Platonic: recensione della serie Apple TV+con Seth Rogen e Rose Byrne
La nuova serie Apple TV+ racconta l’amicizia platonica e speciale di due adulti alle prese con una crisi di mezza età.
Due ex migliori amici prossimi alla mezza età si riavvicinano dopo una lunga separazione: Will e Sylvia sono i protagonisti di Platonic, la nuova serie comedy in 10 puntate interpretata e prodotta da Rose Byrne e Seth Rogen, e co-creata, diretta e co-scritta da Nick Stoller e Francesca Delbanco. Nel cast anche Luke Macfarlane, Tre Hale, Carla Gallo e Andrew Lopez. Disponibile con i primi tre episodi dal 24 maggio su Apple TV+, seguiti da nuovi episodi settimanali ogni mercoledì.
Amici senza benefits
Può esistere amicizia fra uomo e donna? Un’amicizia senza “benefits”, un rapporto speciale e platonico? Quello di Sylvia e Will è proprio questo: migliori amici sin dall’infanzia si perdono di vista una volta messa su famiglia. Sylvia, felicemente sposata con Charlie, ha da tempo lasciato il lavoro di avvocato per crescere i loro tre figli; Will, mastro birraio di un pub di cui e co-proprietario, ha invece da poco divorziato da Audrey. Quando Sylvia lo viene a sapere scatta in lei il desiderio di riallacciare i rapporti con il vecchio amico e presto la loro amicizia tornerà ad essere come un tempo, così totalizzante da destabilizzare le loro vite, soprattutto quella della donna, apparentemente equilibrata e lontana dagli eccessi della giovinezza. Un legame che suscita non poche perplessità negli altri, convinti che ci sia qualcosa di più tra i due: “Ci sono tante amicizie uomo – donna famose: Laura Dern e Sam Neill in Jurassic Park per esempio”, afferma Will con non poca serietà, una battuta che fa comprendere da subito il tono di questa serie.
Una doppia crisi di mezza età raccontata con umorismo esilarante e scorretto, una cifra quasi sempre vincente per le comedy americane, e così è per Platonic che con leggerezza e senza retorica parla dei sogni infranti e dei fallimenti di due adulti che conservano ancora dentro lo spirito selvaggio della giovinezza. Will non ha problemi a comportarsi ancora come un ragazzino immaturo, vestendosi come un adolescente e non controllando i suoi istinti; Sylvia, frustrata per non aver continuato la carriera da avvocato, si fa presto trascinare dall’amico in una serie di follie e situazioni imbarazzanti rischiando di incrinare il rapporto con il dolce e tollerante marito. “L’amicizia fra voi due non è fatta per questa fase della vita”, dice un’amica a Sylvia, “È così che le donne vivono la crisi di mezza età”, le risponde.
Platonic – Rose Byrne e Seth Rogen, una coppia che funziona
La carica comica di Seth Rogen e Rose Byrne, che avevano già dimostrato di essere una coppia ben assortita nel film Cattivi Vicini, sempre diretti da Nick Stoller, è il punto di forza di questa serie, regalando dei momenti clamorosi come quando ubriachi si ingozzano di cibo e vanno in giro per la città in monopattino a combinare guai, o quando riescono ad essere loro stessi, senza filtri e inopportuni, in qualsiasi occasione senza pensare alle conseguenze. Atteggiamenti che rivelano una grande inadeguatezza che Will e Sylvia riescono a esorcizzare insieme tra litigi plateali, vetrate rotte, lucertole rapite, monopattini lanciati per strada e confessioni profonde. Un’amicizia insolita e sincera, come ce ne sono tante, ma qui raccontata con il classico stile brillante della commedia americana, con due protagonisti con i quali è facile empatizzare nonostante i loro eccessi, due personaggi agli antipodi ma tanto simili nel modo di affrontare la vita, gli unici che riesco davvero a comprendersi e a sostenersi a vicenda più di chiunque altro, riuscendo a migliorarsi nonostante tutto.
Platonic: conclusione e valutazione
Una comedy trascinante che funziona soprattutto per la presenza di due talenti indiscussi come Seth Rogen e Rose Byrne, anche produttori della serie, e che tra spensieratezza, risate e situazioni paradossali racconta con tono agrodolce come un’amicizia vera possa essere un antidoto per sopportare i disastri, le debolezze e le delusioni della vita, a 20 come a 50 anni.