Bif&st 2022 – La Fortuna: recensione della miniserie di Alejandro Amenábar
In anteprima alla 13esima edizione della kermesse barese i primi episodi della serie tv diretta dal regista premio Oscar® Alejandro Amenábar, con protagonista Stanley Tucci.
Prima o poi anche uno come Alejandro Amenábar, regista di The Others e premio Oscar® per Mare Dentro, doveva cedere al canto irresistibile delle sirene della produzione sulla lunga distanza. Per il suo debutto nella serialità ha scelto di adattare per il piccolo schermo la graphic novel Il tesoro del cigno nero di Paco Roca e Guillermo Corral, dando vita a una miniserie in sei episodi da un’ora cadauno, della quale ad oggi non si hanno ancora notizie precise su dove e quando andrà in onda in Italia. Voci di corridoio parlano del post estate e di un canale generalista, ma si resta comunque nella sfera dell’ipotetico. Nel frattempo, un gustoso antipasto di quello che vedremo è andato in scena sullo schermo allestito nella splendida cornice del Teatro Petruzzelli nel corso della 13esima edizione del Bif&st, che ha ospitato la proiezione in anteprima dei primi due episodi di La Fortuna.
La Fortuna prende il nome dall’omonima nave spagnola affondata nelle acque dell’Atlantico nel 1804
La prima serie diretta dal cineasta cileno, scritta da Fernando Bovaria, Domingo Corral e Alejandro Hernandez, prende il nome da una nave spagnola affondata dalla marina britannica nelle acque portoghesi nel 1804. Oltre a numerosi civili, il galeone in questione trasportava all’interno della sua stiva numerosi forzieri pieni zeppi di dobloni d’oro e scudi di bronzo, per quello che da lì in poi sarebbe diventato uno dei tesori perduti più famosi della storia, lo stesso che decenni dopo un pirata dei giorni nostri di nome Frank Wild, interpretato da Stanley Tucci, farà riemergere dal fondale dell’Atlantico durante una delle sue missioni. Un evento, questo, che darà vita a una battaglia legale tra la società americana responsabile del ritrovamento e il Ministero della Cultura spagnolo, rappresentato per l’occasione da una task-force altamente improbabile formata da un neo-diplomatico alle prime armi e un’impiegata d’archivio dallo spirito libero. Ad affiancare Alex Ventura (Alvaro Mel) e Lucia (Ana Polovosa) in questa difficilissima impresa l’avvocato americano decisamente sui generis appassionato di storie di pirati Jonas Pierce (Clarke Peters).
In La Fortuna va in scena il classico scontro tra David e Golia
Quello che sembra palesarsi all’orizzonte è il classico scontro tra David e Golia per dare a Cesare quello che è di Cesare. A chi spetta questo tesoro? agli Stati Uniti perché l’ha recuperato un cittadino americano o alla Spagna per via della nazionalità di appartenenza della nave. Alla visione della serie e alle aule di tribunale l’ardua sentenza in un percorso processuale che prenderà il via a partire dall’epilogo del secondo episodio, quando in zona Cesarini il legale rappresentate della controparte iberica consegnerà gli incartamenti al tribunale a stelle e strisce che farà da cornice al lungo e complesso dibattimento che porterà al termine del capitolo conclusivo della miniserie ad individuare il legittimo proprietario del tesoro. Ed è a questo turning point che si arresta la nostra analisi, ossia ai titoli di coda del secondo episodio, quelli mostrati al festival barese.
In La Fortuna trovano spazio ricostruzioni storiche che riavvolgono le lancette dell’orologio ai primi dell’Ottocento
Nei primi capitoli, dopo il ritrovamento del tesoro per mano di Wild con tanto di robot subacqueo in stile Titanic, viene dato spazio alla presentazione dei personaggi principali che vanno a formare le due fazioni in campo e a tutte le fasi preliminari che porteranno all’inizio del dibattimento. Ma c’è di più, con le lancette dell’orologio che riavvolgono il nastro del racconto al fatidico giorno, mostrando le dinamiche che porteranno all’affondamento del galeone. Ci troviamo così scaraventati dal presente al passato, con Amenábar che deve vedersela nuovamente con un period-drama come già accaduto per The Others, Mientras dure la guerra e ancora più in là nel tempo con Agora, laddove in forma romanzata ha rievocato la vita della matematica, astronoma e filosofa greca-alessandrina Ipazia, vittima delle persecuzioni anti-pagane. In tutti questi precedenti, comprese le scene che chiudono il pilot e aprono l’episodio successivo, la messa in scena e le ricostruzioni storiche appaiono sempre qualitativamente di buon livello, con nessuna sbavatura in grado di minarne la credibilità. Il duro scontro a fuoco tra i galeoni a colpi di fucile e cannonate, che porterà alla distruzione della nave battente bandiera spagnola, ha nell’efficace scambio balistico un punto a favore in termini di spettacolarità, con la mente che riporta al meglio del cinema d’avventura picaresco. Poi dai fatti, drammatici in questo caso, si passerà alle parole e al conseguente ritorno al presente per un primo tentativo andato a vuoto di negoziazione, al quale seguirà un botta e risposta che come da pronostici porterà alle vie legali.
Al centro della miniserie i temi dell’appartenenza e della tutela del patrimonio culturale
Una volta accesa la miccia, La Fortuna rivelerà quella che è la sua vera natura drammaturgica e di genere, in cui l’anima del dramma spalancherà le porte alla componente ludica del thriller e del legal-movie, con tutto il carico di stilemi e temi al seguito, con l’appartenenza e la tutela del patrimonio culturale (torna alla mente un film come The Monuments Men di George Clooney) come argomentazione principale. L’azione si sposta di conseguenza all’interno delle aule del tribunale per stabilire chi per legge sarà il proprietario del preziosissimo bottino dal valore storico ed economico enorme. A giudicare dalle schermaglie iniziali tra le parti in causa, quella che andrà in scena nel corso dei restanti quattro episodi sarà una battaglia ricca di colpi di scena e ribaltamenti, ma attendiamo di assistere alla conclusione delle ostilità per pronunciarci a riguardo. Ma le premesse sembrano buone, con Amenábar che ci mette del suo per rendere lo show appetibile sin dai minuti inaugurali di quella che probabilmente non sarà la prime e ultima esperienza nel campo della serialità. Solo il tempo e il gradimento di questo esordio ce lo potranno dire.