Long Bright River – I cieli di Philadelphia: recensione della miniserie con Amanda Seyfried

Long Bright River, miniserie TimVision con protagonista Amanda Seyfried, è disponibile a partire dal 27 marzo 2025.

In streaming su TimVision a partire dal 27 marzo 2025, Long Bright River – I cieli di Philadelphia, miniserie basata sul romanzo di Liz Moore, giornalista del New York Times che ha partecipato anche alla scrittura della serie insieme a Nikki Toscano. Con un cast imperdibile dove spicca la figura della protagonista alla quale presta il volto Amanda Seyfried, Long Bright River è un prodotto da vedere, per quanto ci siano degli elementi che stridono e che decidono di focalizzarsi su ciò che rende lo show meno crime di quanto voglia in realtà essere. La miniserie si concentra sul personaggio di Mickey, interpretata appunto da Amanda Seyfried, poliziotta e madre single che nei sobborghi di Philadelphia cerca la sorella Kacey, volto di Ashleigh Cummings, da anni nel turbine della droga e scomparsa proprio quando alcune morti per overdose hanno iniziato a invadere i quartieri più degradati della città. Ma forse non si tratta di overdose e il fatto che le vittime siano principalmente prostitute e tossicodipendenti rende le indagini approssimative e indolenti. 

Tra cliché e convenzioni Long Bright River ha i suoi pregi

Long Bright River - cinematographe.it

Long Bright River vive di stereotipi e su questi luoghi comuni si edifica e realizza. Ergendosi tra le strade di una Philadelphia degradata e contaminata, macchiata dal disinteresse, ci sono quei cittadini considerati di serie B, del quale non importa a nessuno. Cè una poliziotta dalle mille sfaccettature che cerca di farsi strada in un mondo di uomini, l’unica che vorrebbe realmente occuparsi di tutte quelle anime perdute e lasciate sole a se stesse. La corruzione interna, un passato tormentato e difficile e colleghi che invece di aiutarla non fanno altro che crearle problemi. Quello che è più appassionante però, oltre che ben congegnato, non è tutto questo, ma la vita privata della protagonista, il rapporto con la sorella, l’attaccamento al nonno che le ha cresciute, l’amore per il figlio Thomas e un astio che rasenta l’odio verso l’ex marito Simon. 

Un passato, quello di Mickey, che sembra simile a tanti altri, ma che acquista poi il suo proprio valore materiale e la propria caratura identitaria ed esclusiva. All’inizio Long Bright River fatica ad ingranare e nel corso degli episodi una sceneggiatura ben scritta risulta però ridondante con poliziotti che parlano tantissimo, ma agiscono fin troppo poco. Si tratta di una mira voluta, un obiettivo che cerca di non creare un racconto che continui ad assomigliare a tutti gli altri prodotti del genere. Inserendo poi come protagonisti attori del calibro di Amanda Seyfried, Nicholas Pinnock, John Doman e, considerando anche sull’incredibile performance di un giovanissimo Callum Vinson, la recitazione non manca di nulla, dall’empatia alla carica emotiva di temi come la dipendenza, la maternità, i valori familiari e anche un sistema marcio che intacca le istituzioni che hanno giurato di proteggere e cercare di rendere il mondo un posto migliore.

Una costruzione della protagonista impeccabile

Long Bright River

Il contenuto di Long Bright River è già stato ampiamente esposto e trattato nell’universo televisivo del genere crime detection e thriller drama. Ma non per questo manca di coinvolgere. Il problema è che la storyline crime della serie non ha alcun appeal, non stuzzica l’interesse del pubblico, non ci si pone molte domande e le risposte arrivano non attraverso un’investigazione e quindi delle scoperte, ma attraverso il dialogo. Ecco che lo scopo dello show verte sulla caratterizzazione della protagonista Mickey, dove la trama s’infittisce e le rivelazioni arrivano con la giusta dose di attesa e spesso all’improvviso, come da un crime ci si aspetterebbe. Ma riguardano il privato. Si delinea a si dà vita così a un ottimo personaggio principale, una figura femminile dalle migliaia di sfumature, la cui complessità viene resa nota scena dopo scena, e dove lo stesso passato va oltre la tossicodipendenza di un genitore e l’elaborazione di un lutto.

Ecco che la serie tocca altre tematiche come quello delle relazioni tossiche, delle violenza di genere e del maschilismo. Quello che viene fuori da Long Bright River è un tono dolceamaro dove c’è stato spazio per i sogni e i desideri che nel corso degli anni spesso hanno lasciato spazio all’accontentarsi o al cercare nuovi stimoli, finendo per credere che questo significhi andare oltre i propri limiti. Mickey ha fatto delle scelte che le sono costate caro, che l’hanno fatta soffrire, che non l’hanno fatta cadere nel vortice della droga – come invece è successo a sua sorella – e che ora vive nell’afflizione di una dedizione impegnata che non deriva solo da lei. La sorella Kacey diventa tutte quelle ragazze che Mickey vorrebbe idealmente allontanare da quel mondo, o almeno proteggerle da chi lì trova terreno fertile. Che trova la loro vita inutile, piena di sofferenze che non vale la pena continuare a sopportare. Innocenti e colpevoli sono così entrambi vittime del rischio di una mentalità tragicamente comune.

Long Bright River: valutazione e conclusione

Long Bright River; cinematographe.it

Il realismo dello show di TimVision è forse ciò che maggiormente attira, e attraverso il quale prende forma la vita di Mickey, la sua infanzia adolescenza e i suoi rapporti con gli altri. L’emancipazione diventa così il tema primario di un racconto che si riprende nella sua conclusione, nella sfera più personale della protagonista che poi si lega al crime e dove tutto risulta irrimediabilmente connesso. Dalla regia urban con movimenti che tentano nella suspence, senza però arrivare al massimo, alla fotografia dove si ritrova un contrasto netto dato dalla luce degli interni, molto più intensa rispetto a quella ambientale, creando un senso di claustrofobia in contraddizione con quelle vie larghe ed ampie, dove però le persone sono veramente prigioniere dei propri traumi e delle proprie difficoltà. Per quanto la città sia grande ed estesa tutto ruota attorno a quei luoghi dove la protagonista è cresciuta, che ha visto cambiare e che continuano a stringerla nella morsa di un passato dal quale non riesce a liberarsi, e in un presente che ha bisogno di una nuova luce che possa ridare speranza.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 2

2.8

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