Maniac: recensione della serie tv Netflix con Emma Stone

Maniac è una serie originale Netflix che saprà come sorprendere, un lavoro audace, strano, potente, commovente ed intelligente.

Maniac è una serie originale Netflix scritta da P. Somerville e diretta da Cary Fukunaga (True Detective) con Emma Stone, Jonah Hill, Justin Theroux, Sally Field, Gabriel Byrne e Sonoya Mizuno.

Maniac ci porta nella vita di Annie (Emma Stone) e Owen (Jonah Hill), due persone mentalmente instabili che cercano di superare i propri demoni interiori partecipando ad un trial farmaceutico per la Neberdine Pharmaceutical and Biotech. I motivi che spingono Annie ed Owen a prendere parte alla sperimentazione di tre nuovi farmaci sono molto diverse: Annie è diventata accidentalmente dipendente da un farmaco progettato dalla Neberdine, mentre Owen, pur cercando un modo di tenere a bada la propria schizofrenia, prova ad allontanarsi dalla propria famiglia, i Milgrim, la cui mancanza di fiducia e l’asfittica presenza nel suo quotidiano lo rendono incapace di potersi costruire una vita.

Maniac: la serie originale Netflix con Emma Stone e Jonah Hill

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Maniac è ambientato a New York, ma la città dagli sconfinati grattacieli è piuttosto differente da quel che si può immaginare. La realtà, piena di strumenti analogici obsoleti e pervasa da una fitta estetica anni ’80, è dominata da pubblicità piuttosto invasive e agenzie che vendono di tutto, da amici in affitto a mariti a rotazione per vedove, tutto gentilmente messo a disposizione dai cosiddetti ad buddy, ovvero annunci personalizzati in carne ed ossa, che possono essere utilizzati come sistema di prestito alternativo: ad esempio siedi con una persona che ti legge annunci pubblicitari e in cambio la società paga per qualcosa che non puoi permetterti.
Questo è ciò che fa da sfondo ad una serie che è abile nell’affrontare tematiche molto particolari, tematiche che spaziano dalla malattia mentale alla depressione, dal rapporto soffocante con la famiglia all’amicizia. Emma Stone interpreta Annie, una ragazza fragile ma narcisista, una donna che vive nella propria alienazione e non riesce in alcun modo a superare la morte della sorella. Jonah Hill incarna Owen, che parallelamente soffre di una psicosi che lo porta a vedere cose che non esistono, come la copia di suo fratello Jed, che lo perseguita dicendogli che presto dovrà salvare il mondo, che diventerà un eroe, suggerendogli iperboliche asserzioni come Lo schema è lo schema.

Maniac affronta con abilità tematiche molto particolari e delicate

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Maniac, inoltre, ci porta tra le pieghe di una realtà farmaceutica, un’azienda che sta tentando di mettere a punto un nuovo potente farmaco che curerà ogni sorta di squilibrio mentale. Annie e Owen, inconsapevolmente, diventano soggetti di una delicata sperimentazione, soggetti dapprima del dott. Robert Muramoto, poi del Dr. James K. Mantleray, due scienziati che credono fermamente che il trattamento renderà obsoleta la terapia della parola e la psicanalisi, una terapia mediata da un super computer, GRTA, creato per gestire gli stati onirici dei partecipanti durante l’assunzione dei tre farmaci. In sintesi il compito della pillola A è quello di identificare i traumi principali, dando forma ai demoni da superare. Il compito della pillola B è quello di esplorare i traumi più a fondo, un viaggio che approfondisce la consistenza degli ostacoli da oltrepassare. Infine la pillola C è il conflitto finale, la risoluzione di ogni frattura emotiva.

Ciò che spinge ad interessarci alla vita di Annie ed Owen è l’idea che dietro i due personaggi si nasconda qualcosa, qualcosa che forse è nella testa di Owen, qualcosa che viene solo evocato nella serie, un disegno più grande, che respingerebbe una volta per tutte la paranoia di Owen e che decreterebbe di fatto la sua sanità mentale. Ma tutto questo non viene affrontato come ci si aspetterebbe. Non siamo all’interno della mente di qualcuno che sogna semplicemente, come in Inception, ma ci intrufoliamo nelle connessioni mentali di un uomo e di una donna, congiunzioni astrali, surreali ma che hanno come conseguenza non innestare l’idea della guarigione ma renderla reale.

Maniac: Emma Stone e Jonah Hill sono in grado di innalzare da soli interi mondi, dando vita ai loro pazzeschi personaggi

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Maniac – ecco perché Emma Stone ha accettato il ruolo!

Maniac delinea la realtà di due persone, due persone essenzialmente sole, che rigettano il proprio vissuto. Lo spettacolo che la serie mette in scena non è critico, non si è mai spinti a giudicare, ma è sensibile ed empatico. Maniac rappresenta uno spettacolo che riguarda le connessioni, che parla di com’è sentirsi soli, specialmente per chi ha problemi mentali, ci mostra com’è sentirsi impotenti quando nessuno al mondo ci capisce, quando siamo costretti a doverci accontentare di quello che le persone dicono per noi.

I due attori, Emma Stone e Jonah Hill, sono pazzeschi, riescono a trasportare, riescono dal nulla a creare mondi interi e a veicolare l’assoluta rassegnazione di un dolore, la conflittualità che pervade una donna e un uomo che desiderano guarire, pur vagando in un mondo colmo dei propri demoni interiori. Maniac porta avanti due prospettive, che ad un certo punto si intersecano e creano universi in cui la serie spazia ogni tipo di genere cinematografico, dal fantasy al noir, dalla commedia al crime, il tutto sempre pervaso dall’instancabile bravura dei due attori, che sono capaci di intrattenere per dieci puntate lo spettatore, donando interpretazioni vulnerabili e stratificate, in cui basta davvero poco colore a dare forma al carattere dei loro personaggi.

Maniac: originalità e potenza nella serie originale Netflix

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Ogni episodio di Maniac è particolare perché carico di riferimenti letterari e cinematografici: quando i soggetti assumono le tre pillole (A,B e C) la loro mente crea degli universi onirici meravigliosi, che guardano alla loro vita, al proprio passato, ma che navigano e si specchiano in narrazioni che riescono a diversificarsi nei modi più assurdi, narrazioni che riprendono le proprie trame tanto dagli scritti di Louis Carrol quanto al capolavoro Qualcuno volò sul nido del cuculo, spaziando da Don Chisciotte a Contact. Il film di Miloš Forman qui è ripreso da un dettaglio molto particolare: nello specifico la serie denomina i malfunzionamenti di GRTA (Sally Field) come i McMurphys, che iniziano a manifestarsi con Annie e Owen nei loro sogni condivisi.

Annie e Owen sono due persone livide, bislacche e buffe al tempo stesso, coraggiose abbastanza da misurarsi direttamente con i propri traumi più nascosti, coraggiose abbastanza da scegliere la realtà, piuttosto che intorpidirsi per nascondere il proprio dolore o evitare il rischio di una delusione, coraggiose nell’ammettere che le persone spesso vanno via e non sappiamo perché, coraggiose nell’aver vissuto una vita isolata pur sapendo che non vale la pena fare tutto da soli.

Maniac è una serie originale Netflix che saprà come sorprendere, un lavoro audace, strano, potente, commovente ed intelligente, che oltre a raccontare una storia, determinata da una cronologia così strana, è molto orientata sul character driven e sulle realtà alternative che vivono, realtà che pur spezzando la narrazione ci aiutano ad addentrarci nella mente dei personaggi. Maniac è un inno a liberarci dalle gabbie emotive e sociali che ci imprigionano, una serie che indaga dentro di noi anche attraverso il sogno e la fantasia, un inno alla ribellione verso la riappropriazione di se stessi senza condizioni.

Maniac – ecco il trailer della serie in 10 episodi disponibile su Netflix dal 21 settembre 2018 

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.3

Tags: Netflix