Luce dei tuoi occhi: recensione finale della fiction con Anna Valle
Un thriller raffinato nella forma ma debole nella sceneggiatura: Luce dei tuoi occhi non riesce a direzionare in maniera convincente tutti i punti di forza narrativi, che si spengono in un finale discutibile.
Con Luce dei tuoi occhi, prodotto da Banijay Italia per Mediaset, Canale 5 ha provato sicuramente a cambiare direzione almeno in termini di prodotto: puntare su un thriller dall’estetica raffinata – Vicenza resta una protagonista silenziosa e misteriosa, forse scoperta per la prima volta – ambientato nel mondo della danza, dove da sempre passione, mistero e sacrificio mettono a dura prova chi pratica questa disciplina e chi prova a far parte di questo mondo. A dare volto ai protagonisti due volti molto amati e noti, con alle spalle un grande successo riscosso nella fiction Rai negli ultimi anni, ovvero Anna Valle e Giuseppe Zeno. Questo tentativo risulta però debole e deludente, spegnendo lentamente quanto di buono si era iniziato a delineare episodio dopo episodio. In ogni caso non manca un cenno a una possibile nuova stagione, anche se le aspettative dello spettatore non vengono adeguatamente alimentate.
Luce dei tuoi occhi: la trama dell’ultima puntata
Emma (Anna Valle) scopre che neppure Martina è sua figlia Alice. Pur sentendosi in colpa per essere entrata nella vita delle sue ballerine e aver scomposto le loro famiglie facendo emergere verità dolorose, Emma vuole offrire loro una lezione: non rinunciare alla selezione per il festival della danza, condividere i propri vissuti e metterli al servizio della danza, imparando a fronteggiare le prove della vita nonostante il dolore e gli ostacoli.
Ad incoraggiarla a proseguire nella ricerca della sua bambina e a motivare le ragazze a tornare a ballare, nella speranza di ricucire un rapporto con loro, c’è Enrico (Giuseppe Zeno), che ormai non nasconde più ad Emma i sentimenti e il trasporto che prova per lei. Intanto Miranda, la figlia di Enrico, si accorge che in un baule dell’accademia il passamontagna che mancava tra i costumi indossati in occasione dello spettacolo dedicato a Valentina, è stato riposto nuovamente da Azzurra di nascosto. Dopo aver raccontato l’accaduto, Emma sente di essere vicina alla verità su sua figlia e alla possibilità di scarcerare Luca.
Un thriller che gioca con lo spettatore, senza regalare risoluzioni convincenti
Luce dei tuoi occhi è un thriller che si pone sulla linea del drama, anche se non mancano elementi crime che arricchiscono e contribuiscono a rendere più torbide e intricate le vicende. C’è una madre, Emma, a cui è stata privata la maternità inconsapevolmente, credendo di aver perso sua figlia per cause naturali; c’è un uomo che deve ricostruirsi una vita e fare pace con il cuore, Enrico; e c’è un mistero irrisolto che aleggia su Vicenza, la cui storicità fa da cornice ad una vicenda dolorosa e criminale del passato che ritorna nel presente, fagocitando tutti come in un vortice.
Questi elementi narrativi sono potenzialmente suggestivi per dare vita ad una sceneggiatura e ad un prodotto accattivante e coinvolgente, tuttavia si ha l’impressione che già a metà della fiction inizino ad essere buttati a caso, inseriti solo per far muovere la macchina delle snodo delle vicende, ma senza approfondire i personaggi, magari con dei flashback o con dei dialoghi significativi sorretti da una recitazione più incisiva. Dulcis in fundo sembra quasi che la non risoluzione della vicenda sia stata forzata per lasciare margine ad un’ ipotetica seconda stagione, per la quale però vengono forniti troppi pochi elementi per destare attesa e curiosità. In fin dei conti, Emma avrebbe potuto dover accettare l’impossibilità di rintracciare la figlia e scoprire di poter essere meno sola, mentre il sospetto che una ballerina arrivata per caso a Vicenza possa essere sua figlia appare quasi come forzato.
Luce dei tuoi occhi si fa forza sul lanciare allo spettatore il gioco di far credere ad ogni episodio che in ogni ballerina possa nascondersi la figlia di Emma, tentando di dare al thriller anche una visione corale piuttosto che incentrarla unicamente sul personaggio. Ma questo non basta a perdonare una certa superficialità nel delineare alcuni personaggi chiave, nel lasciare grossi punti interrogativi su alcuni personaggi – come la madre di Emma -, e nel non regalare allo spettatore, alla fine di questo gioco, un finale convincente.