La fantastica signora Maisel – Stagione 2: recensione della serie tv Amazon
La recensione completa de La Fantastica Signora Maisel 2, la nuova stagione della serie tv Amazon The Marvelous Mrs. Maisel.
New York, fine anni Cinquanta. Miriam ‘Midge’ Maisel (Rachel Brosnahan) è una giovane donna ebrea che non indossa mai più di una volta lo stesso vestito, abbina scarpe e borsette con scientifica esattezza e vive una spensierata esistenza color pastello insieme al marito Joel (Michael Zegen) e ai due figli piccoli Ethan ed Esther. Quando Joel, che sogna di diventare un comico professionista e si esibisce la sera nei locali della città, la lascia per l’insulsa segretaria ventenne, la signora Maisel si scatena e, con un microfono a tiro, scopre di essere lei quella della coppia ad avere il talento per la comicità.
Tutto questo succedeva nella prima puntata della prima stagione di The Marvelous Mrs. Maisel (La Fantastica Signora Maisel), la serie Amazon dal titolo allitterante creata e quasi interamente diretta da Amy Sherman-Palladino. Da allora molte cose, nella vita della protagonista, sono cambiate: la ritroviamo, all’inizio della seconda stagione, con una fitta agenda di serate. Grazie al suo flusso di coscienza in cui ripercorre senza filtri quel che le riserva la quotidianità di ragazza separata con figli a carico ritornata al suo letto a una piazza in casa dei genitori, Midge è riuscita ad affermarsi nella scena dei cabaret newyorchesi e la sua improvvisata agente Susie (Alex Borstein) è ora determinata a fare di lei una star.
La “comica” signora Midge Maisel torna su Amazon Prime, una ribelle il cui principale talento non è il cabaret, ma quello per la vita
Se la prima stagione, dunque, seguiva i passi della comica in erba Midge Maisel che, grazie alla mediazione della performance, scopriva gradualmente una versione insospettata di se stessa senza rinnegare quella ufficiale di giovane madre di famiglia proveniente da un contesto socio-economico privilegiato, la seconda accompagna gradualmente la protagonista verso il punto finale di quel processo di emancipazione che l’ha condotta a diventare, finalmente, se stessa: non nella ‘vita vera’ degli impegni mondani e delle relazioni sociali, della bolla famigliare e del nuovo lavoro come commessa in un lussuoso magazzino della Grande Mela, ma all’interno di un’occasione di finzione, di un sotto-mondo in cui è chiamata ad intrattenere, delineando, nell’assolvere questo compito apparentemente futile e frivolo, lo spazio della propria auto-determinazione e della propria individualità.
Sì perché la signora Maisel, personaggio straordinario di donna spiritosa, desiderante ed oltremodo tenace, assume su di sé una consapevolezza femminista che non eccede, però, i codici del tempo e non si esteriorizza mai: Midge è una ribelle non perché rompa con i riti della sua famiglia e con i principi della buona educazione o perché rivolga slogan anacronistici contro il patriarcato, la sua è una ribellione tutta interiore, un’indistruttibile gioia di vivere che è conseguenza tanto di una predisposizione naturale quanto di una ferrea disciplina, di un istinto e di una volontà: l’istinto e la volontà di trasformare il vissuto in qualcosa su cui ridere, a cui togliere e non aggiungere importanza, di sublimare in battuta e in gioco – per una battuta e per un gioco di spirito, la Signora Maisel è pronta a tutto – quanto di minimamente o enormemente sgradevole accade e, in tutto ciò, si rivela non solo il suo talento per la comicità, ma anche quello, ben più importante, per la vita.
La fantastica signora Maisel 2: uno show corale di grande qualità, curato al dettaglio nella ricostruzione di ambienti, costumi, caratteri
In tal senso, La Fantastica Signora Maisel 2 è senz’altro una celebrazione di questo talento e di ciò che immaterialmente lo nutre, quella cultura ebraica a cui Midge appartiene e che viene rappresentata come una fonte inesauribile di minuscole eppure portentose stravaganze, di infinte occasioni concesse al grottesco. La qualità immensa della serie risiede, allora, nella combinazione di ingegneristica perfezione creativa tra scrittura coltamente arguta e ricostruzione filologica dei costumi e degli ambienti dell’epoca: The Marvelous Mrs. Maisel ci restituisce una New York sfavillante e mondana, socialmente composita, che, anche attraverso la moda e le più diverse espressioni di culture ufficiali e sotterranee, esprime il suo fermento e la sua esultanza sperimentale e aggregativa.
Lo show è, così, certamente la storia di Midge Maisel, ma la dimensione corale è, in fondo, la sua principale forza: tutti gli altri personaggi, che definire secondari sarebbe riduttivo e fuorviante, sono caratterizzati da una sensibilità e una complessità sbalorditive e anche le relazioni che tra loro intrattengono non si rivelano mai banali, allineate ai binari piatti e prevedibili dei cliché della rappresentazione seriale. Tra tutti i personaggi apparentemente comprimari, ma in realtà ugualmente fondamentali, è impossibile, però, non citare Abe e Rose Weissman, i genitori di Midge, interpretati in modo eccezionale da Tony Shalhoub e Marin Hinkle: in questa seconda stagione sono protagonisti di un breve esilio bohémien a Parigi, che da solo varrebbe, se in epoca di streaming ve ne fosse uno, il prezzo del biglietto.
I dieci episodi di La Fantastica Signora Maisel 2 sono disponibili da mercoledì 5 dicembre 2018 sulla piattaforma streaming Prime Video.