La flor más bella: recensione della serie TV Netflix
Dal 7 dicembre 2022 è disponibile su Netflix La flor más bella, teen-comedy messicana con protagonista l'attrice e star di Tik Tok Esmeralda Soto nei panni di una liceale vulcanica alle prese con l'adolescenza.
Disponibile su Netflix a partire dal 7 dicembre 2022, La flor más bella è la nuova serie teen-comedy ispirata all’adolescenza della comica messicana Michelle Rodríguez, (da non confondere con l’attrice texana di Fast and Furious e Avatar), qui co-creatrice assieme alla showrunner di Valeria e Non è il karma! Fernanda Eguiarte. La storia al centro degli 8 episodi da circa mezz’ora ciascuno è quella di una liceale di Xocimilco, cittadina affacciata sull’omonimo lago a sud di Città del Messico risalente all’epoca precolombiana, alle prese con i primi amori, le amicizie, l’ambizione alla popolarità e le solite vicissitudini familiari come di consueto trattate in narrazioni non ancora adulte come questa.
Storia di una teenager curvy di Xocimilco
Michelle detta “Mich”, interpretata dalla giovane attrice e star di Tiktok Esmeralda Soto, 24 anni anche se qui ne dovrebbe incarnare appena diciassette, con la sua chioma riccioluta, il suo corpo curvilineo e i suoi look sgargianti, di certo a scuola non passa inosservata. Sempre accanto alle sue due migliori amiche, mai considerata dalle bionde, magre e popolatissime whitexican, termine con cui i messicani si riferiscono ai connazionali ‘bianchi’ economicamente e socialmente più agiati, Mich in realtà da più di un anno si apposta nei bagni della scuola per sbaciucchiarsi Daniel, il ragazzo bello, impossibile e lievemente tonto della classe più ambito dal cuore di ogni studentessa.
Eppure, il codardo, si vergogna di rivelare a tutti di essere il suo fidanzato, portando così la nostra protagonista ad intraprendere una sfida personale di rivalsa di chi come lei è considerato il looser, lo strambo, il debole di turno. Nel tentativo di far capire a tutti quando sia favolosa e unica, Mich dovrà bilanciare aspirazioni personali e le implacabili aspettative della società e della sua famiglia che incombono sulla propria, libera realizzazione di essere ciò che vuole.
La flor más bella: tra body positivity, cotte adolescenziali e folklore messicano
Detta così, La flor mas bella sembra assumere un valore decisamente più encomiabile e rilevante di ciò che invece, in concreto, la serie messicana si rivela essere già dal primo episodio. L’aderenza completa ai temi e alle ambientazioni tipiche del racconto adolescenziale di americana memoria, (i corridoi della scuola e la segretezza della cameretta, le feste, gli innamoramenti, i confronti e i consigli con i genitori, le brutte figure e tutto ciò che ne deriva), vengono infatti circoscritte in un approccio meramente divertito e divertente, grazioso ma didascalico; insomma debolmente complesso nonostante la volontà di parlare di accettazione di sé e body positivity.
Si ha l’impressione forse che l’obiettivo delle due creatrici di scardinare le pericolose dinamiche di poteri fra liceali e i rischi del gerarchizzarli in base alle mode e ai codici di valore e celebrità, sia rimasto minuscolo e perciò invisibile rispetto alla fretta e di dipingere e rappresentare una protagonista, e con esso il folklore della cittadina sul lago attraversabile solo tramite gondole, sempre iper colorata, sopra le righe, caotica, vulcanica – forse, vista l’età anagrafica della sua interprete, perdendone di autenticità e genuinità.
La flor mas bella, seppur a tratti graziosamente cartoonesca e in linea con una leggerezza di fondo che permane per tutta la visione, rimane perciò un’operazione carina ma trascurabile, che finisce per risolversi con estrema semplicità anche quando intraprende ambizioni maggiori rispetto alle semplici e volatili cotte adolescenziali. Una su tutte, quella di trovare un punto di contatto di riconoscibilità con il suo pubblico teen e comunicare con loro su valori di auto accettazione e felicità personali.