La tregua: recensione della serie TV Netflix
La nostra recensione della serie tv La tregua, diretta da Matthieu Donck con Yoann Blanc e Guillaume Kerbush
La tregua (La trêve) è una serie tv belga diretta da Matthieu Donck, interpretata da Yoann Blanc, Guillaume Kerbush e Anne Coesens, disponibile su Netflix dal 20 luglio 2018.
Protagonista della serie è l’investigatore Yoann Peeters (Yoann Blanc), un detective in lutto che torna a vivere nella sua città d’origine, Heiderfeld. Non appena prende servizio, la tranquillità della sua cittadina natale viene sconvolta dal ritrovamento di un cadavere di un ragazzo nelle acque del fiume Semois. Il misterioso delitto viene affidato alle intuizioni e al talento investigativo di Peeters che, con l’aiuto del maldestro agente di polizia Sebastian Drummer (Guillaume Kerbush), cercherà di scoprire chi si cela dietro quel delitto efferato, svelando oscuri segreti che circondano Heiderfeld e inabissandosi in un privato occultato e controverso.
La tregua: la serie tv disponibile su Netflix dal 20 luglio
La tregua: un’immersione in un remoto e torrido villaggio del Belgio
Yoann Peeters si dovrà destreggiare tra le vicende di un apparente caso di suicidio: tutti sono convinti della autenticità del siffatto verdetto, tutti tranne lui. Ed è per questo che il protagonista si spingerà al di là di ogni morale, di ogni logica investigativa, compromettendo anche la sua salute e la sua stabilità mentale, guidando se stesso e lo spettatore in uno scenario drammatico e spiazzante che, con dedizione e impassibilità, riuscirà a portare alla luce.
La tregua segue i topoi del noir nordico: realismo, suggestioni e una dialettica asciutta
La serie è ovviamente carica e popolata di colpi di scena; sa come mostrare, con grande lucidità e intelligenza, quanto nessuno sia chi dice di essere realmente e come il male a volte si nasconda e alberghi in ognuno di noi. La tregua inoltre è abile nel muoversi tra diverse tematiche a partire dal sadomasochismo, l’aborto, la corruzione nel calcio, il neonazismo, il traffico di droga, le scommesse illegali, la mafia e la simbologia mistica.
Ciò che emerge è un mondo marcio e brutale reso coerente e attraente grazie ad una scrittura acuta supportata da una splendida fotografia. I creatori Matthieu Donck, Benjamin d’Aoust e Stéphane Bergmans sono riusciti a realizzare una storia sorprendente che ha avuto la grande capacità di svettare grazie al suo ritmo concitato, ad un’ottima estetica naturale e per un’eccellente struttura narrativa.