Pretty smart: recensione della serie TV Netflix
Una sitcom che non spicca per originalità, ma che si lascia guardare con leggerezza.
Disponibile su Netflix in lingua originale dall’8 ottobre 2021 (rigorosamente sottotitolato in italiano), Pretty smart è una nuova sitcom composta da dieci brevi episodi (circa 25 minuti ciascuno) che esplora le vite e la convivenza di cinque coinquilini a Los Angeles, ognuno alle prese con le proprie difficoltà e aspirazioni. Il motore narrativo è attivato da Chelsea, una brillante accademica, che da New York va a trovare la sorella Claire, con cui il rapporto è incrinato da tempo e che ha una visione della vita lontana anni luce dalla sua. Chelsea viene ospitata dalla sorella per qualche giorno, in attesa che il fidanzato la raggiunga, e in questo periodo ha modo di conoscere meglio la vita di Claire e dei suoi coinquilini, un variegato ventaglio di umanità. Dopo essere stata brutalmente lasciata con una telefonata, Chelsea si trova dunque a doversi inventare una nuova esistenza, in attesa di trovare finalmente l’ispirazione decisiva per scrivere il suo romanzo.
Pretty smart: una sitcom vecchio stile
Pretty smart è una sitcom vecchio stile, di quelle edulcorate e politicamente corrette, che fanno della leggerezza dell’animo umano un’occasione per sfoggiare personaggi che diventano macchiette e che perdono di continuo aderenza con il mondo reale. Un salto indietro nel tempo, per molti versi, in cui le serie TV pomeridiane confortavano senza dare nemmeno la possibilità di essere scossi in alcun modo. La credibilità non può quindi contare su interpreti alle prese con protagonisti vivaci e continuamente su di giri, con stili di vita sempre volte a un’inconsapevole ricerca della felicità. Non solo, la progressione della storia va avanti con bruschi strattoni, creando giustapposizioni stridenti: Chelsea a meno di 24 ore da una cocente delusione amorosa e professionale è già perdutamente invaghita del personal trainer suo coinquilino che le ha anche procurato un lavoro nella sua palestra, cosa che rende la ragazza felicissima, nonostante fino a poco prima vivesse solo per lo studio e la letteratura. A questo percorso zoppicante di Pretty smart vanno aggiunte le peripezie iperboliche che animano ogni puntata, in modo da creare un prodotto esplosivo e talmente sconnesso che non può fare altro che intrattenere fino alla fine.
Leggerezza e fugacità sono gli ingredienti della serie Netflix
In effetti, nonostante gli ingredienti siano tutti sbagliati e diventino presto stucchevoli, Pretty smart riesce a fidelizzare il pubblico, intessendo una sottile trama di banali pretesti e curiosità quasi morbose (Chelsea si dichiarerà? Come finirà con Claire?) che danno quasi un senso di rassicurazione agli spettatori, certi di trovarsi di fronte a una serie che non li potrà deludere a livello drammatico. Un sano binge watching di poche ore basta a saturare la voglia di questa serie e al contempo offre la possibilità di evadere da giornate fredde e piovose: insomma, siamo di fronte a uno di quei titoli del catalogo Netflix da poter guardare mentre le faccende di casa si accumulano o di sottofondo durante una giornata in smart working. Pretty smart non convince fino in fondo, non fornisce elementi di riflessione profonda o di reale interesse culturale, ma del resto nemmeno promette niente di tutto questo. Al contrario, lascia che sia la sua leggerezza ad accogliere e rassicurare lo spettatore, in maniera comunque più efficace di altre produzioni della piattaforma. Accogliente, confortante e con alcune battute carine, Pretty smart non resterà nei cuori di nessuno, ma nel proliferare di schermi che ci mettiamo di fronte agli occhi, uno di quelli sullo sfondo può tranquillamente essere occupato da questa serie.