McMafia: recensione della serie BBC su Amazon Prime Video
La recensione dei primi episodi di McMafia, la nuova serie BBC disponibile su Amazon Prime Video dal 2 gennaio in 8 adrenalinici episodi. Un thriller con James Norton e Juliet Rylance
A dispetto di un titolo che di allarmante sembrerebbe avere poco, il nuovo tv drama della BBC si apre su ben diversi scenari, tutt’altro che rassicuranti: McMafia, la mini-serie creata da Hossein Amini e James Watkins, co-prodotta da BBC, AMC e Cuba Pictures, offre, dopo Narcos per i cartelli messicani e Gomorra per la mafia italiana, un ritratto lucido ed efficace della moderna criminalità organizzata.
McMafia: un thriller in otto episodi dal 2 gennaio su Amazon Prime Video
Protagonista della serie l’algido James Norton nei panni di Alex Godman, rampollo di una ricca famiglia russa con un passato criminale alle spalle che l’ha costretta all’esilio in Gran Bretagna. Modi da perfetto gentleman e una reputazione di banchiere dai sani principi, hanno permesso ad Alex, peraltro non senza difficoltà, di superare la diffidenza di azionisti e uomini d’affari nei confronti della dubbia reputazione della propria famiglia, un tempo invischiata nei traffici della mafia russa.
Affiancato da un cast internazionale – da David Strathairn al famoso attore russo Aleksey Serebryakov (The Method, Leviathan) nei panni di Dimitri, padre di Alex – il protagonista scoprirà ben presto che dai fantasmi passato è impossibile scappare, rimanendo intrappolato suo malgrado in una rete di omicidi e lotte per il potere.
Alla base di McMafia c’è una guerra silenziosa che alle strade preferisce gli eleganti uffici delle banche e, alle armi, il denaro in movimento, meglio se riciclato in qualche paradiso fiscale. Questo il nucleo del nuovo prodotto targato BBC che, seppure ha poco a che vedere con l’omonimo libro-inchiesta del giornalista britannico Misha Glenny, offre lo stesso un buon esempio di storytelling.
Dopo un inizio quasi in sordina, che serve ai creatori Amini e Watkins per preparare la scacchiera sulla quale si muoveranno i personaggi nel corso degli otto episodi, la prima puntata dà il meglio di sé nell’ultima parte, in cui un crescendo di tensione porta rapidamente lo spettatore verso il punto di svolta, il “cliffhanger” che metterà in moto tutta la vicenda. Ma, a dispetto di un primo episodio efficace che certamente invita a proseguire la visione, è ancora da vedere se i creatori della serie saranno in grado di reggere il confronto, se non addirittura di superare il paragone con un altro prodotto sfornato dalla BBC, il premiato The Night Manager.
Un paragone reso quasi scontato dai molti punti di contatto tra i due show: dalle location esotiche, alla presenza di un protagonista che, novello James Bond, viene strappato suo malgrado alla propria vita tranquilla per finire invischiato e, in parte, sedotto da un mondo fatto di traffici illegali e intrighi finanziari. Lo stesso riferimento al noto personaggio di Ian Fleming cade a proposito, se è vero che entrambi gli attori protagonisti dei due show, Tom Hiddleston per The Night Manager e James Norton per McMafia, sono, secondo diversi rumors sull’argomento, papabili sostituti di Daniel Craig nel ruolo dell’agente 007.
Va detto che, nonostante i punti in comune, ad Amini e Watkins va il merito di aver dato vita ad una serie ambiziosa che tra lucide analisi del capitalismo e dei movimenti del mercato, non rinuncia allo spettacolo, all’azione e alla suspense necessari ad ogni thriller che si rispetti. Tutto questo è reso possibile da un protagonista assoluto ben costruito, un personaggio più complesso e tormentato di quanto non fosse il Jonathan Pine di Tom Hiddleston.
In un mondo in cui i confini che separano i banchieri dai gangster si fanno sempre più labili, McMafia si presenta così come il racconto di una discesa verso la corruzione da parte di un “eroe” sfuggente, criptico fin quasi all’inespressività, costretto a dover scegliere se salvare i propri cari o i propri principi.