Lovesick: recensione e analisi dei personaggi della serie Netflix
Lovesick mostra le declinazioni del mal d'amore, mettendo in luce come la felicità sentimentale sia una chimera...che val la pena inseguire.
Lovesick, ovvero malati d’amore. La serie britannica creata da Tom Edge e disponibile su Netflix con tutte le sue 3 stagioni condensa in un’unica parola composta la situazione esistenziale dei protagonisti, quattro amici per la pelle alle prese con il debutto nel complicato mondo delle relazioni con l’altro sesso. Il pretesto narrativo di questa piacevolissima sitcom vede nell’ammalarsi d’amore un significato innanzitutto letterale: il protagonista Dylan (Johnny Flynn), biondino impacciato, confuso e irresistibile, fa uno screening per le malattie sessualmente trasmissibili, scoprendo di aver contratto la clamidia. Nulla di grave, ma trattandosi di un’infenzione potenzialmente causa di infertilità, se non adeguatamente curata, il ragazzo stila una meticolosa lista con i nomi di tutte le partner sessuali avute fino a quel momento, al fine di contattarle per avvertirle della situazione.
La suddivisione in episodi della serie (3 stagioni da rispettivamente 6,8 e 8 episodi da 25 minuti circa) segue quindi i nomi di queste ragazze, con Dylan che si ritrova – nel doverle contattare – a ripercorrere l’inizio e la fine di ognuna di tali relazioni, scoprendo nel frattempo di più di se stesso e del proprio modo di vivere i sentimenti, non sempre ideale e producente.
Lovesick prosegue così con ripetuti salti temporali fra presente e passato, attraverso cui conosciamo gradualmente Dylan e il resto dei protagonisti, in una sorta di viaggio nell’intricato e emozionante universo delle relazioni post-adolescenziali, destinate a evolvere preferibilmente in legami più seri e impegnativi. Ma riusciranno i nostri coinquilini a stare al passo con l’avanzare degli anni e con gli inevitabili cambiamenti che l’approssimarsi dell’età adulta richiede?
Lovesick: la clamidia è il minore dei problemi nella serie Netflix
Attraverso l’esplorazione di Dylan dei suoi rapporti passati, Lovesick mostra al pubblico le difficoltà nella gestione dell’amore, perennemente fonte di difficoltà e ambivalenze anche quando dovrebbe e potrebbe filare tutto liscio. Fin dal primo episodio notiamo ad esempio l’interesse reciproco ma temporalmente differito fra la dolce e volitiva Evie (Antonia Thomas) e Dylan, scoprendo gradualmente quanto sia difficile trovarsi, pur vivendo nella stessa casa. C’è poi Luke (Daniel Ings), l’amico sempre allegro e apparentemente superficiale, che vede le relazioni amorose come una sorta di palco su cui esibire le proprie qualità, per poi rivolgersi a un altro pubblico. Infine abbiamo il buffo Angus (Joshua McGuire), il meno attraente rispetto ai suoi amici, desideroso di trovare il vero amore ma incapace di cercarlo nel luogo giusto. Conosciamoli meglio insieme.
Lovesick: Dylan
Biondo, tormentato, impacciato e perennemente incapace di prevenire le conseguenze delle proprie azioni, Dylan è semplicemente adorabile. Percorrendo la lista delle sue “clamidia girls” notiamo due aspetti fondamentali: nessuna delle sue ex ce l’ha con lui (o quasi) e tutte loro sono state almeno per un momento considerate “quella giusta”. E pensare che Evie è sempre stata sotto i suoi occhi, sempre pronta a capirlo e consolarlo…
Dylan è il classico eroe romantico con macchia e paura, il ragazzo della porta accanto che dell’amore (e quindi di se stesso) non ha ancora capito nulla o semplicemente tende a complicare le cose per paura di non riuscire a conquistarlo. Sicuramente non molto bravo con le parole e l’espressione verbale dei sentimenti, è però un ottimo amico, in grado di accogliere ed equilibrare le intemperanze dei suoi coinquilini, perennemente alle prese con situazioni più paradossali delle proprie.
Lovesick: Evie
Nemmeno Evie è troppo sicura di cosa aspettarsi dall’amore. La complicità semplice e immediata, per la quale non serve farsi altre domande (come da sempre le accade con Dylan) o una persona più solida che la proietti in un futuro più rassicurante, ma forse meno ricco di emozioni? Una domanda su cui la ragazza non ha motivo di soffermarsi poi troppo, dato che quando sarebbe pronta a dichiararsi a Dylan, lui ha sempre una ragazza alla quale sembra tenere o viceversa… Evie è sicuramente la più equilibrata del suo gruppo di amici, con le sue chiusure e le sue insicurezze, ma la più diretta nell’andarsi a prendere ciò che vuole…pur con qualche tentennamento.
Lovesick: Luke
Luke vuole solo fare sesso. Già, perché il belloccio e svampito del gruppo è un tipo che sembra avere una risposta semplice per tutti e pure per se stesso. La bellezza della relazioni amorose è la loro intercambiabilità e gli amici sono l’unico porto sicuro dal quale valga la pena tornare. Sì, è vero, le donne dal canto loro non sembrano mai prenderlo troppo sul serio, quindi il problema non si pone. Ma sarà lo stesso quando saranno i suoi amici a “sistemarsi” lasciandolo solo con la sua vita scapestrata? Luke è un amante generoso e un grande amico, superficiale solo all’apparenza ma in realtà profondamente leale nei confronti delle persone alle quali vuole bene, anche a costo di rimetterci…
Lovesick: Angus
Giullare di corte della compagnia, Angus non è un campione nelle conquiste sentimentali. Dopo una breve storia con Evie, dalla quale fatica a riprendersi, finisce per sposare una donna isterica e autoritaria, dalla quale fuggire con qualche bicchiere di troppo, pretesto per combinare altri guai. Invadente e rumoroso, Angus non può fare a meno dei suoi amici e ne segue affascinato le vicissitudini sentendosi sempre un passo indietro rispetto a loro.
Lovesick: “e se la vita non fosse che un eterno esercizio di equilibrio fra gioia e dolore?”
Minimo comun denominatore dei personaggi di Lovesick è la convinzione che esista un posto al sole da conquistare, un punto di arrivo che loro non sono ancora capaci di raggiungere. Chi perché è troppo volubile, chi perché non vuole ammettere i suoi sentimenti, chi perché sembra essere un po’ sfortunato e chi perché combina un disastro dopo l’altro per voler risolvere le cose troppo in fretta, Dylan, Evie, Luke e Angus rappresentano un perfetto campionario delle debolezze umane e del profondo bisogno di pensare che esista un modo definitivo per essere felici e non soffrire più. Lovesick, invece, dimostra – con la giusta dose di ironia e humor inglese – che la felicità costante è una chimera ma non per questo non vale la pena di lottare per raggiungerla. Per poi magari perderla e raggiungerla di nuovo.
La colonna sonora, un misto di tecno, indie-rock e melodie romantiche, incarna perfettamente l’altalena emotiva dei protagonisti, rappresentando il valore aggiunto di una sceneggiatura che si inoltra gradualmente nelle preoccupazioni per il futuro del trio + 1.
Così, fra qualche calo di ritmo e di umorismo, compensato da un crescente approfondimento del sentire dei personaggi, Lovesick conquista il titolo di una delle migliori serie nel suo genere, lasciando gli spettatori con una sensazione di serena inquietudine nei confronti di un sentimento – quello dell’amore – di cui nessuno può fare a meno ma per il quale tutti prima o poi ci “ammaliamo”. Perché crescere significa soprattutto specchiarsi nelle relazioni con gli altri, cercando di fare pian piano chiarezza senza pretendere troppe certezze.