La diplomatica: recensione della serie TV Netflix
La diplomatica si destreggia bene fra rapimenti, funerali e lotte politiche interne.
Tutti parleranno di Keri Lynn Russell dopo averla vista recitare in La diplomatica, la serie dall’anima thriller disponibile su Netflix dal 20 aprile 2023. Perché l’attrice nominata agli Emmy dell’acclamata The Americans realizza una performance di prim’ordine con la sua interpretazione di Catherine Wyler: l’ambasciatrice designata degli Stati Uniti inviata a Londra per calmare una tempesta politica. Servendosi dell’essenziale assist di un’altra donna: Debora Cahn (West Wing – Tutti gli uomini del Presidente, Homeland), nonché ideatrice, showrunner e co-produttrice esecutiva, Russell fa scoppiettare la scena sotto i suoi piedi e rende questo nuovo thriller politico contemporaneo inaspettato e avvincente. Il magico duo femminile infonde implacabile talento nello show televisivo composto da otto puntate che mette in primo piano l’attività di trattare e di mantenere rapporti propria della diplomazia, e prova a sviluppare un discorso legato al superamento dei limiti e della sofferenza nelle relazioni a lungo termine tra paesi (e persone).
Una donna in carriera si ritrova a gestire una crisi politica internazionale nella serie TV La diplomatica
Catherine Wyler (Keri Russell) è ufficiale di carriera, una donna assertiva con una robusta esperienza maturata in zone di crisi. Pochi fronzoli estetici (ci troviamo al cospetto di una che si porta dietro un tailleur nero e un altro tailleur nero), nessuno spazio per l’indecisione e tanta sostanza contribuiscono a delineare il suo personaggio. Dopo un attacco a una nave inglese che provoca una grande esplosione e la morte di decine di marinai nel Golfo Persico, Catherine, che è estremamente concentrata sul lavoro e per tutta la vita si è allenata per diventare ambasciatrice in Medio Oriente, viene scelta per ricoprire un nuovo ruolo nel Regno Unito che mette a dura prova le sue straordinarie capacità e il suo matrimonio con Hal Wyler ( Rufus Sewell), collega protagonista della politica dalle mille sconsiderate golosissime e folli iniziative. Mentre la guerra monta in un continente e divampa in un altro, “Kate” deve risolvere crisi internazionali, stringere alleanze strategiche a Londra e abituarsi al suo nuovo posto di rilievo, nondimeno cercando di mantenere vivo il suo matrimonio. Ma c’è un altro filo della trama che aggiunge una nuova ruga ai piani della protagonista, interpretata da una Russell dominante e travolgente, che intanto partecipa a sua insaputa anche a un test per un incarico di tutt’altro tono: di Vicepresidente degli Stati Uniti d’America.
La scrittura nitida di Debora Cahn alimenta ogni scena
La sceneggiatura nitida incalzante e accattivante della prima stagione riesce a “tutelare gli interessi” di un prodotto seriale che procede con dialoghi serrati come in Homeland. E anche qui troviamo una grande chimica tra gli attori: fra Ato Essandoh e Ali Ahn ad esempio, ma tutto il cast è stato scelto splendidamente e include anche David Gyasi (Cloud Atlas e Interstellar) e Rory Kinnear. Figure di alto profilo come il primo ministro britannico interpretato da Kinnear e il presidente degli Stati Uniti (Michael McKean) sono credibilissime, i loro personaggi rubano la scena ogni volta che appaiono: McKean offre una svolta malvagiamente divertente interpretando un presidente sprezzante eccessivamente attaccato alla propria persona, mentre Nana Mensah (Queen of Glory) impreziosisce con il suo carisma una deliziosa performance come capo dello staff presidenziale.
La diplomatica: conclusione e valutazione
Nonostante la regia non sia immune da difetti e La diplomatica non raggiunga le vette di The West Wing, si destreggia bene fra rapimenti, funerali e lotte politiche interne ( e ciò accade sin dai primi due episodi), mantenendo viva l’attenzione con la suspense e i colpi ad effetto e dilatando il tempo dedicato ai buoni dialoghi. Le cose si muovono piuttosto velocemente e con il giusto ritmo. Così, lo show televisivo si posiziona tra le migliori nuove uscite della stagione e riesce a bilanciare tutto il gergo politico attraverso le conversazioni sussurrate e frenetiche che sono all’ordine del giorno, intuizione e umorismo, e una protagonista eccezionale, riesce a offrirci anche qualcosa di altrettanto vitale: non incaricati politici ma personaggi outsider che non lasciano spazio a interpretazioni sulla bravura per i quali è bello parteggiare.