Le ragazze del centralino – Stagione 3: recensione della serie tv
La rivoluzione femminile, sentimenti contrastanti e maggiore unità nella terza stagione de Le ragazze del centralino.
L’aveva promesso la serie tv Le ragazze del centralino (Ramón Campos, Gema R. Neira, Teresa Fernández Valdéz), questa sarebbe stata la stagione del cambiamento e così è stato; ma andiamo con ordine. Dal 7 settembre sono tornate, con la terza stagione (8 episodi), su Netflix le centraliniste della compagnia telefonica nazionale spagnola interpretate da Blanca Suarez, Nadia de Santiago, Ana Fernandez, Maggie Civantos e Ana Polvorosa. Tornano, sul piccolo schermo, a lottare per i propri diritti e per la propria libertà, tornano con le loro storie d’amore e di tradimenti, di autodeterminazione e rivendicazione.
Se non avete ancora visto la serie tv, ecco cosa sapere prima di vedere Le ragazze del centralino 3 su Netflix
Le ragazze del centralino 3: un incendio che dà inizio a tutto
La terza stagione riparte da quel cliffhanger dolorosissimo che aveva spaventato i fan della serie, da quell’incidente in cui Lidia precipita dal balcone della clinica dove era stata portata per abortire. Le cose però no sono andate come si poteva immaginare: Lidia è viva e ha portato a termine la gravidanza, dando alla luce la bellissima Eva e si sta per sposare con Carlos. Le ragazze del centralino si apre con un quadro quasi idilliaco: le quattro sono riunite, felici e rasserenate: Lidia ha finalmente trovato una sua stabilità, Marga ha coronato il suo sogno d’amore con Pablo, Ángeles è tornata a casa per rivedere le amiche. Ma qualcosa sta per accadere e lo spettatore lo capisce chiaramente e concretamente all’arrivo della suocera di Lidia, Carmen, da sempre ostile al rapporto tra il figlio e la nuora. La sua presenza è sintomo che la tragedia sta per abbattersi sugli sposi e sugli invitati. Divampa un incendio che ridurrà in cenere la Chiesa e manderà in fumo l’apparente serenità di quel giorno: morti (fondamentale per la narrazione è quella di Elisa, la sorella di Carlos), sparizioni, un matrimonio non celebrato.
La vita di Lidia, Marga, Carlota e Ángeles – più unite che mai, soprattutto nel finale di stagione quando comprendono ancor di più di essere l’una la forza dell’altra – subirà un colpo da cui sarà difficile rialzarsi: Lidia prima crede che la piccola Eva sia morta, poi capisce che è solo scomparsa, Marga, scossa per l’accaduto, deve per di più prendersi cura del marito ferito durante l’incendio, Carlota perde il padre, Ángeles, ritrovata dall’ispettore e amante Cristobal, è costretta a diventare la sua talpa. Una vera svolta dunque per le giovani donne che dovranno risollevarsi, rimboccarsi le maniche e ricominciare da capo.
Le ragazze del centralino: una madre alla ricerca di sua figlia
Lidia non può e non ce la fa ad accettare l’accaduto, è disperata ma riesce ad andare avanti perché convinta da una parte che Eva sia ancora viva, dall’altra perché sicura di conoscere la colpevole, Donna Carmen. La giovane è spinta non dal desiderio di giustizia ma da quello di vendetta e si arma assieme alle sue amiche – che all’inizio non le credono – per ritrovare la figlia. C’è una persona che soffre tanto quanto lei ed è Carlos, combattuto dall’amore per tutte le donne della sua vita: la madre, Lidia e la primogenita che crede morta. Le ragazze del centralino si costruisce a suon di vendette e segreti che si inanellano le une con gli altri, lasciando poi il posto ad altrettanti intrighi e tradimenti, ma tutti questi intrecci risultano essere poco riusciti e “telefonati”. Lo spettatore sa già quasi tutto ciò che sta per succedere e perde un po’ di quel “meraviglioso” che dovrebbe cogliere lo spettatore di fronte a uno “spettacolo”. Lidia, come nelle scorse stagioni, corre avanti e indietro, ma non da un amore all’altro, passando dalle braccia di Carlos ai baci di Francisco, ma da appostamenti alla suocera per scoprirne i segreti alle indagini in convento per trovare tracce di sua figlia.
In questa battaglia, al suo fianco ci sono le amiche (la sororità è elemento fondante della serie ma non si declina in altri sensi) e Francisco che la accompagnano in questa spirale da cui sembra impossibile uscire: quando a Lidia, pronta a rischiare tutto, pronta a scendere a qualsiasi compromesso, anche ad uccidere se necessario, sembra di essere vicino alla verità Donna Carmen riesce a intercettarla e a mandare in aria il castello di carte. Se Lidia appare come una madre coraggiosa che non si lascia abbattere Donna Carmen viene dipinta come una madre bugiarda, cattiva e maligna che non sa di essere tale. È convinta di fare tutto questo per il bene dei propri figli, è convinta che Lidia sia un cancro da estirpare per la sua famiglia. Tale gioco di contrapposizione tra le due figure femminili all’inizio può sembrare utile alla narrazione e interessante per rappresentare la donna alla fine degli anni ’20 ma risulta alla fine trito e ritrito, poco originale e noioso addirittura.
Le ragazze del centralino 3: il racconto di una rivoluzione femminile
In Le ragazze del centralino si lavora ancora intorno ai sentimenti contrastanti e alle scelte sentimentali complesse delle ragazze, in questo caso soprattutto Marga e Ángeles. La prima viene messa a dura prova dall’arrivo del fratello gemello di Pablo, Julio, la seconda dal rapporto con Cristobal – i due non riescono a stare lontani ma non possono stare neppure assieme. Con Marga si mette in luce una tematica interessante, la sfera sessuale di una giovane coppia in quegli anni: la ragazza dice al marito di non essere felice, non prova ciò che dovrebbe provare durante l’amplesso; è interessante che si sia scelta proprio questa figura che nelle stagioni precedenti è sembrata goffa, timida, impreparata ai rapporti con l’altro sesso. Pablo forse non capisce, non intende ciò che lei gli vuole dire perché a quei tempi il piacere della donna era in secondo piano rispetto a quello dell’uomo. Tutto cambia quando arriva Julio, uguale in tutto e per tutto al coniuge; lo scambio di identità tra i due fratelli creerà non pochi problemi a Marga che dovrà ascoltare se stessa e il suo corpo. Ángeles dal canto suo si trova di fronte ad un altro problema: Cristobal. Lei e l’uomo lavorano insieme, si uniscono e si scontrano più e più volte, fingono di essere marito e moglie per poter incastrare Guzman, un criminale vecchio amico di Lidia. Lei è chiara, non è più assoggettata a nessuno, nessun uomo può dirle cosa deve o non deve fare. Questo gesto di ribellione rappresenta un altro filone importante in Le ragazze del centralino, quello femminista che va dall’affermazione professionale in una società maschilista e patriarcale (Marga vorrebbe specializzarsi) all’autodeterminazione personale.
Continua la crociata di Carlota che, con l’eredità del padre, promuove la causa delle violette, movimento femminista creato da Sara – ancora intensa la relazione tra le due, elemento interessante ma poco analizzato però -, e dà inizio ad un programma radiofonico, grazie all’aiuto di Carlos, in cui diffondere il loro verbo. In una Spagna che ancora stenta a riconoscere i diritti delle donne, è interessante notare come questa lotta monti sempre più e Carlota pur di portarla avanti rischia la propria vita (la violenza ai suoi danni avvenuta in radio).
Le ragazze del centralino: una terza stagione appannata
Tutto questo si concentra nel finale – che con una specie di costruzione simmetrica riporta lo spettatore ad un altro momento drammatico – in cui si incrociano le tematiche principali della serie, da una parte la rivoluzione femminile e politica che si concretizza nel sequestro della compagnia telefonica nazionale spagnola per la presenza del Re, dall’altra la scomparsa della piccola Eva, Lidia vuole costringere Carmen a confessare il luogo in cui ha nascosto la nipote. Su questo si aggrappano le altre storie di Marga con i due gemelli, Carlota che sembra far parte del gruppo dei rivoltosi e Ángeles che sembra arrivata ad un punto di non ritorno con Cristobal. I nodi narrativi si sciolgono, ovviamente la tensione aumenta soprattutto nel finale che segnerà un punto di svolta nella serie, però Le ragazze del centralino lascia dell’amaro in bocca. Infatti se nella prima stagione c’era la sorpresa, legata al fatto che i personaggi erano nuovi, le ambientazioni affascinanti, gli amori travolgenti, nella seconda il tutto si era leggermente appannato, nella terza stagione i problemi sono venuti a galla appannando questa il volta gli elementi positivi.