Lies Anatomy – Bugie a Hollywood: recensione della docuserie su Elisabeth Finch, ex-sceneggiatrice di Grey’s Anatomy
Dal 31 marzo 2025 su Sky Crime e NOW, Lies Anatomy racconta le bugie della truffatrice Elisabeth Finch, ex-sceneggiatrice di Grey's Anatomy.
“Sinceramente, non conosco nessuno che non si senta un impostore. C’è una differenza tra l’essere riservati o il tenere una cosa solo per sé e l’essere bugiardi e io sono fiera di non essere una bugiarda”. Con il senno di poi, è scioccante ascoltare le parole di Elisabeth Finch, ex-sceneggiatrice di Grey’s Anatomy che ha mentito a buona parte di Hollywood. Lies Anatomy – Bugie a Hollywood (Anatomy of Lies) è una docuserie che ci racconta l’incredibile storia di una donna che credeva talmente tanto nelle sue bugie da riuscire a farle credere anche agli altri.

Tre episodi che svelano la storia di una persona che ha inventato interamente la propria vita, riuscendo a farsi strada in un mondo che sembra impenetrabile. Lies Anatomy – Bugie a Hollywood va in onda dal 31 marzo 2025 su Sky Crime, ogni lunedì alle 22:00 ed è disponibile in streaming su NOW.
Lies Anatomy: la complessa rete di bugie di Elisabeth Finch e la sua ascesa a Hollywood

Basata su un articolo pubblicato su Vanity Fair della giornalista Evgenia Peretz e diretta da quest’ultima e dal marito David Schisgall, la docuserie esplora la complessa rete di bugie messa a punto da Elisabeth Finch – classe 1978 – che sognava di lavorare a Hollywood e scrivere per la sua serie TV preferita: Grey’s Anatomy. I tre episodi di Lies Anatomy – Bugie a Hollywood mostrano come la donna, momento dopo momento, si è inventata pezzi della sua vita mettendo, di fatto, insieme un puzzle complesso.
A rivelare l’inganno della donna, un’e-mail mandata alla produttrice Shonda Rhimes che, fino a quel momento, aveva puntato su Finch volendola in prima persona al lavoro su Grey’s Anatomy. La docuserie riesce, con grande attenzione ai dettagli, a raccontare l’ascesa di Elisabeth Finch nel mondo della produzione televisiva. Si inizia dagli anni del liceo a Cherry Hill, in New Jersey per, poi, arrivare a Hollywood dove la donna inizia a lavorare come sceneggiatrice per serie come True Blood e The Vampire Diaries.
Nella docuserie, vengono ascoltate le voci di diverse persone che sono state vicine alla donna: tra le tante, ci sono Matt Graham – con lei al college e ora sceneggiatore – l’amica Aurora Lee Passin, l’acting coach Lisina Stoneburner e Mark Wilding, Andy Reaser e Kiley Donovan, ex-sceneggiatori di Grey’s Anatomy. Quella di Elisabeth Finch è anche una storia di ambizione e determinazione: sapeva che ce l’avrebbe fatta e non ha mollato, nonostante i suoi copioni inviati per Grey’s Anatomy fossero sempre cestinati. Elisabeth voleva essere qualcuno ma, ben presto, capisce che deve rendersi interessante per farsi conoscere.
L’ossessione per Grey’s Anatomy, il finto cancro e le altre menzogne

Elisabeth Finch voleva assolutamente lavorare su Grey’s Anatomy, di cui era una fan ossessionata. Conosceva, infatti, le battute a memoria, ma il suo curriculum era stato inizialmente rifiutato. Per far colpo su Shonda Rhimes, decide di raccontare – tramite un articolo su Elle – la storia della sua presunta diagnosi di condrosarcoma, tumore raro per la sua età (un cancro alle ossa). La sua intuizione si rivela corretta: Shonda la nota e la vuole nel suo team, convinta che la sua esperienza con il cancro e la sua conoscenza approfondita della serie possano essere estremamente utili per il medical drama. Inoltre, Elisabeth appariva come una donna inarrestabile, nonostante la diagnosi di un tumore terminale (da cui, successivamente e “miracolosamente”, guarisce).
Nel 2014, quindi, Elisabeth approda a Shondaland. Passo dopo passo, le cose per Finch vanno sempre meglio. La sua storia, ad esempio, viene raccontata attraverso il personaggio di Debbie Allen (Catherine Avery), ma non solo. Lies Anatomy – Bugie a Hollywood ci mostra come i colleghi di Elisabeth Finch la ammirassero per il duro lavoro che continuava a svolgere, durante il trattamento per il tumore (spesso lasciava la Writer’s Room per andare in bagno a vomitare, ma non voleva essere compatita). La docuserie semina indizi qua e là, rivelando come Finch prendesse storie altrui e le trasformasse in bugie sempre più complesse, costruendo un intreccio di falsità su falsità.
Finch decise anche di scrivere un articolo in cui raccontava delle molestie sessuali subite durante il suo lavoro a The Vampire Diaries, sfruttando la scia del movimento #MeToo. In seguito, raccontò di aver subito violenze anche da parte del fratello e, tra le altre cose, affermò di conoscere una vittima dell’attentato alla sinagoga Tree of Life a Pittsburgh nel 2018, dichiarando di essersi recata sul posto per raccoglierne i resti con il consenso dell’FBI. Insomma, una serie di tragedie che sembrava davvero impossibile potessero essere capitate tutte a lei. La sua vita sembrava la trama di una serie TV. “La sua storia era straordinaria. C’era tutto: lealtà, tradimento e, soprattutto, ambizione”, raccontano i testimoni. Questo, però, l’ha portata a fare carriera, diventare co-produttrice esecutiva di Grey’s Anatomy e ad essere amatissima dalle star di Hollywood.
Lies Anatomy – Bugie a Hollywood: valutazione e conclusione
La truffatrice Elisabeth Finch è riuscita a fingere e ingannare anche i collaboratori più stretti, nonché una delle produzioni televisive più grandi al mondo. Grazie ai filmati di archivio e ai racconti di chi è stato vittima della truffa di Elisabeth Finch, Lies Anatomy – Bugie a Hollywood spiega la storia dell’ex-sceneggiatrice durante il periodo del suo lavoro a Grey’s Anatomy. Evgenia Peretz e David Schisgall riescono a esporre, in modo chiaro e preciso, ciò che Finch ha vissuto, mettendo in evidenza come alcune delle sue storie coincidessero con le esperienze di altre persone e sottolineando la straordinaria complessità delle sue bugie. Lies Anatomy – Bugie a Hollywood si concentra sulla vita, le relazioni e la rete di bugie di Elisabeth Finch, senza dimenticare l’impatto che queste hanno avuto sulle persone a lei vicine. Il documentario esplora anche i meccanismi di manipolazione e inganno, che si trovano nel mondo dell’intrattenimento.