Mortale: recensione della serie TV Netflix
La recensione di Mortale, serie francese che parla di poteri occulti, sacrifici e rituali Vudù
Manipolazione mentale, lettura del pensiero, straordinari poteri Vudù: questo e molti altri ingredienti compongono la nuova serie Netflix francese Mortale. Disponibile dal 21 novembre 2019, Mortale segue la vicenda del liceale Sofiane (Carl Malapa), che tenta con ogni mezzo di scoprire la verità sulla scomparsa del fratello Reda (Sami Outalbali).
Una sera riceve la visita di un essere misterioso, una sorta di demone della morte di nome Obè (Corentin Fila) che gli mostra la morte del fratello. Solo un sacrificio umano può far tornare indietro Reda, per questo Sofiane e l’amico Victor (Némo Schiffman) si impegnano nella ricerca del vero colpevole, per consegnare a Obè l’anima dell’assassino.
Il pilot di Mortale si struttura come una sorta di grande introduzione su personaggi e situazioni che sembrano tra loro scollegati. Dopo questo esordio lievemente confuso – durante il quale è difficile stabilire dove la serie voglia andare a parare – dalla trama emerge la tematica del Vudù.
Dapprima presentata in modo piuttosto sommario, come un semplice elemento della vita della co-protagonista femminile Luisa (Manon Bresch), questa pratica magica diventa sempre più importante, assumendo un ruolo di spicco man mano che la storia prende forma.
Mortale – Una ricerca ossessiva, tra vudù e straordinarie capacità
È difficile stabilire con quanta fedeltà il Vudù e la sua “mitologia” siano stati ripresi, dati i riferimenti non troppo precisi a demoni, pratiche e sacrifici. Superato questo dubbio Mortale riesce tuttavia a fare del Vudù un elemento di grande interesse, motore soprannaturale della trama e movente degli eventi che, puntata dopo puntata, si pongono come un ostacolo sul cammino di Sofiane e Victor o come aiuto nella loro missione.
Mortale (Mortel) – Ecco il trailer della della serie francese Netflix
Si ha talvolta l’impressione che ci sia qualcosa di semplicistico nella costruzione di questo impianto esoterico, ma Mortale è in grado di coinvolgere lo spettatore a livello emotivo, concentrando l’attenzione sulla ricerca dei due protagonisti, ma anche sui drammi personali che questa missione occulta causa, tra disagi mentali e crisi relazionali.
La narrazione procede con un ritmo tendenzialmente concitato, che lascia poco spazio a tempi morti. Nonostante la sua natura lineare, ricerca un po’ di complessità nell’inserimento di colpi di scena, dubbi e sospetti che coinvolgono non solo il passato dei singoli personaggi, ma sullo stesso demone Obè. In questo modo l’attenzione dell’osservatore viene stimolata a ogni episodio, man mano che i protagonisti si avvicinano sempre di più alla verità sulla scomparsa di Reda.
Mortale è lontana dall’essere una serie tv perfetta, ma riesce a valorizzare una trama inizialmente non troppo complessa con personaggi interessanti, interpreti validi e un’ambientazione periferica che sembra sottolineare il disagio delle figure in gioco. Ne risulta qualcosa di godibile, una serie da gustare in poco tempo per chi ha voglia di vedere un valido prodotto europeo senza eccessive pretese.
Mortale: la serie Netflix è un mix di drama, fantasy e thriller
Mortale, serie francese diretta da Frédéric Garcia, inizia con un dolore interiore e prosegue con un tono drammatico per tutti i sei episodi, donando un tocco umano a un prodotto che ruota attorno ai poteri paranormali.
Per quanto irrealistica sia la trama di Mortale, la vicenda di Sofiane è perfettamente calata in un’ambientazione periferica e scolastica, che ammanta il tutto di una forte veridicità. Non c’è azione che non lo metta di fronte ai problemi di tutti i giorni: da quelli che riguardano il contrastato rapporto con gli altri a quelli che lo mettono in opposizione alla famiglia e al passato del fratello scomparso.
All’ossessiva ricerca della verità, condita da elementi soprannaturali che rendono il tutto molto avvincente, si aggiunge il dramma interiore di un personaggio spinto dalla rabbia e dal desiderio di vendetta, ma che cresce molto nel corso della storia. Sofiane è solo uno dei personaggi coinvolti nella vicenda dalle tinte Vudù. A gravitare attorno a lui sono Victor, Luisa e una serie di figure secondarie che si trovano direttamente o indirettamente coinvolte nell’accaduto.
Il timido Victor, che si imbatte quasi casualmente in Sofiane durante un percorso di riabilitazione dalla depressione, ne diventa amico, creando i presupposti per un sodalizio particolare. Il loro rapporto permette ai due caratteri – estremamente riservato il primo, arrogante e impulsivo il secondo – che si bilanciano a vicenda non solo nell’utilizzo di poteri soprannaturali, ma nella vita stessa.
Luisa rappresenta invece la chiave di lettura per il sottofondo magico della serie, che proviene dalla ritualità Vudù. Lei che ha imparato dalla nonna gran parte delle nozioni esoteriche, diventa un buon elemento di supporto per la coppia protagonista.
La sceneggiatura gestisce con equilibrio queste figure, rendendole una necessaria all’altra in una ricerca che diventa più corale del previsto.
Nonostante la presenza di qualche sottotrama talvolta superflua – che allontana senza grandi motivazioni l’attenzione dal fulcro della serie – e altre meno sviluppate del dovuto, Mortale riesce a mantenere un buon ritmo dall’inizio alla fine, alternando azione, dramma ed elementi soprannaturali.
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