Oggetti di scena: recensione della serie Disney+
Oggetti di scena svela dove sono finiti gli oggetti più iconici dei film Disney. Una chicca per cinefili e collezionisti.
Oggetti di scena, ovvero alla ricerca delle briciole dei sogni. Se volessimo far poesia, questo dovrebbe essere il titolo di questa nuova serie originale Disney+, ideata e condotta da Dan Lanigan, collezionista di memorabilia e oggetti di scena cinematografici. Otto puntate alla scoperta, e spesso alla ricerca, di quegli oggetti che fanno ormai parte dell’immaginario di tutti quelli che sono cresciuti con le opere firmate Walt Disney.
Props è il nome tecnico di questi manufatti, da qui il geniale titolo originale della serie, Prop Culture. Lanigan intelligentemente viaggia tra tempi e generi, abbracciando così un vasto pubblico vasto. Non solo classici insomma, anche se la prima puntata, alla ricerca di Mary Poppins, è una vera e propria dose omaggio della migliore cocaina cinefila. Dall’ombrello di Mary, ormai introvabile, alla palla di vetro dove vive la signora dei piccioni, che invece ha un suo posto nel mondo, dove Lanigan ci fa entrare e da cui lo spettatore uscirà in lacrime.
Oggetti di scena: Il primo episodio di è la sintesi perfetta della filosofia del programma
Il cinema è una malattia, il collezionismo una forma acuta di pazzia. Mettete insieme le due cose e il risultato è Oggetti di scena. Lanigan, però, non si limita ad alimentare l’innato autismo del cinefilo, capace di fissare una vite del Millennium Falcon per alcune ore. I viaggi di questo simpatico e appassionato Virgilio oversize, evidentemente proprietario di una fumetteria a Springfield, vanno alla ricerca di un sentimento molto profondo. Vedere gli uomini e le donne che hanno maneggiato e indossato, quando non addirittura ideato e creato abiti, oggetti, ritrovarseli per le mani, decine di anni dopo, quelli sono i veri production values della serie.
Come l’incontro con Tony Walton, il creatore del costume dell’entrata in scena dal cielo di Miss Poppins. Dopo avere ricomposto l’abito su un manichino lo abbraccia. Una scena che fa scendere fiumi di lacrime. Il perché scopritelo vedendo la serie, che continua con altre sette puntate ricche di emozioni.
Tron è il giusto omaggio a uno dei più grandi fiaschi della Disney, di fatto un’opera visionaria avanti vent’anni nel futuro. Lanigan ci inganna andando alla ricerca di pupazzi e casacche, in realtà i veri props sono colori che hanno dato una forma ai sogni.
O addirittura una voce, anzi due, come Chris Sarandon e Danny Elfman per Jack Skeleton, nella terza puntata, dedicata a Nightmare Before Christmas. E sentire l’ex leader degli Oingo Boingo cantare dal vivo le canzoni del Jack è un momento da brividi di Halloween.
Si continua con Pirati dei Caraibi, Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi, le Cronache di Narnia, Chi ha incastrato Roger Rabbit e The Muppet Movie. Montagne russe emotive, insomma, pezzi di cuore che scopriremo che fine hanno fatto. E anche come poterne eventualmente possedere qualcuno, vendendo un organo e/o un parente stretto in una delle aste specializzate periodicamente vengono organizzate per piazzare pezzi più o meno celebri e riconoscibili di storia del cinema.
Il che fa pensare inevitabilmente quanto l’avvento delle tecnologie digitali stiano depauperando anche questa romantica branca del cinema. Quello che è rimasto di un tempo ormai lontano va preservato e conservato. Soprattutto, va amato per le emozioni che ancora oggi smuove.
Oggetti di scena è in uscita su Disney+ a partire dal 1° maggio 2020.