito la sua forma visiva: è interamente girata in stop-motion, con la direzione sapiente e leggera del regista Iku Ogawa. L’universo creato da Satoshi Tajiri si espande, andando oltre le conosciute e amate sfide tra pocket monsters per sancire la bravura degli allenatori, stabilendo la supremazia del più forte. Siamo lontani da palestre e campi di battaglia: Ogawa vuole raccontare una storia di fuga, di ricerca, di leggerezza e lentezza con protagonisti gli amati mostriciattoli bisognosi di cure, coccole e centri relax come noi umani. A conferma che ogni creatura, qualsiasi sia la sua occupazione nella vita e il suo scopo, merita attenzione, amore e tempo per prendersi cura di sé.
La protagonista della serie, la giovane e sfortunata Haru, trova una risposta alla domanda: “E se abbandono tutto e mi trasferisco su un’isola deserta?“. La sua scelta di vita, abbandonare un lavoro stressante e un fidanzato anaffettivo per dedicarsi alla reception di un hotel per la cura dei Pokémon, è simbolica e risulta decisamente innovativa come svincolo di trama. Basta lotta per la supremazia, per farsi valere ed emergere, anche i Pokémon – un chiaro riflesso dello spirito della stessa Haru – hanno necessità di riposo, affetto e tempo per trovare loro stessi. Ed è proprio nella lenta conoscenza reciproca che la relazione tra Haru e l’affettuoso Psyduck, sempre bisognoso di coccole, o anche con i Magickarp che imparano lentamente a nuotare, i Pikachu timidi e teneri, che La Concierge Pokémon racconta una storia di riflessione e formazione molto più profonda di quanto possa inizialmente presentarsi.
Lo stile visivo unico, la chiara scelta di utilizzare pupazzi per dare un corpo e un aspetto ai personaggi – creando in CGI solo i paesaggi della splendida isola tropicale – veicola perfettamente l’atmosfera di leggerezza e autenticità contenuta nella trama. Haru è tutti noi: la sua presenza, la necessità di conoscere profondamente se stessa, lontana dalle convenzioni e vicina ai suoi amici Pokémon, rende La Concierge Pokémon un’opera perfetta anche per gli adulti. L’invito a riscoprirsi, lontano dai dogmi del lavoro, le sveglie, gli orari, il cellulare e le scadenze, è al centro di questo racconto fantasioso e piacevole. La colonna sonora è una perfetta sintesi di tutto ciò che funziona in questa miniserie ricca di riflessiva tenerezza: l’accompagnamento musicale del pezzo Have a Good Time Here, cantato da Mariya Takeuchi, è un inno al relax, alla vita e a prendersi il giusto tempo per trovare se stessi.
La Concierge Pokémon: conclusione e valutazione
La Concierge Pokémon è una piccola, preziosa perla della animazione in stop-motion proposta da Netflix per le vacanze natalizie. Quattro episodi per approfondire la conoscenza di un franchise che ha ancora molte sorprese da offrire ai propri fan, ma non solo: una riflessione inaspettata sulla vita, sul tempo e sulla scoperta di stare bene con se stessi seguendo i propri bisogni. Un’opera piacevole, divertente e senza troppe pretese ma al contempo imperdibile: come si può rinunciare al tropo di “scappa su un’isola tropicale, ma con i Pokémon”?