Ognuno è perfetto: recensione della fiction Rai

Ognuno è perfetto andrà in onda in tre puntate, a partire dal 16 dicembre, su Rai Uno

Ognuno è perfetto è una fiction diretta da Giacomo Campiotti e interpretata da Edoardo Leo, Cristiana Capotondi, Lele Vannoli, Nicole Grimaudo, Valentina Venturin, Gabriele Di Bello e Piera degli Esposti.

Ognuno è perfetto e il tema della disabilità

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Scritta da Fabio Bonifacci, Ognuno è perfetto tratta il tema della disabilità affidando il ruolo di protagonisti e co-protagonisti ad attori esordienti che sono realmente affetti da sindrome di Down.
La fiction segue le vicende del giovane Rick, ventiquattro anni, in serie difficoltà nel trovare un impiego che sia realmente retribuito e riconosciuto come tale. Il suo sogno (o, meglio, la sua necessità) viene appagato da Miriam (Cristiana Capotondi), che lo inserisce nel reparto packaging di una cioccolateria gestita e mandata avanti da un gruppo di dipendenti che condividono con Rick l’essere trisomatici. Rick non è il solo a dover affrontare i problemi della vita: anche suo padre (Edoardo Leo), infatti, ha appena scoperto un tradimento da parte di sua moglie, e la crisi coniugale della coppia si acuisce. Eppure, i veri ostacoli per Rick devono ancora arrivare, e arriveranno proprio con l’inizio del suo impiego presso la cioccolateria.

Ognuno è perfetto racconta il potenziale dei suoi protagonisti

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La scelta di affidare le vesti di personaggi principali ad attori che sperimentano le difficoltà della disabilità data dalla trisomia 21 nella quotidianità, al di fuori dello schermo, è qualcosa che ripete in parte l’operazione effettuata da Federico Bondi con il suo Dafne, che già esplorava, oltre al rapporto padre-figlia, il modo in cui queste persone siano perfettamente in grado di riconoscere e accettare gli imprevisti e le difficoltà attinenti alla parte più pragmatica della vita reale, prima fra tutti il mondo del lavoro, e in cui siano in grado di fronteggiarle con positività, ingegno e un sorriso sempre pronto a risplendere sul volto.
Questo, tuttavia, non significa che la sofferenza non sia egualmente sperimentata, sottolineata ancor più dai disagi e dagli intralci eretti dalla condizione in cui si trovano, e Ognuno è perfetto lo sa bene. Una delle note positive della fiction, prodotta da Rai Fiction insieme a Viola, è proprio questa; quella di contestualizzare la disabilità nel quotidiano, di calare i protagonisti in un ambiente lavorativo che metta alla prova le loro abilità, non dissimili da quelle di tutti gli altri. Naturalmente connesso ai meriti di Ognuno è perfetto, tuttavia, risaltano ancor più i limiti della serie, che si ritrovano con semplicità nel modo in cui si tratta una tematica che, a livello drammaturgico, necessiterebbe di un approfondimento.

Il primo episodio

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Il primo episodio di Ognuno è perfetto giunge a destinazione con qualche incostanza nel ritmo generale della narrazione e una scrittura priva di veri guizzi, tuttavia rimanendo a galla grazie al dialogo: eppure sembra risentire spesso di una poco velata patina di superficialità, stesa su tutta la struttura di un primo episodio più incentrato sull’intreccio che sull’esplorazione introspettiva, o anche sommaria, dell’interiorità dei personaggi e del conflitto individuale con un disagio da cui, a tutti gli effetti, si erge il primo grande scoglio. Ognuno è perfetto sorvola del tutto sulla questione, caratterizzando i personaggi a partire da problemi uguali a quelli di tutti gli altri (e nemmeno tanto aspri: Rick riesce a trovare lavoro in un batter d’occhio), sconfinando spesso in una commiserazione facile e ostentata, e costruendo la struttura della storia con l’introduzione di situazioni paradossali (come nel finale del primo episodio), di cui si poteva sicuramente fare a meno.

Ognuno è perfetto andrà in onda in tre puntate, a partire dal 16 dicembre, su Rai Uno.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 1.5
Emozione - 1.5

1.8