La valigia (The Trunk): recensione della serie sudcoreana Netflix con Gong Yoo

Gong Yoo e Seo Hyun-jin sono protagonisti di un drama tagliente sul fallimento dell'amore e su come la persona giusta può salvarci. La Valigia è disponibile dal 29 novembre 2024.

Continuano, per la grande felicità dei fan dei k-drama, le uscite seriali sudcoreane targate Netflix. Dopo il successo di Mr. Plankton, arriva sulla piattaforma streaming della grande N la serie La valigia (titolo internazionale The Trunk) adattamento dell’omonimo romanzo di Kim Ryeo-Ryeong e con protagonisti Gong Yoo (Squid Game) e Seo Hyun-jin. In questo drama, descritto come un mix tra thriller e romantico, la relazione di una coppia sposata, legata da un matrimonio a contratto, viene messa alla prova e nel mirino della polizia a seguito del ritrovamento in un lago di una misteriosa valigia.

La valigia: una storia di anime spezzate che incrociano i propri destini

La valigia (The Trunk) Gong Yoo e Seo Hyun-jin - Cinematographe.it
Gong Yoo e Seo Hyun-jin nei panni di Joeng-won e In-ji nella serie La Valigia

Una valigia è tutto ciò di cui hai bisogno per un matrimonio“. Una valigia può contenere abiti, effetti personali, documenti, ricordi, memorie, sentimenti, un contratto, una vita intera… E La Valigia, scritta da Park Eun-young e diretta da Kim Kyu-tae, si apre proprio con il ritrovamento di una misteriosa valigia in un lago ma prosegue con la storia di due anime perdute. Han Jeong-won (Gong Yoo), produttore musicale, ha un lavoro che ama, una casa che potrebbe essere una vera e propria opera d’arte architettonica, e un discreto numero di auto di lusso… eppure la sua vita è a pezzi. È un uomo sul baratro. Ha appena firmato controvoglia le carte per mettere fine ad un matrimonio fallito, è divorato dagli incubi di un passato difficile, ed è alle prese con la dipendenza da farmaci. L’unico barlume di luce è la promessa di tornare insieme alla ex-moglie Lee Seo-yeon dopo una “pausa di riflessione”, e dopo un anno di matrimonio a contratto con un’altra donna. Così come imposto dalla moglie come conditio sine qua non. Ed è così che si ritrova improvvisamente sposato con Noh In-ji (Seo Hyun-jin), una donna miseriosa che lavora per NM (New Marriage), agenzia matrimoniale segreta che fornisce matrimoni a contratto. In-ji, dal canto suo, ha una vita piuttosto semplice anche se non convenzionale. Passa da un marito all’altro per lavoro, un anno di matrimonio a contratto in cui è la moglie perfetta, da manuale. Ma dietro la superficie pacata e discreta si nasconde una donna disillusa dall’amore e dal matrimonio, le cui ferite emotive derivano da un amore finito.

La Valigia Gong Yoo e Seo Hyun-jin Netflix - Cinematographe.it
Gong Yoo e Seo Hyun-jin nei panni di Joeng-won e In-ji nella serie La Valigia

In-Ji e Jeong-Won diventano così una vera e propria coppia di neo-sposi, almeno dal punto di vista legale, anche se sono due sconosciuti. Una relazione contrattuale tra due anime spezzate, in cui il matrimonio puramente di facciata muta e si trasforma in un’intesa e complicità reciproca. Dove – nemmeno il ritrovamento di una valigia (e di un cadavere) in un lago, l’investigazione della polizia sull’omicidio, e le interferenze degli ex – non distolgono l’attenzione dall’intrigante relazione che si instaura tra i protagonisti. Possono due anime danneggiate, due cuori profondamente spezzati, tornare a vivere e amare? Possono i traumi emotivi essere riparati grazie alla vicinanza e alla presenza di una persona nella propria vita?

La valigia: una serie che si lascia guidare dai propri personaggi, piedistallo della narrazione

La Valigia Gong Yoo e Seo Hyun-jin Netflix - Cinematographe.it
Gong Yoo e Seo Hyun-jin nei panni di Joeng-won e In-ji

Nonostante La Valigia sia stata pubblicizzata come una serie thriller e romantica, l’aspetto mistery e poliziesco è marginale, focalizzandosi invece sull’indagine emotiva e umana dei propri personaggi. Una serie che, a differenza di molti show sudcoreani ed internazionali, tenta con grande attenzione e consapevolezza di portare sullo schermo una storia realistica, in cui i personaggi sono sfacettati e singolari, mai caricature o abbozzi. Uno show che mostra l’essere umano nelle sue fragilità, debolezze, paure, nella sua pateticità, bruttezza e umanità. Non ci sono protagonisti perfetti e forti, che affrontano la realtà con estrema razionalità e con coraggio, e non ci sono nemmeno gli antagonisti bidimensionali, immobilizzati nella caratterizzazione di oppositori dei protagonisti.

Gong Yoo Netflix - Cinematographe.it
Gong Yoo nei panni di Joeng-won nella serie La Valigia

Jeong-won è un personaggio totalmente umano, schiacciato dal passato e divorato dal presente. Un uomo fragile, consumato dai propri sentimenti, dalla paura di non avere un futuro e dal rimorso per la storia familiare difficile. Un uomo che cerca stabilità, familiarità, e che vuole sentirsi amato. Desideri che lo rendono succube della sua relzione tossica e di codipendenza con la ex-moglie Seo-yeon, che – nonostante sia impegnata in un nuovo matrimonio – vuole esercitare il controllo assoluto su Jeong-won. Gong Yoo è un attore molto abile, incarna il ruolo con maestria e riesce a portare sullo schermo un personaggio fragile, sfacettato, quasi patetico, per cui è impossibile non tifare. Nel corso degli episodi vediamo l’evoluzione di Jeong-won e il suo rinascere come persona, in un viaggio alla ricerca e all’accettazione di sé, comprese le proprie imperfezioni e le proprie cicatrici.

Seo Hyun-jin Netflix - Cinematographe.it
Seo Hyun-jin nei panni di In-ji nella serie La Valigia

La In-ji di Seo Hyun-jin è un personaggio altrettanto complesso, e nonostante appaia più forte e dominante di Jeong-won, nasconde anche lei un lato fragile quanto oscuro. Una donna che, a causa dei propri traumi, ha imparato a vivere nel presente e a diffidare dei sentimenti, ma che al medesimo tempo deve fare i conti con il proprio passato per poter vivere veramente. L’interpretazione di Seo è più misurata e pacata rispetto a quella di Yoo, ma comunque a servizio del ruolo. Degna di nota anche Jung Yun-ha che porta sullo schermo una Seo-yeon spietata, crudele, ma anche estremamente imperfetta, fragile e umana. Una donna forte che ama avere il controllo della propria vita, del proprio matrimonio e del proprio marito, attuale e passato. Una donna vendicativa, che non lascia andare e che vuole punire… perché una volta che è stata ferita non perdona. Sfacettata e mai bidimensionale, l’interopretazione di Jung è allo stesso livello dei colleghi protagonisti, riuscendo a procurarsi l’ammirazione dello spettatore.

La valigia: una storia di fallimento ma anche di redenzione e di rinascita

La valigia Netflix - Cinematographe.it

La valigia è una serie che è guidata dai propri personaggi e che funziona grazie alle relazioni che si instaurano tra di loro. Una storia che punta sui dialoghi e sulla caratterizzazione dei personaggi, nodo centrale di tutta la narrazione. Nello show non troviamo il classico drama, ma siamo di fronte ad una serialità che sfrutta il proprio tempo per portare allo spettatore una storia di cuore infranti, di animi spezzati, di amori finiti, e di matrimoni falliti. Affrontando i traumi e mettendo luce sulla fragilità umana, si esplora il crollo delle fondamenta di una relazione, si sviluppa la ricostruzione e la rinascita di due animi che, come due relitti galleggianti in mare, si incontrano e si salvano a vicenda. Una storia di fallimento ma anche di redenzione, di rinascita, e di seconde chance.

E la famosa valigia? Poco importa nella storia, perché si tratta di un vero e proprio macguffin. Simbolicamente si rivela uno scrigno di memorie, ma di fatto è solo un espediente per mettere in scena una linea narrativa thriller e poliziesca. Un’aggiunta interessante ma del tutto inutile per il fulcro centrale della storia. Pertanto, non concentratevi troppo sulla valigia, togliereste solo la vostra attenzione da quello che importa veramente.

Uno show stilistacamente lontano dai classici k-drama

La valigia casa Netflix - Cinematographe.it

Fin dal primo episodio La Valigia si dimostra una serie diversa dai classici k-drama. Lo show è visivamente, e in parte narrativamente, distante da tutto ciò a cui lo spettatore è abituato a vedere nella seralità sudcoreana. Già nei primi minuti si avverte un’intensità e un’oscurità fuori dai canoni. Stilisticamente possiamo associare la serie più alle produzioni cinematografiche del paese, o anche alle produzioni europee piuttosto che ai k-drama, soprattutto dal punto di vista tecnico. Partendo dalla fotografia, che risulta scura e opprimente, passando per la musica, il ritmo e anche le scenografie. Nel complesso si osserva una grande attenzione e cura rivolta a tutti i reparti tecnici. Degna di nota è la casa di Jeong-won, un’abitazione fortemente architettonica, che funge da strumento narrativo e che accompagna l’evoluzione del protagonista nel corso degli 8 episodi. Una gabbia spaziale e mentale che racchiude il protagonista, buia e soffocante, una vera e propria prigione mentale entro cui il personaggio di Gong Yoo chiude sé stesso ed entro cui è tormentato dai ricordi. Con tanto di lampadario immenso, simbolo e costante memoria di un trauma familiare. Con il passare degli episodi diventa però più ariosa e luminosa, riusciamo anche a vederne il giardino interno, e si trasforma in uno spazio entro cui il personaggio esplora il suo nuovo matrimonio. Allo stesso tempo però diventa un pesante relitto dei suoi ricordi e del suo passato, un àncora che non permette di andare avanti.

La valigia fotografia Netflix - Cinematographe.it

Altri elementi distintivi della serie sono la fotografia e il reparto sonoro. Per quanto riguarda la fotografia, è assente la luminosità artificiale tipica dei k-drama, e troviamo invece atmosfere cupe e drammatiche, con chiaroscuri e contrasti evidenti. Solo negli spazi aperti troviamo un senso di libertà e di naturalezza. Anche i colori predominanti rispecchiano una pelette scura, con toni malinconici che sono evidenziati dalle cromie blue e grigiastre. Vale la pena rivogere qualche parola anche al reparto sonoro, soprattutto la colonna sonora, che fa uso di musiche cupe, fredde, e distintive. In particolare, alcune tracce catturano l’attenzione: “Producer Jeong-won” e “Milonga with Lover“, che rappresentano musicalmente i personaggi di Jeong-won e di In-ji. La prima, moderna, elettronica, rappresenta le ansie, le paure, la confusione di Jeong-won; infatti la sentiamo nei momenti in cui il personaggio si trova in uno stato emotivo negativo. La seconda, che rappresenta il personaggio di In-ji, è una musica più tradizionale, una ballata sudamericana, che rieccheggia il passato della donna, e che la porta a connettersi con Jeong-won.

La valigia: valutazione e conclusione

Gong Yoo e Seo Hyun-jin La Valigia - Cinematographe.it
Gong Yoo e Seo Hyun-jin nei panni di Joeng-won e In-ji nella serie La Valigia

La Valigia (The Trunk) è una serie che, al di là della premessa, presenta pochi elementi in comune con le classiche serie sudcoreane. Partendo dagli aspetti tecnici e passando per la struttura narrativa, lo show di discosta dagli stilemi dei k-drama per avvicinarsi maggiormente alle produzione cinematografiche del Paese. Nel complesso La Valigia è una serie lenta, che necessità attenzione e che grazie ad una buona regia e ad una recitazione impeccabile riesce a portare allo spettatore una storia di cuori infranti, anime spezzate, di matrimoni falliti, di cicatrici emotive, ma anche di rinascita e di redenzione. Un racconto di relazioni tossiche, di amori complicati e di come la persona giusta, anche se nel momento sbagliato, può salvarti la vita.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.8

Tags: Netflix