Locke & Key – Stagione 3: recensione della serie fantasy Netflix

Se avete già messo piede nella città fantastica e pittoresca di Matheson, in Massachusetts, sapete che un bisbiglio di voci magiche è un presagio o il segno “sinistro” che, dal mondo oscuro rappresentato in Locke & Key, stanno per giungere nuove chiavi stregate. Quello che ancora non sapete è che Locke & Key 3 proverà a farvi vivere un finale della storia usando sempre il versatile espediente delle chiavi, che riguarda la diegesi, che stavolta aprono porte di mondi nuovi: il regno degli spiriti, l’universo della psiche umana, quella per il viaggio nel tempo. La stagione conclusiva della serie americana creata da Joe Hill, un prodotto che amalgama fantasy e drama a elementi thriller e horror, basata sull’omonimo fumetto di Hill, adattato tra gli altri da Carlton Cuse (Bates Motel), è disponibile dal 10 agosto 2022, con i suoi nuovi otto episodi, in esclusiva su Netflix.

Locke and Key – Stagione 3: a Keyhouse si prepara la battaglia finale per impedire a Gideon di impossessarsi delle chiavi stregate

Il secondo ciclo di episodi dello show seriale terminava con un capitolo dal titolo eloquente “Cliffhanger”, che in effetti si aggancia a dovere al nostro ritorno a Keyhouse. Torniamo nella casa ancestrale dei Locke per seguire i fratelli Tyler, Kinsey e Bode nel luogo in cui si sono trasferiti insieme alla madre Nina dopo la morte del padre, avvenuta in circostanze misteriose. La storica casa della famiglia situata a Lovecraft, nella quale veniamo accolti disastrosamente da una prima sequenza a tinte forti ( che contiene cliché del fantasy e noiosi rimandi ad altre opere). Questa dimora incantata è la vera protagonista di Locke & Key, che, come un personaggio dell’opera, riesce a suggestionare le vicende che coinvolgono il cast con i suoi molti segreti e richiami. Nella terza stagione i Locke scoprono una serie di nuove chiavi (fra cui c’è la chiave del globo di neve). Come sempre, ogni chiave conferisce a chi la impugna un nuovo super potere, ma è anche legata in modo misterioso alla scomparsa del capo famiglia e a un’entità malvagia di nome Dodge, capace di assumere sembianze e voci diverse a seconda delle paure di chi ha davanti. Le chiavi sono importanti, perché potranno aiutare i Locke a vincere la battaglia contro il demone Gideon, che prima si serve di due donne dotate di forza soprannaturale, poi fa il suo ingresso diretto a Keyhouse

Effetti speciali e mostri della creazione, ma dopo lo show resta la più magica normalità

locke and key 3 stagione cinematographe.it

Abbiamo avuto spesso l’impressione di rivedere inquadrature o scene viste altrove, e anche gli sviluppi sono privi di originalità. Ritroviamo vecchie conoscenze e scopriamo nuove chiavi – questi antichi manufatti che si limitano semplicemente ad esistere -, come quella della creazione e la chiave Timeshift, quest’ultima avrà un ruolo fondamentale nell’intera vicenda: chiunque la utilizzerà potrà assistere a eventi del passato. Rincontriamo quindi anche il topos del viaggio nel tempo (un classico della narrativa fantastica), sebbene l’ultimo ciclo di episodi conservi un buon livello per quanto riguarda la colonna sonora, le ambientazioni(con gli esterni realizzati quasi interamente tramite tecnologia CGI), l’impiego degli effetti speciali e un’immagine in cui predominano i colori caldi. Locke & Key ci appare come un mix di drammi e buoni sentimenti contenuti in un prodotto ordinario, che non ha molto da dire. E il finale non fa eccezione. Nelle sequenze filmate per dare commiato allo spettatore predominano effetti speciali e mostri della creazione in senso letterale e non. Qui fissa la mente Joe Hill: la magia ci munisce solo di illusioni; e le illusioni fanno fare alle persone cose terribili: causano morti, sofferenze e dolore. L’escalation di effetti speciali, lo spettacolo nello spettacolo – la dimensione autoriflessiva che attraversa da un capo all’altro questo prodotto -, e le infinite possibilità insite in una chiave della creazione (che potrebbe cadere nelle mani sbagliate) riducono “l’importanza della magia” in un finale che risuona di una monotonia gratificante.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.7

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