Linee bollenti: recensione della serie TV Netflix

Sesso, voce e telefono. Linee bollenti è la nuova serie TV che ripercorre gli anni della nascita della prima linea erotica europea. Su Netflix dall'8 aprile 2022.

Di certo su Netflix il sesso non è (più) un tabù, anzi. La piattaforma streaming con il maggior numero di abbonati al mondo, ha sfruttato con intelligenza la possibilità di aprirsi a tematiche molto spesso considerate ‘controverse’, per abbracciare un pubblico sempre più smaliziato, distante ormai da un certo pudore produttivo che sinora rendeva improbabile parlare di piacere maschile, figurarsi femminile, con una certa disinvoltura.

Dopo lo strepitoso successo di Sex Education e operazioni simili ma meno rinomate come Sexify o quella decisamente più patinata Sex/Life, la mission di Netflix di abbattere pregiudizi e inibizioni prosegue stavolta con Linee bollenti, serie olandese disponibile in sei episodi a partire dall’8 aprile 2022.

Linee bollenti: Amsterdam, due fratelli e un’idea folle

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Creata da Pieter Bart Korthuis e diretta con lui anche da Tomas Kaan e Anna van der Heide, Linee Bollenti ripercorre l’ascesa, gli anni d’oro e la caduta della Teledutch, prima linea telefonica erotica d’Europa. Fondata quasi per caso dai fratelli Frank (Minne Koole) e Ramon (Chris Peters) Stigter nel 1987, l’azienda da semplice intuizione riuscì a espandersi clamorosamente non appena, grazie alla privatizzazione della PTT – società di stato delle telecomunicazioni -, al servizio furono concesse oltre venti linee telefoniche e i fratelli-ideatori si arricchirono a dismisura nel giro di pochi anni.

Tutto filtrato attraverso lo sguardo onnisciente di Marly (Joy Delima), studentessa di psicologia figlia puritana di genitori conformisti, la quale, alla ricerca di un lavoretto per mantenersi università e affitto, prova per qualche fiorino a prestare la voce in una delle registrazioni per conto della Teledutch, ritrovandosi inevitabilmente coinvolta in una trasformazione rapida e del tutto folle.

La ‘voce’ dell’eros

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Ambientata negli anni finali della Guerra Fredda, in una Amsterdam fratturata fra il malessere dei quartieri periferici e il perbenismo borghese delle famiglie cattoliche, la serie prende spunto dal libro “06-Cowboys” di Fred Saueressig per ricostruire l’humus sociale e culturale d’inizio Novanta, facendo riemergere, nell’eccesso dell’invenzione centrale e nella messinscena esplicita, gli usi e costumi popolari dell’epoca attorno allo spinoso tema dell’erotismo.

All’alba della vittoria del capitalismo e in una generazione in pieno fermento in cui non mancano eccessi e sperimentazioni di nuove sostanze come la XTC, la cosiddetta “droga dell’amore”, Linee Bollenti incanala la storia vera della società con quella delle tre storyline centrali: Marly, curiosa di ‘conoscere’ il sesso ma frenata da un’educazione che accosta il piacere col peccato; il fratello maggiore Frank, libertino ma relegato a una donna e un figlio in arrivo e il minore dei due Ramon, (apparentemente) felicemente sposato ma la cui identità sessuale sembra decisamente vacillare.

Perbenismi e perversioni nell’Europa degli 80s in Linee bollenti

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Concedendo ai tre il medesimo spazio narrativo e seguendo proprio attraverso le loro parabole lo specchio di una collettività chiusa in una parvenza di integrità morale, – salvo poi tirare le tende di casa e dedicarsi all’autoerotismo via cavo , uno degli aspetti più convincenti dell’operazione olandese è quella di allargare il discorso voyeuristico e solleticante dell’eros (in ogni episodio non mancano sequenze esplicite, gemiti e corpi senza veli) per mettere a nudo, in più sensi, la diffidenza e la vergogna di parlare di tali argomenti come frutto e risultato di una nascente inconciliabilità, dialettica e generazionale, fra il vecchio e il nuovo. Madri e padri restii anche solo ad accennare al naturale aspetto dei sensi (se non a quello della mera riproduzione biologica) alimentavano le nuove discipline accademiche, come la sessuologia che iniziava di conseguenza a prendere piede negli interessi dei più giovani.
La scrittura della serie sottolinea infatti quanto i condizionamenti e la pudicizia educativa e culturale di allora venivano riversate inevitabilmente nella ricerca personale di una soddisfazione ‘meccanica’, di pornografia su VHS e, appunto, registazioni erotiche ad hoc per preferenze, fantasie e generi, elementi che allora resero Amsterdam la città della ‘lussuria regolamentata’ che viviamo ora.

Linee Bollenti dunque offre una visione ludica ma non frivola, visivamente convincente nella rievocazione dell’esuberanza degli 80s fra la nuova musica house, le discoteche e i primi quartieri a luci rosse, concedendosi spesso e volentieri anche una virata più didattica. Un racconto amarcord proiettato sul presente per comprendere, se e come, sia cambiata la nostra relazione con l’erotismo; in quegli anni fondamentali di supporto analogico, poi digitale, come strumenti di attivazione e rilevazione dell’eccitamento del fruitore.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.2

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