Physical – stagione 2: recensione del primo episodio
La recensione del pilot di Physical 2, la nuova stagione della serie Apple TV+ che getta già nell'incipit le basi per l'emancipazione completa.
“Brava ragazza resta affamata, resta concentrata” si dice così Sheila (Rose Byrne), nella seconda stagione di Physical, dopo essersi preparata per partecipare ad una serata organizzata dalla Stahl/Grunner, la casa che produce le videocassette di aerobica a cui sta lavorando, ma non solo. Inizia così il primo episodio della seconda stagione di Physical, la serie tv, ideata da Annie Weisman, disponibile su Apple TV+ dal 3 giugno 2022, che parla di corpo, storia sociale e aerobica, show che punta a raccontare, attraverso il fisico e la vita di Sheila, gli anni ’80, in America con tutte le sue luci e le sue ombre. La seconda stagione, agganciandosi alla prima, con i suoi dieci episodi (uno ogni venerdì), racconta ciò che avviene dopo la sconfitta di Danny, suo marito, alle elezioni e l’inizio del successo di Sheila con la vendita delle videocassette. La vita della donna in questa seconda stagione sta per modificarsi in modo radicale, non è più certa del proprio posto nella famiglia, è convinta che Danny (lo stand-up comedian Rory Scovel) sia una zavorra e Greta (Dierdre Friel) invece un’amica, una fan, colei che pendendo dalle sue labbra potrebbe darle la giusta spinta per navigare anche in acque perigliose.
Physical: quando una dichiarazione è (sembra) un ulteriore atto di autodeterminazione
Sheila: “Certo che vuole andarsene, non è la sua festa può darti due minuti, tu gli hai dato gli ultimi vent’anni”
Quella di Sheila è tutta ancora lì, davanti agli occhi dello spettatore, una narrazione che unisce dramma e commedia: la casalinga stanca e repressa lascia il posto ad una donna che vuole prendersi il proprio posto nel mondo e lo fa attraverso l’aerobica, i passi sicuri, i body sgargianti, le fascette per i capelli, ma il suo viaggio per ritrovare e riscoprire la propria identità, forse, è solo all’inizio. La voce interiore picchia ancora forte, picchia la realtà in cui vive, chi le sta intorno, e mentre di fronte al mondo lei è perfetta, nella sua mente è cattiva e probabilmente anche più di prima: dimostra di essere perfetta, nel corpo – atletica, capelli voluminosi, sempre giusta per ogni occasione -, nel volto, nei sorrisi che spreca, ma dentro è arrabbiata, delusa e nemica di sé stessa, in questo primo episodio un po’ meno. Lei è una narratrice spietata che sminuisce costantemente e l’abbattimento della quarta parete è il suo marchio di fabbrica perché ci vuole coraggio per dire tutto ciò che si pensa e lei ancora non ce l’ha. La voce interiore che la tormenta continua ad essere una spinta a migliorarsi e dunque Physical ha la capacità di narrare difficoltà psicologiche, disturbi alimentari con un forte senso di verità, senza aver paura di mostrare e senza cedere a facili moralismi o presunte lezioni educative.
Passano 8 minuti e Sheila, finalmente sembra riuscire a dire ciò che pensa, ad aprire il vaso di Pandora che ha nella testa: si prepara e poi sgancia la bomba, “io ti odio, io ti odio così tanto in questo momento con tutta me stessa. Ti odio a morte”. Nell’abitacolo della limousine questa frase è un’esplosione/implosione, pezzi di loro, della vita insieme, della loro storia vengono sbattuti contro finestrini, sedili e in faccia a Danny. Danny è stupito, sconvolto, crede che sia uno scherzo, in fin dei conti lei ha sempre fatto di tutto per lui, l’ha “idolatrato”, lei ha dato a lui, al loro matrimonio, gli ultimi vent’anni della propria vita; ha cresciuto la loro figlia, amandola e prendendosi cura di lei, è stata la moglie che ogni uomo avrebbe voluto, tanto da diventare quasi un cliché.
Danny: “Sei di cattivo umore, io lo capisco”
Sheila: “No, tu non capisci, tu non capisci affatto”
Sheila pare aver deciso, l’ultimo atto della sua emancipazione dopo aver incominciato a fare aerobica, non tornare a casa con Danny sarebbe un atto rivoluzionario per lei; è come dire, ormai basto a me stessa, sono l’eroina della mia vita. L’uomo usa un irritante tono paternalistico con cui tenta di calmare la moglie e poi prova a impietosirla: lui non sa parlare con la babysitter, mentre lei sì.
Il racconto di una società che sta cambiando (o forse no)
Sheila: “Può andare, grazie.”
Sheila dice a sé stessa: “Dove cazzo vai adesso?”
Sheila chiede ospitalità all’amica Greta che è sempre pronta ad aiutarla, lo ha fatto nella prima stagione e continua a farlo anche ora; lo si comprende subito, Sheila torna a casa, non è pronta allo strappo definitivo, ma il piccolo atto di libertà è compiuto (“hai aperto la porta”), vuole dire che la protagonista si sta trasformando e quello che c’è dentro sta venendo a galla (“ora la attraversiamo gli diciamo quello che vogliamo, quello che ci serve”). “Mi serve del tempo per me stessa”, dice Sheila a Greta, ha bisogno di tempo per pensare, alla sua vita e al suo matrimonio; dopo la sconfitta di Danny alle elezioni, per tutti era solo questione di tempo, di lì a poco Sheila avrebbe lasciato suo marito perché quel sacro vincolo l’ha costretta in una trappola e ora invece lei ha successo.
Physical porta sul piccolo schermo ancora una società che ha un solo principio: la perfezione e la sua ricerca. Mentre Greta prepara la colazione per Sheila, in televisione c’è chi parla di diete per dimagrire, Sheila è protagonista di un corso di aerobica per migliorare il proprio corpo che per lei e per tutto il mondo è campo di battaglia, lo è perché l’importante è presentarsi al mondo bella, a posto, magra. Per questo nella prima stagione lo spettatore ha conosciuto il disturbo alimentare di Sheila: ingurgitava panini, dolci, torte gigantesche e poi le vomitava, perché si odiava, perché così aveva il controllo.
Questo è un periodo storico in cui tutto si sta evolvendo, da una parte c’è la tecnologia che sta andando avanti (videoregistratori, VHS, macchina per il caffè), tenta di migliorare la vita delle persone, dall’altra c’è la società che sta diventando qualcosa d’altro.
Danny: “Non devi scusarti perché avevi ragione a dire quelle cose, ti ho ascoltato, ti ascolto. Vuoi vedere un cambiamento in me, ed è quello che vedrai […]. Sono stato uno stronzo? Perché? Perché mi è stato permesso da un crudele e ingiusto sistema maschilista e sciovinista in cui sì, io partecipavo attivamente ma adesso basta. Da oggi io farò la mia parte, mi addosserò le responsabilità del mio genere. […] Ti lascerò libera, voglio che tu produca il tuo film.”
Danny è pronto, disponibile a cambiare il sistema familiare forse anche perché la crisi dopo la caduta è pesante da accettare e quindi per lui l’unica possibilità è questa, e così lei “porta il pane a casa” e lui “lo affetta”. Vuole dimostrare che è cambiato e che si sta evolvendo – il sogno americano “parla” anche alle donne? -, a meno che non ci sia qualcun altro. La risposta di Sheila è una sola: No, non c’è nessun altro; ma lo spettatore sa che una delle caratteristiche della protagonista è quella di essere una bugiarda – non a caso le sue verità le tiene nascoste nei suoi pensieri.
Physical: Sheila e l’America, due facce di una stessa medaglia
Sheila: “Trovati, solo tu, solo tu hai il potere di cambiarti. Forse non sarà oggi, forse non sarà domani ma ricorda le mie parole, sentirai quel cambiamento, sentirai quel potere e sentirai quell’orgoglio sapendo che sei rimasta lì. Hai resistito, sei arrivata fino in fondo”
Sheila utilizza queste parole come motivazione per fare sport, bisogna sudare, provare fatica, trovare la forza in sé stessi per arrivare alla fine dell’allenamento ma queste parole diventano metafora dell’esistenza umana. Il cambiamento sta solo nell’individuo che vuole cambiare, non è qualcosa di repentino, è lento invece, impegnativo e mentre ci si trasforma si percepisce il mutamento. Sheila pensa a tutto ciò e lo racconta proprio a noi, mentre il marito ignaro continua a esporle la sua favola di rinascita. Sembra paradossale che la serie parli di qualcosa di esteriore, di fisico, qualcosa di lontano dalla profondità e questo avviene perché Physical è anche specchio di una società quella americana, spesso più concentrata sul contenitore che sul contenuto, sulla fama e sul successo che non sulla preparazione di quella fama e di quel successo; si mette in scena una spaventosa e crudele grassofobia, l’ossessione per la perfezione, cosa che tormenta uomini e donne.
Non è un caso che la protagonista della storia sia Sheila, riflesso della sua Nazione: San Diego nasconde lo stesso disincanto e la stessa vacuità della protagonista, si tratta di una società in crisi nonostante danaro, successo, una tipica fotografia dell’era reaganiana. Lei è costruita secondo le “regole auree”, ma per esserlo mangia pochissimo e quando mangia vomita; c’è qualcosa di oscuro e mostruoso in lei, fuori è una sirena, dentro la sua testa è piena di cattiveria, giudizi distruttivi e autodistruttivi. Ora insegna alle donne a prendersi il proprio tempo, a scaricare la tensione con l’aerobica, a fare qualcosa per sé stesse. Vende le VHS e lei diventa il marchio di sé stessa, etichetta, perfetta rappresentazione dei risultati del suo lavoro. Per farlo si prepara, va nei centri commerciali, il luogo del consumo per eccellenza e sorridente, inonda le persone con la sua energia. Invita le donne (ma anche gli uomini) a diventare qualcuno, la migliore versione, come ha fatto lei.
Mentre le VHS, i videoregistratori riempiono le case americane e insegnano a “vivere”, suo marito impara ad essere meno egoista e a “promuovere” la parità, forse a non credere veramente nel cambiamento, quello profondo, è proprio Sheila che usa ancora le tecniche “solite” per far tacere il marito, e che trova una nuova bugia da raccontargli per proseguire la sua vita.
Physical: un primo episodio che getta le basi per l’emancipazione completa
Il primo episodio della seconda stagione di Physical getta le basi per un capitolo che porterà Sheila a evolvere ancora, a compiere altri strappi per poter crescere e tutto grazie a delle videocassette di aerobica. Byrne è perfetta nel rappresentare una donna talmente insopportabile e urticante, mal si digeriscono le sue finzioni, i suoi cambiamenti di idee, i suoi pensieri offensivi, la sua perfidia scorretta, da adorarla ugualmente, è capace di mettere in campo tutte le fragilità umane facendole diventare il punto di forza di una che è bugiarda, traditrice, talmente insicura e miope nei confronti di sé stessa da odiare gli altri fino allo sfinimento. Physical continua ad essere una serie così drammatica e faticosa per le tematiche trattate (i disturbi alimentari, l’ossessione per il corpo, la paura di essere sola e le insicurezze con cui non si fa pace) da diventare una commedia scura che si trasforma in una grottesca e forte fotografia di ciò che sono l’essere umano e la società. La forza della serie continuano ad essere i personaggi, scritti in modo impeccabile, immagini di un’epoca, di un mondo.