Photographer: recensione della docuserie Disney+
La serie TV esplora la vita e il lavoro di sei fotografi di National Geographic, fra "dipendenza da brivido" e ricerca dello scatto perfetto.
Dal 19 marzo 2024 trovate Photographer fra i titoli disponibili su Disney+. Il nuovo show di National Geographic è una docuserie in sei episodi creata da Jimmy Chin e da Elizabeth Chai Vasarhelyi, i vincitori dell’Oscar 2019 per il coraggioso documentario Free Solo. Lo spettacolo è dedicato alla vita e al lavoro, tra tenacia e abnegazione, di sei acclamati e avventurosi fotografi professionisti. Non esplora i processi tecnici con cui si ottiene la fotografia ma le motivazioni che spingono una persona alla ricerca spasmodica della foto perfetta (a “lavorare fino alla morte” per dirla con l’artista e fotografo di moda Campbell Addy).
Photographer – Lo show racconta il lavoro di sei avventurosi fotografi di National Geographic
In ogni episodio facciamo la conoscenza di uno fra i più acclamati fotografi di National Geographic e della sua mission. Nel pilot, ad esempio, troviamo la fotografa australiana Krystle Wright – la quale ha vinto i Red Bull Illume Image Quest 2023- che cerca di “catturare” la potenza di un tornado, e abbiamo la possibilità di scoprire aspetti che non conoscevamo sulle grandi difficoltà che comporta la maggior parte dei loro servizi fotografici. Perché, spesso, quando si pensa al National Geographic, di solito si pensa ai documentari sulla fauna selvatica nelle giungle. Sicuramente lo show preserva un po’ dello stile tradizionale del periodico statunitense, in questo caso però il focus è sugli stessi fotografi. Ogni puntata si avvia con un preciso progetto per poi scavare nella vita privata. Il benessere psicologico è un tema conduttore, ma vengono affrontati anche l’amore per la natura e per la famiglia, e soprattutto una certa “dipendenza da brivido” tipica degli avventurieri.
Uno show in sei parti imperdibile per gli operatori specializzati in fotografia
Photographer è dunque una presentazione in sei parti di National Geographic, che si concentra sul lavoro di sei professionisti, o team fotografici, e sulle loro diverse aree di studio. Un prodotto seriale imperdibile per gli operatori specializzati in fotografia che potrebbe incuriosire anche il pubblico generalista. Vediamo Krystle Wright che si arrampica sulle scogliere, che scatta sott’acqua o che insegue le tempeste. A tal proposito Ken Geiger, l’ex vicedirettore della fotografia della rivista National Geographic, precisa che “non scatta foto, fa foto”, insomma restituisce con la massima esattezza il soggetto fotografico – quella parte dell’immagine sulla quale desidera focalizzare l’attenzione dell’osservatore – come nella sequenza particolarmente interessante girata nello Utah, durante la quale Wright e un altro del gruppo si arrampicano apparentemente per centinaia di metri su una parete rocciosa a strapiombo per impiantare l’illuminazione in una fessura e ritrarla di notte…
Photographer: valutazione e conclusione
Chi ha esperienza televisiva si ricorderà di cacciatori di tempeste, di qualcuno che si è immerso tra gli squali o nelle gelide acque dell’Artico e dell’Antartide, di chi ha inseguito spaventosi uragani o di fotografi di guerra, ma ciò che colpisce di Photographer è soprattutto l’originalità dell’idea. Per la prima volta si è riunito tutto questo materiale video omogeneo per realizzare uno show dedicato alla vita e al lavoro dei fotografi di National Geographic, che qui sono i veri protagonisti di ogni singola inquadratura.