Ms. Marvel: recensione della serie TV Marvel su Disney+
La nuova supereroina del Marvel Cinematic Universe arriva su Disney+. La nostra recensione in anteprima e senza spoiler.
Riadattamento e inclusività, sono questi i poli su cui si muove Ms. Marvel, la serie Marvel in uscita su Disney+ l’8 giugno. Kamala Khan, questo il nome della protagonista, è stato uno dei personaggi cardine della nuova iniziativa editoriale della casa delle idee. All New All Different ha portato una ventata d’aria fresca nella Marvel Comics, introducendo e ampliando la caratterizzazione di molti personaggi. Ms. Marvel è stato uno questi, intrattenendo il pubblico con una propria collana prima e come membro degli Avengers e dei Champions dopo. L’eroina è stata molto apprezzata dai fan, sempre se non prendiamo in considerazione quelle frange estremiste a cui non daremo voce in questo articolo.
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Siamo difronte ad un’eroina a tutto tondo, carismatica e divertente. Il tono spensierato dei fumetti lascia il passo ad un coming of age intelligente. Non solo, Ms. Marvel è una storia familiare, in cui a spiccare sulla narrazione è la rappresentazione di una famiglia mussulmana emigrata negli Stati Uniti. Insomma, il lavoro svolto sul background e sul futuro del personaggio lo hanno condotto a meritati riconoscimenti. Ora, i Marvel Studios si accingono a portare sul piccolo schermo la propria versione live action. Interpretata da una frizzantina Iman Vellani, la Ms. Marvel dell’MCU dovrà fare i conti con diverse modifiche rispetto alla sua controparte cartacea. Purtroppo, il background di Kamala Kahn e il legame che intesse con i propri poteri la avvicinano pericolosamente ad un altro prodotto della Disney.
Ms. Marvel e la nascita di una nuova supereroina
Ambientata due anni dopo gli eventi di Avengers: Endgame (secondo le dichiarazioni della regista), Ms. Marvel segue la nascita di una nuova supereroina: Kamala Khan. La giovane ragazza vive la propria adolescenza immersa nei propri sogni. La sua mente creativa disfa e dà forma al mondo che la circonda, soprattutto quando si tratta degli Avengers. Kamala è una grande fan dei supereroi e in gran modo di Captain Marvel. Quest’ultima è il suo idolo, la sua figura di riferimento. A lei ha dedicato la propria pagina YouTube e l’estetica della sua camera. Sfortunatamente, questo suo stare fra le nuvole la porterà a scontrarsi con la famiglia e il preside della scuola. I genitori di Kamala cercheranno di riportarla con i piedi per terra, ma la loro visione a volte antiquata sembra avere l’effetto contrario.
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Il primo episodio si apre con il desiderio della giovane di andare al primo Avengers Con, evento molto atteso con tanto di gara ai migliori cosplay. Il costume da Captain Marvel di Kamala viene però ritenuto troppo aderente e succinto dai genitori, che le proibiranno di andare. Ma il desiderio di partecipare è tale da portare la protagonista ad escogitare un piano per lasciare la casa indisturbata. Tuttavia, il contest prevede un ornamento caratteristico che differenzi i concorrenti. La nostra eroina in erba sceglie così degli strani bracciali appartenuti alla nonna e scappa verso il suo sogno in compagnia di Bruno Carrelli (Matt Lintz), il suo migliore amico. Non tutto andrà esattamente come previsto, e Kamala dovrà fare i conti con dei poteri sconosciuti legati al bracciale e al misterioso passato della sua famiglia.
Ed è qui che entra in gioco la differenza sostanziale con la versione cartacea di Ms. Marvel. Nei fumetti la giovane ottiene i propri poteri attraverso le nebbie terrigene, la sostanza che dona nuove abilità alla specie nota come Inumani. Gli Inumani avevano fatto capolino nell’universo Marvel qualche anno fa, con la disastrosa e omonima serie. Il prodotto è stato cancellato dopo una sola stagione, e gli Inumani hanno smesso di esistere su Terra-616. La produzione ha deciso così di regalare a Kamala Khan una nuova origin story. Da una parte l’idea è stata forse la più indicata, dall’altra alcuni risvolti un po’ meno. Come dicevamo prima, Ms. Marvel, o almeno il primo episodio, intrattiene diversi legami con un film della Disney di ultima uscita. Parliamo di Red.
Una sceneggiatura fin troppo simile a quella di Turning Red
Siamo a conoscenza dell’abitudine in casa Disney di estrapolare scene o sequenze intere da altri prodotti per crearne di nuovi. Con il digitale, ormai, tutto ciò e facilmente realizzabile. Tuttavia, il rapporto che intessono Ms. Marvel e Red è di natura puramente narrativa. Entrambe le storie sembrano andare nella stessa direzione, con tanto di mitologia interna molto simile. Con Red – uno dei migliori lungometraggi Pixar degli ultimi anni – ci trovavamo davanti ad un’adolescente di origini cinesi in contrasto la tradizione restrittiva della propria famiglia. La piccola Mei, nel corso della storia, si trasformerà in un grosso panda rosso a seconda delle proprie emozioni. Questa non è altro che un’antica maledizione che colpisce le donne della sua famiglia. Tra incidenti e perdoni, Mei e la madre raggiungeranno un punto d’unione, a metà tra la tradizione e il nuovo.
Vi ricorda qualcosa? Anche Ms. Marvel presenta un personaggio molto simile, il cui retaggio familiare la porterà a conoscere le proprie origini e a fonderle ad una prospettiva moderna. Il primo episodio riscostruisce gli stessi stilemi narrativi del film, salvo qualche differenza di carattere religioso/sociale; da una parte abbiamo una giovane di origini cinesi e dall’altra una ragazza mussulmana. Tuttavia, l’incipit di partenza sembra essere lo stesso. Ovviamente, tutto ciò non sembra gravare più di tanto sul racconto, per quanto il fattore originalità va a perdersi. Con il secondo episodio la storia prende una nuova strada, emancipandosi dalla struttura iniziale.
Da Scott Pilgrim ad Ant-Man, Ms. Marvel crea il proprio universo citazionistico
Il primo e il secondo episodio di Ms. Marvel presentano una sceneggiatura e una regia discretamente differenti. Il secondo, a nostro avviso, prende il giusto respiro da un pilot frenetico e saturo. Oltre a Red, la serie intrattiene un forte legame anche con un altro film, il Scott Pilgrim vs the World di Edgar Wright. Qui il collegamento è voluto, in quanto presente una citazione alla pellicola del regista. Bisha K. Ali porta all’eccesso gli elementi che hanno reso famoso il film. Accentuando la rappresentazione per immagini dei pensieri di Kamala, lo schermo viene inondato di colori, forme e movimenti tali da spiazzarci. Il nostro cervello deve elaborare un elevato numero di informazioni tale per cui si perde il focus sui personaggi.
La seconda puntata sembra correggere tale sovrabbondanza, abbassando il tiro e riducendo l’espediente visivo a poche scene selezionate. Detto ciò, Ms. Marvel ha comunque dei punti a suo favore, in primis la protagonista. Iman Vellani è una giovane attrice dal forte carisma, ed è difficile non affezionarsi alla sua Kamala Khan. La circonda inoltre un cast interessante, nel quale spiccano i genitori. Il Bruno Carrelli di Matt Lintz e l’interesse amoroso della protagonista sbilanciano un po’ il tono degli episodi, avvicinando la propria recitazione a quella delle produzioni di Disney Channel. Viceversa, a colpire è la storyline riservata ad un’altra amica di Kamala, Nakia. L’abbondante numero di personaggi e interpreti è gestita in modo congeniale alla storia, in modo da lasciare sempre al centro la nostra Kamala Khan. Ogni storyline si muove all’unisono con quella dell’eroina, per quanto ancora non si sappia quale sia il villain della serie.
Questo è un punto a sfavore dei primi due episodi, in quanto non si avverte una minaccia alla vita dei protagonisti. Il finale del secondo episodio sembra ovviare questo problema, portando sullo schermo un personaggio pronto a creare scompiglio; sempre se questi sarà il vero cattivo della storia. L’esordio di Ms. Marvel viaggia tra alti e bassi, tra scelte narrative interessanti ed altre non così originali. a compensazione della novità troviamo un racconto multi-citazionistico. Esempio lampante è il riferimento ad Ant-Man, e nel particolare all’innaturale giovinezza di Paul Rudd. Dall’inizio fino ai titoli di coda assistiamo a una miriade di citazioni al Marvel Cinematic Universe, passando dal furgone della Tracksuit Mafia visto in Hawkeye alla battaglia contro Thanos.
Un coming of age lontano dalle tinte delle altre serie Marvel
A differenza di Moon Knight, Ms. Marvel ha ben chiaro il proprio ruolo all’interno dell’universo espanso. Tale scelta è dipesa anche dal fatto che Kamala Khan comparirà nel prossimo film dedicato a Captain Marvel. Il film vedrà riunite la nuova supereroina, Carol Danvers e Monica Rambeau (introdotta in WandaVision). Al di là dei collegamenti che la serie intrattiene con altri prodotti, il tono da coming of age scanzonato e colorato ben si approcciano al personaggio; esattamente come nei fumetti. Ms. Marvel è la risposta ad un pubblico più giovane, differenziandosi dal resto delle serie di Disney+. Siamo più vicini a Disney Channel che ad un politico Captain America.
Ms. Marvel non si dispensa però dal raccontare le problematiche della comunità mussulmana negli Stati Uniti, tantomeno di esporre le proprie critiche. Ci riferiamo ad un particolare momento in cui personaggi fanno riferimento alla Partizione avvenuta tra Pakistan e India nel 1947. Un periodo storico controverso, inciso da guerre e massacri. Il Marvel Cinematic Universe amplia con Ms. Marvel il proprio spettro di rappresentazione, uscendo finalmente da una certa comfort zone. La serie non spiccherà certo per un esordio brillante, ma riesce comunque a farci sorridere in vari passaggi. Se Moon Knight ci ha insegnato qualcosa è che non è oro tutto ciò che luccica. La serie con protagonista Marc Spector ha avuto un ottimo esordio conclusosi con un pietoso season finale.