L’amica geniale. Storia del nuovo cognome: recensione dei primi due episodi
La recensione dei primi episodi de L’amica geniale. Storia del nuovo cognome, la seconda stagione della serie TV Rai tratta dai libri di Elena Ferrante
Dal 10 febbraio in prima serata su Rai 1 torna l’universo de L’amica geniale con la seconda attesissima stagione Storia del nuovo cognome, diretta di nuovo da Saverio Costanzo al quale in questo capitolo si affianca la regista Alice Rohrwacher negli episodi 4 e 5. La serie è scritta dallo stesso regista, Francesco Piccolo, Laura Paolucci ed Elena Ferrante la misteriosa autrice dell’omonimo best seller internazionale. Storia del nuovo cognome è tratto dal secondo libro della quadrilogia edita da Edizioni E/O. Nel cast ritroviamo Gaia Girace e Margherita Mazzucco nei panni delle due protagoniste, le inseparabili compagne Lila Cerullo ed Elena Greco. Serie evento in quattro serate prodotta da The Apartment e Wildside, parte di Fremantle e da Fandango in collaborazione con Rai Fiction con HBO Entertainment in co –produzione con Mowe e Umedia.
L’amica geniale. Storia del nuovo cognome: dove eravamo rimasti?
Le vicende nel secondo capitolo riprendono esattamente da dove si erano interrotte alla fine della prima stagione: Lila si è appena sposata ma proprio il giorno del suo matrimonio, dopo la gioia iniziale, scopre il tradimento del marito Stefano Carracci (Giovanni Amura) che ha stretto, insieme a suo padre e suo fratello, un accordo economico alle sue spalle con l’odiatissima famiglia dei Solara che avranno la loro percentuale nella vendita delle scarpe Cerullo. Elena, invece, è di nuovo divisa tra la passione che prova per il suo compagno di liceo, l’intellettuale Nino Sarratore (Francesco Serpico) che le sfugge sempre, e la storia con il meccanico Antonio Cappuccio (Christian Giroso).
All’inizio della prima puntata della seconda stagione Lila e Stefano in viaggio di nozze ad Amalfi litigano furiosamente e la vera natura del ragazzo viene fuori: rabbioso e spietato riverserà tutta la violenza che ha dentro sulla novella sposa rigettando Lila in un vortice di disperazione mista ad apatia. Elena si accorge dei lividi dell’amica al suo ritorno dalla breve e tragica luna di miele e nuovamente sarà la loro amicizia ad aiutare Lila a riprendersi e a diventare più forte, decisa a vendicarsi in tutti i modi del marito. Le due ricominciano a studiare insieme come un tempo: Lila invita Elena nella sua nuova, elegante casa da ricca donna sposata e vive di riflesso la bellezza dello studio, della scuola che da piccola dovette abbandonare, nonostante la sua “genialità”, per imposizione del padre che la costrinse a lavorare nella bottega di scarpe di famiglia.
Leggi la recensione della prima stagione de L’amica geniale
La narrazione è sempre divisa in capitoli (i primi due episodi s’intitolano Il nuovo cognome e Il corpo) e portata avanti in prima persona dalla voce in voice over di Elena da grande (Alba Rohrwacher) e attraverso i suoi occhi e le sue considerazioni scopriamo l’universo complicato di queste “piccole donne” italiane, amiche, nemiche, sempre in competizione ma legate indissolubilmente l’una all’altra.
L’amica geniale. Storia del nuovo cognome – Il Rione sinonimo di prigione e violenza
Ancora il Rione al centro delle vicende di Lila ed Elena, quel microcosmo soffocante, quasi un non luogo, che risucchia la vitalità delle due amiche geniali divise tra la voglia di libertà e le imposizioni delle famiglie e della società retrograda degli anni ’60. L’istruzione e la cultura sembrano poter salvare almeno Elena, il cui futuro sembra più roseo. Per Lila, invece, il destino sembra segnato da violenza e umiliazioni, ormai moglie di un orco che comunica in maniera inquietante lo stesso timore e ribrezzo che il personaggio del padre, il boss Don Achille Carracci, suscitava nella prima stagione. Una violenza perpetrata anche dalla sua famiglia con l’indifferenza: la scena nella quale il padre, la madre e il fratello di Lila fanno finta di niente di fronte ai vistosi lividi della ragazza e la sua palese tristezza è più dolorosa e impressionante di uno schiaffo del marito. Con il nuovo cognome Lila scopre di non appartenere più a sé stessa, di non esserci più se non solo quando si riflette negli occhi dell’amica Elena.
L’amica geniale. Storia del nuovo cognome – Il corpo della donna nella serie TV Rai
Centrale in questi due primi episodi il corpo della donna, la scoperta del sesso: un corpo strumento nelle mani degli uomini e della società, “a disposizione” solo per il piacere maschile e per procreare. La gente mormora perché Lila non rimane incinta, suo marito furioso è convinto che abbia così tanto veleno dentro da respingere il concepimento di una creatura. Invece è come se il suo corpo si rifiutasse di mettere al mondo un figlio frutto della violenza e del dolore. Elena di riflesso si dà ad Antonio senza troppa passione solo per diventare grande, per sentirsi donna.
Sono delle tematiche potenti quelle che vengono raccontate in questa seconda stagione che non hanno a che fare solo con la scoperta della sessualità in due giovani donne ma con la considerazione del corpo femminile in una società non ancora evoluta che in certi aspetti ritroviamo purtroppo ancora oggi. Durante un’emozionante scena del secondo episodio Elena osserva con i suoi occhi critici le donne del Rione, sfatte, rabbiose, brutte, spente: donne schiacciate da una maternità obbligata, trasformate nel corpo e nell’anima dai figli, tanto da diventare simili ai loro mariti, agli uomini. Un netto rifiuto di Elena a tutto questo segna ancora una volta la forte volontà della ragazza ad emanciparsi, a essere libera di scegliere cosa farne del proprio corpo quando la rivoluzione sessuale era ancora ben lontana. Lila ed Elena in modi diversi rappresentano già questa ribellione, questa rivoluzione della donna.
È questa la bellezza di una serie, successo internazionale, merito non solo della maestria di Elena Ferrante nel creare un romanzo popolare suggestivo, spietato, sincero ma anche di parlare di attualità. Quello che per molte donne contemporanee è scontato grazie ad anni di lotte per l’emancipazione, per altre è ancora una triste realtà, e non parliamo solo di paesi del terzo mondo, ma delle donne ancora vittime della violenza e dell’ignoranza ad ogni latitudine.
L’amica geniale. Storia del nuovo cognome – Un successo destinato a continuare
Una messa in scena sempre elegante e curata nei minimi dettagli quella di Saverio Costanzo che già nei primi due episodi si spinge aldilà dei confini claustrofobici del Rione andando fino in centro a Napoli, ad Amalfi e nelle prossime puntate tornando nella splendida Ischia. Una narrazione, nel rispetto del romanzo, veritiera, suggestiva e senza filtri come nella straziante scena dello stupro di Lila da parte di Stefano la prima notte di nozze, senza scadere mai in volgare morbosità. Una stagione che sicuramente eguaglierà il successo internazionale della prima. Un risultato che continua ad essere di altissimo livello grazie anche all’ottima performance delle due giovani protagoniste Gaia Girace e Margherita Mazzucco che con naturalezza e intensità incarnano in pieno lo spirito rivoluzionario di Lila ed Elena.
I primi due episodi de L’amica geniale. Storia del nuovo cognome saranno nelle sale italiane in anteprima il 27, 28, e 29 gennaio distribuiti da Nexo Digital.