Le regole del delitto perfetto – stagione 6: recensione della stagione finale

La recensione della stagione finale, la 6, della serie TV di Shonda Rhimes Le regole del delitto perfetto, in onda in Italia dal 27 novembre.

Nel gran marasma di avvenimenti e passioni che è Le regole del delitto perfetto, la sesta stagione è quella da cui tutto il pubblico si aspetta chiarimenti e (auspicabilmente) un po’ di pace interiore. Questa ultima annata dovrebbe essere quella deputata a risolvere i grandi interrogativi di Annalise Keating e compagni di viaggio, fornendo finalmente la chiusura del cerchio capace di tirare le fila di sei stagioni in cui è successo letteralmente qualunque cosa di umanamente immaginabile. Come ci ha sempre abituato la cara Shonda Rhimes, i protagonisti della seria sono condotti al limite della verosimiglianza in quanto a resilienza e capacità di adattamento nei confronti di drammi e traumi vari che avrebbero distrutto chiunque altro.

Le regole del delitto perfetto - Cinematographe.it

A caratterizzare l’ultima stagione di Le regole del delitto perfetto arrivano i consueti triangoli amorosi, i rapporti familiari a dir poco conflittuali e una cura per costumi e styling decisamente inconsueta. I personaggi si arricchiscono continuamente di nuove vicissitudini che ne modificano l’approccio nei confronti degli amici e colleghi, ma si rendono anche attori – in questa stagione più che in passato – di critiche e riferimenti al mondo reale. Non più solo la questione razziale e socioeconomica come contingenza diegetica, ma anche chiari commenti piuttosto aspri nei confronti della politica sull’immigrazione di Trump e, ancor più nettamente smaccati che nelle stagioni passate, riferimenti alle politiche di genere, alla loro mancata efficacia e alle loro ipocrisie politiche.

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Le regole del delitto perfetto: l’accumulo di misteri irrisolti

La sesta stagione di Le regole del delitto perfetto promette fin dalle prime immagini di chiudere l’infinita sofferenza del gruppo di studenti e professori con il botto, con il colpo di scena più grosso che si possa immaginare in quel contesto. La promessa di dare risposta a tutte le domande rimaste in sospeso e di far luce su tutti i fili narrativi tracciati in questi anni (in alcuni casi decisamente troppi) è comunque facilmente tacciabile di falsità, in quanto con molta probabilità le risposte fornite saranno comunque lacunose e porteranno in molte occasioni a un vicolo cieco e, soprattutto, ad aprire casi e misteri ancora più grandi. Nell’ultima stagione, infatti, fin dai primi episodi si nota la definitiva sparizione di alcuni dei protagonisti principali (il rapimento di Laurel e del piccolo figlioletto) sebbene loro stessi diventino il perno intorno a cui costruire i misteri da risolvere proprio in questa tornata di episodi: gli intrighi subdoli dei Castillo, la morte improvvisa di Crawford, l’arrivo della madre di Gabriel sono tutti elementi che, presagiti nel finale della quinta stagione, danno modo alla sesta di continuare a raccontare e tessere trame intorno a personaggi che restano comunque profondamente legati a loro. In questo senso, tutta la storia di Wes ci ha già dato modo di provare la possibilità di continuare gran parte dei personaggi protagonisti di un racconto ai margini delle vicende narrate che restano invece prerogativa di chi non è più compreso nell’inquadratura.

L’eco di mostri del passato ha da sempre caratterizzato le vicende di Annalise e dei suoi studenti: ognuno di loro si è sempre infatti trovato a fare i conti con il proprio passato familiare, con gli amori di un tempo che fu, con vecchi traumi che pur sembrando sopiti si sono dimostrati abili a scuotere l’interiorità dei personaggi anche in tempo presente. La sesta stagione di Le regole del delitto perfetto si potrebbe considerare l’apoteosi di tutto questo, pronta a porre tutti, pubblico compreso, di fronte al passato più o meno svelato nel corso degli ultimi sei anni.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 2
Emozione - 3

3.2