Piccoli brividi (2023): recensione della serie TV horror Disney+

Un reboot che riporta in auge il grande classico della letteratura per ragazzi attraverso con qualche twist abile ed inaspettato!

Piccoli brividi è la serie TV horror disponibile su Disney+ con suoi primi cinque episodi a partire dal 13 ottobre 2023. In tutto, le puntate previste per questa prima stagione – antologica – sono 10 e raccolgono le storie contenute in 5 libri della celebre e omonima collana per ragazzi ideata da R.L. Stine. Non è la prima volta che Piccoli brividi viene preso e riadattato per lo schermo e – del resto – il formato seriale si presta perfettamente alle avventure ideate dal re del brividio per giovanissimi. Ogni tentativo, a partire dagli anni ’90 e finendo con il film di Rob Letterman del 2016 che vede come protagonista Jack Black, è stato diverso dall’altro, creando un confronto possibile tra le varie versioni del prodotto.

La serie Disney+ prova ad approcciare alla storia in modo ancora diverso, prendendo le distanze dai toni giocosi e leggeri delle altre opere. Gli autori, tra i quali c’è lo stesso Letterman insieme a Nicholas Stoller (Cattivi Vicini), vogliono proporre – come già visto nel trailer – un tono più cupo, colori più scuri e un’atmosfera davvero da incubo.

Una serie horror che esplora l’incubo dell’adolescenza

piccoli brividi disney+

Piccoli brividi segue una storia terrificante che parte, come spesso accade, quando un gruppo di adolescenti decide di interagire con una casa notoriamente infestata, con la conseguente morte del giovanissimo Harold Biddle. Ambientato in parte negli anni ’90 ed in parte ai giorni nostri, unisce le storie di cinque libri scritti da R.L. Stine: Foto dal futuro, La maschera maledetta, La pendola del destino, Vendetta strisciante e Il pupazzo parlante. Un gruppo di adolescenti commette un errore tremendo nel passato, ma le conseguenze arrivano a mordere i loro discendenti nel presente: una gioco di specchi e di rimandi unisce presente e passato, creando una narrazione che fluisce senza intoppi nonostante il costante viaggio nel tempo.

Lo stile dato alla serie TV, nonostante cerchi di rispettarne l’intento profondamente horror e dark, risulta un po’ fermo negli anni ’90. Sono infatti molte le ingenuità tecniche – volute o casuali – che servono a dare un’apparenza retrò, radicata nella tradizione della collezione scritta da Stine. Il riferimento ai grandi classici dell’horror come It di Stephen King, ma anche il citazionismo non troppo celato che porta subito alla mente Stranger Things, può risultate eccessivo a chi attendeva l’arrivo della serie per potersi regalare un prodotto nuovo, originale. L’ambizione nell’intenzione c’è, è presente in ogni scelta tecnica e artistica, ma non è sufficiente a creare uno show dal guizzo inaspettato, dagli snodi di trama imprevedibili. Piccoli brividi promette una storia matura, dai toni oscuri, inquietante per la psiche oltre che per le jump scares, ma nei suoi primi cinque episodi sembra non essere in grado di portare alla concretizzazione delle sue premesse invitanti.

L’effetto generale risulta quindi spooky più che davvero terrificante, con uno sfondo sempre più soft di quanto si spera. Nonostante la fotografia scura e la palette di colori che varia dal nero pece al blu intenso, l’impressione finale è sempre un preludio, un’attesa, una domanda che fatica a trovare la risposta esatta. Nonostante il semplicismo di alcune soluzioni e la gigioneria di un gioco facile, che evita complicazioni e la risolve sempre con trovate “pop”, la storia sottolinea un elemento interessante. Un teen drama che si veste di orrore e brivido, Piccoli brividi racconta una storia di padri e madri, di figli e di maledizioni: le colpe dei grandi ricadono con violenza sui giovani, segnando la loro vita in un ciclo vizioso e viziato che non permette liberazione se non attraverso la lotta. Affrontare il dolore, le brutture, forzare gli adulti a riconoscere le loro responsabilità e il loro ruolo, rendendo solo così possibile la sconfitta del male, dell’orrore.

L’adolescenza, rappresentata dal gruppo di giovani personaggi e artisti Zack Morris (EastEnders), Isa Briones (Star Trek: Picard), Miles McKenna (Guilty Party), Ana Yi Puig (Gossip Girl) e Will Price (The Equalizer), è il vero, terrificante nemico da affrontare, il guado da attraversare, l’inferno in cui scendere per poter rinascere liberi ed adulti. Un po’ come ha fatto Joss Whedon con Buffy l’Ammazzavampiri (Sarah Michelle Gellar) anche Piccoli brividi parla dei mostri come personificazione delle paure adolescenziali, il disagio della crescita, i cambiamenti del corpo, il desiderio sessuale diventano fantasmi, vampiri, licantropi ed ectoplasmi. Il nemico è questa età di passaggio, questo incubo lucido senza via d’uscita, in cui le aspettative dei genitori sembrano una spada di Damocle che pesa un quintale sulla testa. In questa rappresentazione di un’età delicata e inquietante, aliena, Piccoli brividi riesce a penetrare nel dramma generazionale e adolescenziale, trovando una soluzione interessante al problema dell’eccessiva semplificazione del prodotto di partenza.

I giovani attori sono bravi, riescono a trovare una chimica forte quando sono in gruppo ma riescono ad essere carismatici anche nelle puntate monografiche in cui vengono introdotti singolarmente al pubblico. Gli adulti, interpretati da Justin Long, Rachel Harris e Rob Huebel, riescono a cogliere la complessa psiche dei loro personaggi, piagati da un segreto terribile vecchio di trent’anni. In sostanza, le interpretazioni sono credibili e portano avanti in modo godibile l’intera opera, proponendola come un titolo da vedere nei momenti di relax. Inoltre, Piccoli brividi è perfetta come operazione di attesa e preparazione ad Halloween con la sua atmosfera retrò e la spiccata fruibilità.

Piccoli brividi: valutazione e conclusione

Disney+ - Cinematographe

Piccoli brividi si propone come un mix tra i principali titoli horror con protagonisti adolescenti in momenti di trasformazione e crisi. Un connubio in cui sono riconoscibili opere come Stranger Things, Buffy e It. Nonostante il citazionismo forte e una formula piuttosto semplicistica, che non offre nulla di nuovo al genere, lo show riesce a rendere omaggio alla penna creativa di R.L.. Stine e anche a proporre un titolo divertente e godibile al pubblico di Disney+. Perfetto come preludio ad Halloween, Piccoli brividi garantisce intrattenimento senza impegno agli spettatori di qualsiasi età, tra qualche risata e una potente atmosfera nostalgica dei favolosi anni ’90.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.8