Pantano – Millennio – stagione 3: recensione della serie TV
La terza stagione di Pantano - Millennio è il capitolo conclusivo di una serie che ha raccontato un periodo storico, uno stato con tutte le sue ombre e le sue crudeltà, attraverso gli inquietanti casi.
Arrivano su Netflix, il 28 febbraio 2024, i sei episodi di Pantano – Millennio, scritta e diretta da Jan Holoubek insieme a Kasper Bajon, stagione che chiude un dramma iniziato con gli anni ’80 di Pantano, continuando con la seconda stagione, Pantano ’97 per concentrarsi ora su avvenimenti del nuovo millennio. Pantano -Millennio è una serie thriller poliziesca in 6 episodi che vede come protagonisti, Dawid Ogrodnik, Andrzej Seweryn, Magdalena Różczka e Zofia Wichłacz.
Pantano – Millennio: omicidi, sparatorie, intrighi, utili a scrivere una serie criminale e macabra
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Omicidi, sparatorie e molti intrighi sono al centro anche di questa terza e ultima stagione di Pantano, serie criminale e macabra che con nuovi casi e personaggi vecchi e nuovi ricostruisce l’atmosfera dell’Europa dell’Est. Si dipinge un ritratto sociale, storico di un paese, di un mondo e di un momento storico, mescolando omicidi, corruzione e giochi di potere. Fin da subito la serie immerge lo spettatore, con una fotografia cupa e toni scuri, in freddi paesaggi polacchi.
Anna Jass della polizia nazionale polacca (Różczka), l’investigatore locale Adam Mika (Simlat), Piotr Zarzycki (Ogrodnik), direttore del giornale locale, si trovano a dover ancora lavorare su casi inquietanti e spaventosi di violenze e omicidi. Pantano, fin dal titolo, mostra la palude in cui l’essere umano sprofonda senza via d’uscita, donne vittime della prostituzione, spesso zittite e violate in molteplici sensi, morte perché scomode o peggio ancora perché non sono più utili, uomini viscidi, violenti, machisti come il loro sguardo, altrettanto viscido, violento e machista. La quantità di frasi insostenibilmente sessiste dette sono tantissime, certo, ci sono Anna Jass e Kinga ma non è sufficiente per rendere vivibile un mondo così brutto, sporco e cattivo.
Una fotografia di un periodo, una storia ricca di collegamenti
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In Pantano la morte di un ricco uomo locale, il rapimento di ragazze, le violenze più crudeli sono espressione di un periodo oscuro e ciascun elemento è collegato a doppia mandata con gli altri e anche con il passato. Infatti uno dei punti forti della serie è la scrittura. Aggancia il pubblico con i suoi personaggi ben realizzati e che sa anche fare le dovute concessioni ai fini dell’intrattenimento; il risultato è una miscela di ricostruzione storica e thriller. Si attraversano diversi decenni e in questo modo ricorda la difficile situazione che il Paese ha attraversato dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Pantano non ha il ritmo di certe serie tv americane e neppure di quelle inglesi, non ha lo sviluppo narrativo di molte di quelle di genere scandinave. Interessante è il labirinto dentro cui si snoda la narrazione, che sembra muoversi sempre sott’acqua, senza trovare mai respiro. Tutti gli elementi che vengono inseriti vanno a comporre un quadro che inquieta.
Pantano – Millennio: valutazione e conclusione
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La terza stagione di Pantano – Millennio è il capitolo conclusivo di una serie che ha raccontato un periodo storico, uno stato con tutte le sue ombre e le sue crudeltà, attraverso gli inquietanti casi. Con una scrittura semplice e ben calibrata, Pantano indaga, mostra, mescola i piani e lega eventi di ieri a quelli di oggi. Ciò che forse manca è un po’ di empatia, lo spettatore si sente un passo indietro rispetto ai personaggi. Cose brutte, cruenti succedono eppure per lo spettatore il racconto è come una cronistoria che ha poco di umanità e di emozioni.