New Amsterdam 2: recensione del finale di stagione
Basata sul libro Twelve Patients: Life and Death at Bellevue Hospital di Eric Manheimer, New Amsterdam 2 conferma il carisma della prima stagione e del suo protagonista dottor Max Goodwin, aprendo gli scenari di una terza stagione.
Un medical drama classico, ispirato senza dubbio alle serie iconiche del passato che hanno fatto grande il genere: personaggi accurati, situazioni narrative alla continua ricerca di verità e realismo, ed un protagonista che sa tenere in piedi non solo uno degli ospedali pubblici più antichi di New York, ma ben due stagioni. Ad accompagnarlo un’equipe di medici che arricchisce il cast di New Amsterdam 2.
https://youtu.be/uNn05qe8PyI
La seconda stagione di New Amsterdam è andata in onda su Canale 5 divisa in due parti: la prima a Gennaio composta da 9 episodi, e la seconda parte composta da altri 9 episodi a Giugno. Attualmente è possibile rivedere la prima e la seconda stagione sulla piattaforma streaming Mediaset play.
New Amsterdam 2: la trama della seconda stagione
Dopo il terribile incidente che aveva lasciato in sospeso l’ultimo episodio della prima stagione, New Amsterdam 2 si apre con una nuova sfida per il dottor Max Goodwin (Ryan Eggold): dopo essere riuscito a vincere la lotta contro il cancro, grazie anche all’attenzione e alla cura del caso da parte della dottoressa Sharpe (Freema Agyeman), inizia per lui una nuova vita. Una vita in assenza della moglie, scomparsa prematuramente e che gli lascia la piccola Luna da accudire. Si ritrova così ad essere un padre single che deve conciliare gli orari di un neonato con il suo incarico di direttore sanitario.
All’inizio Max affronta il lutto dedicandosi anima e corpo al suo lavoro, sempre spinto da quella determinazione che lo ha sempre contraddistinto per migliorare l’efficienza del New Amsterdam, prendendosi cura del personale e dei pazienti senza trascurare nulla. Gradualmente però si rende conto che forse anche il suo cuore e la sua vita reclamano uno spazio e un respiro più ampio, per potergli permettere di avere sempre la carica giusta e conciliare la sua nuova vita da padre con quella di direttore e ancora prima di medico.
Il carisma di Max Goodwin e una serie che non perde colpi
A tenere alto il tono di New Amsterdam è il dottor Max Goodwin, interpretato con delicatezza e determinazione da Eggold. Si tratta di un personaggio con una forte umanità ed empatia, caratteristica con cui lo spettatore si interfaccia al meglio, proprio come i pazienti di Goodwin. A differenza di quanto ci si potesse aspettare, New Amsterdam 2 riesce anche a puntare meno sul melò e sull’accennato patetismo che caratterizzavano la prima stagione.
New Amsterdam 2: una serie delicata dalla forte umanità
Il ritmo è cadenzato, non è forsennato come lo era E.R Medici in prima linea, ma lo ricorda sicuramente nella scrittura dei personaggi. Volendo fare un parallelo New Amsterdam desidera avvicinarsi quanto più possibile ai ritmi e all’umanità che hanno reso iconica Grey’s Anatomy. Non mancano di tanto in tanto frasi ad effetto che il pubblico tenderà a ricordare e a farne aforisma, ma è perfettamente in linea con i toni pacati, empatici e delicati della serie. Da non sottovalutare anche una notevole colonna sonora composta da hit evergreen e altre meno conosciute, ma recenti.
New Amsterdam è una serie che va guardata per come si presenta: un medical drama dove le vite dei medici si incrociano tra loro, dove qualche amore in corsia viene sussurrato e lasciato in sospeso, e dove soprattutto si raccolgono le storie delle migliaia di pazienti che si avvicendano all’interno della struttura ospedaliera. C’è al di là del romanzato, un forte intento di ricordare il valore e il ruolo che ricopre la figura del medico in ogni suo aspetto, e le cui cure sono vere e proprie missioni umanitarie quotidiane. Il finale sospeso non lascia alcun dubbio e tutte le trame rimaste in sospeso preparano il terreno per quella che sarà la terza stagione della serie già annunciata.