La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra: recensione della serie Netflix
Kristen Bell è la protagonista di una miniserie comedy-mistery che gioca con i generi e gli stilemi del thriller e del crime, chiamando in causa titoli celebri del filone. Dal 28 gennaio 2022 su Netflix.
Il titolo, si sa, è molto importante per un’opera, indipendentemente dalla categoria di appartenenza. Si tratta di un vero e proprio biglietto da visita con il quale il progetto di turno entra in contatto con i potenziali e futuri fruitori. Restringendo il campo al caso del quale ci stiamo occupando è una serie televisiva made in USA distribuita da Netflix il 28 gennaio 2022, battezzata La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra. Motivo per cui se appartieni al mondo dell’audiovisivo e ti presenti alla platea di turno con un titolo simile, allora è chiaro e lampante che la prima intenzione di chi l’ha concepita, ossia il trio formato da Rachel Ramras, Hugh Davidson e Larry Dorf, è quella di attirare l’attenzione su di essa e di incuriosire gli spettatori. Non c’è dubbio che quello scelto per la serie in questione abbia in dotazione tale capacità, dato che si è guadagnata nel giro di 24 ore dal rilascio un piazzamento nella Top Ten degli show più visti della piattaforma a stelle e strisce.
La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra ha un titolo scioglilingua che raccoglie in sé le diverse anime che caratterizzano la serie
Effettivamente la miniserie diretta da Michael Lehmann ha un titolo che è tutto un programma, con una sorta di scioglilingua che raccoglie in sé le diverse anime che la caratterizzano, compresi i generi e i registri di riferimento. In tal senso, leggendolo si intuisce che il pubblico avrà a che fare con un racconto thriller dalle venature crime, drammatiche e dark comedy, con tutto il carico di citazioni e stilemi al seguito. Ad animarla Anna, un’artista in crisi e una donna alle prese con il dolore per la morte della sua bambina e il conseguente divorzio dal marito, uno psicologo forense. I giorni sono sempre uguali e li trascorre in compagnia del vino, con lo sguardo fisso fuori dalla finestra a osservare la vita che va avanti senza di lei. Finché un affascinante vicino si trasferisce dirimpetto con l’adorabile figlia e Anna incomincia a vedere la luce in fondo al tunnel. Poi però assiste a un orribile omicidio…o forse no?
La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra – Una miniserie in otto episodi davvero rapidi e indolori, ben ritmati e dalla durata piacevolmente esigua
Gli otto episodi, davvero rapidi e indolori, ben ritmati e dalla durata piacevolmente esigua (appena 25 minuti circa cadauno), vanno a formare un intricato giallo da camera in cui una donna con la dipendenza da alcool e pasticche, per di più affetta da pluviofobia e ombrofobia (rispettivamente la paura della pioggia e delle ombre), deve dimostrare a sé, al resto del vicinato e alla polizia che il delitto che si è consumato davanti ai suoi occhi non è frutto della sua immaginazione. Per questo si improvviserà detective per dimostrare di non essersi inventata nulla, quando tutto e tutti sostengono e dimostrano il contrario. A vestire i panni di Anna troviamo una convincente Kristen Bell, chiamata a interpretare un personaggio che sembra le sia stato cucito addosso visti i precedenti in Veronica Mars e The Good Place. Serie, queste, che rispecchiano gli ingredienti alla base della ricetta di La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra.
Una scrittura che amalgama parodia e thriller per dare vita a un comedy-mistery con un colpo di scena finale imprevedibile
In un primo momento si potrebbe pensare a una di quelle operazioni di natura parodistica in stile Scary Movie o Hot Shots!, che hanno come unico obiettivo di intrattenere mettendo alla berlina note pellicole di genere. Così non è, o almeno non nella stessa misura, poiché qui si chiamano in causa film come La finestra sul cortile, L’amore bugiardo, La ragazza del treno e soprattutto il più recente La donna alla finestra di Joe Wright, utilizzandoli come punti di partenza per dare origine a una storia inedita e per scherzandoci un po’ su. Da questo punto di vista il risultato ha dato ragione agli sceneggiatori, che hanno saputo amalgamare e far coesistere la componente satirica con quella mistery. Quest’ultima si regge su un meccanismo giallo piuttosto efficace, nel quale troverà posto, oltre a un epilogo aperto che lascia intravedere la messa in cantiere di una seconda stagione, un colpo di scena finale difficile da prevedere che arriva dopo un valzer di capovolgimenti di fronte, indiziati, depistaggi e false piste.
Ciò depone a favore del lavoro di scrittura, che almeno sul versante thrilling riesce a tenere appeso a un filo lo spettatore sino all’inizio dell’ultimo capitolo, quando la verità su ciò che la protagonista ha visto oppure no quella notte verrà finalmente a galla. Sino a quel momento le carte verranno continuamente mescolate sotto gli occhi del pubblico e della protagonista. Ma non è tutto oro ciò che luccica, perché il progetto presenta anche delle crepe che ne minano una struttura che tuttavia riesce a rimanere in piedi. Nel giocare con gli elementi tipici del thriller e con i suoi stilemi, infatti, lo show finisce strada facendo con l’inciamparci sopra a causa di tentativi non sempre andati a buon fine di prenderli in giro.