October Faction: recensione della serie sci-fi di Netflix
La nostra recensione di October Faction, la serie che mescola vampiri, umani e mostri di ogni tipo
Proprio come come quello dei libri, anche il mondo dei fumetti è un’ottima fonte di ispirazione per la creazione di nuove serie tv. Stavolta Netflix ha deciso di puntare su un prodotto horror fantascientifico che coinvolge la secolare lotta tra esseri umani e mostri, un conflitto apparentemente bilanciato, ma in realtà molto più complesso di quanto si creda.
Dal fumetto October Faction, scritto da Steve Niles e disegnato da Damien Worm, il 23 gennaio 2020 è arrivata sulla piattaforma l’omonima serie, creata da Damian Kindler.
Da una buona idea di base, messa a disposizione proprio dalle pagine della suddetta graphic novel, ha preso vita un prodotto seriale che non mantiene ciò che promette, capace di regalare momenti d’azione allo spettatore, ma carente nella sceneggiatura e negli effetti speciali.
October Faction – Uomini e mostri, un confine sfumato e una caccia spietata
Fred e Deloris Allen (rispettivamente J. C. MacKenzie e Tamara Taylor) sono una coppia di cacciatori di mostri appartenenti a un gruppo segreto detto “Presidio”. I rischi corsi a causa del loro lavoro li costringono a mantenere nascosto il loro impiego come agenti perfino ai loro figli diciasettenni, i gemelli Geoff e Viv. Ma quando i due ragazzi iniziano a manifestare poteri soprannaturali, ogni cosa viene messa in discussione, man mano che la verità li espone sempre di più ai pericoli di una guerra difficile da comprendere.
October Faction: Maxim Roy nel cast della serie Netflix
Il conflitto tra umani ed esseri soprannaturali è una trama già più volte incontrata in serie tv, film e libri. Sembra tuttavia non passare di moda, grazie alla sua capacità di affascinare e al tempo stesso offrire una grande varietà di soluzioni narrative.
Da una trama molto interessante – offerta dall’omonima graphic novel – nasce anche October Faction, che nella trasposizione non riesce tuttavia a portare avanti lo stesso carisma dimostrato dalle pagine del fumetto. Le possibilità di colpi di scena e istanti di azione adrenalinica sono molte, in alcuni casi adeguatamente sfruttate, altre volte soppiantate dalla maggiore validità degli spunti sociali offerti dalla serie.
October Faction: pregi e difetti, tra personaggi carismatici e diversity
Oltre a effetti speciali che non rendono adeguatamente giustizia all’impianto soprannaturale della serie e al character design del fumetto, October Faction sembra peccare nei tratti che più dovrebbero distinguere positivamente la serie.
L’azione non manca, ma in un prodotto così incentrato su una battaglia durata tanto a lungo, avrebbe potuto essere maggiore e meglio gestita.
Lo stesso vale per la rappresentazione del “sistema magico”. La serie offre una grande varietà di creature prese di mira dal Presidio, ma le loro caratteristiche – positive o negative – sono state poco approfondite. Per quanto riguarda invece i poteri manifestati dai giovani protagonisti, lo spigliato Geoff (Gabriel Darku) e l’introversa Viv (Aurora Burghart), essi hanno avuto lo scopo di introdurre i principali punti di svolta della trama, ma avrebbero potuto essere sfruttati di più, in quanto elementi fondamentali dello sviluppo personale dei ragazzi.
D’altra parte October Faction presenta anche diversi punti di forza, a partire dalla discreta complessità della trama, fino alla buona rappresentazione di personaggi molto diversi tra loro.
Fred e Deloris sono una coppia mista per nulla estranea a episodi di razzismo. La vita non è facile nemmeno per i loro figli, non solo emarginati perché appena trasferiti in una nuova scuola, ma anche tagliati fuori dalla vita sociale del liceo per via dei loro bizzarri comportamenti, causati proprio dai poteri.
Viv è un’introversa che fatica ad allacciare rapporti positivi (eccetto per la loquace Cathy, interpretata da Anwen O’Driscoll), mentre Geoff incontra qualche problema a causa della propria aperta omosessualità.
Le dinamiche dei personaggi nei diversi contesti (scolastico, familiare e relazionale) sono scritte con realismo e con il preciso intento di donare la giusta varietà al sistema dei personaggi. La stessa guerra tra umani e mostri sembra essere lo specchio di una società che rifiuta il “diverso”, che lo teme e lo allontana.
Gli spunti di riflessione sono dunque numerosi e interessanti, nonostante la qualità tecnica altalenante e una sceneggiatura non sempre brillante.