Profilo Falso: recensione della serie TV Netflix
La recensione di Profilo Falso, la serie thriller/soap colombiana in testa nella top 10 dei più visti su Neflix, disponibile dal 31 maggio 2023.
Disponibile su Netflix dal 31 maggio 2023, Profilo Falso è la nuova serie TV colombiana in stile thriller/melò già in vetta nella top 10 dei più visti. Creata da Pablo Illanes e diretta da Catalina Hernández e Klych López, la serie vede protagonista l’attrice di Che fine ha fatto Sara? Carolina Miranda nei panni di Camila Roman, una ballerina di Las Vegas che intreccia una torbida relazione segreta con un uomo affascinante conosciuto su Tinder, la cui identità si rivelerà essere tutto l’opposto che quel che sembrava.
Profilo Falso: dal catfishing alle dinamiche da telenovela
Dopo una prima notte di fuoco fra le vetrate trasparenti di un albergo a 5 stelle, per conoscersi finalmente di persona dopo mesi di chat, i due constatano un’intesa carnale fuori dal comune. Dopo quattro mesi d’idillio tuttavia, Fernando (Rodolfo Salas) è costretto a tornare in Colombia, e Camila pensa bene di fargli una sorpresa presentandosi nella clinica di chirurgia estetica in cui l’uomo diceva di lavorare, trovandosi davanti un’amara verità. In realtà Fernando si chiama Miguel, è sposato con due figli ed è il genero di un ricco proprietario del sfarzoso complesso residenziale, il Riviera Esmeralda.
Scoperti gli altarini, la ragazza decide di affittare un appartamento e fingersi a sua volta quel che non è: il suo tassista si spaccia per caso per suo marito e lei una psicologa che dopo le nozze ha scelto il residence per passare l’estate. Intanto, la vicinanza con Miguel, le consente di spiarlo da vicino e progettare una vendetta. Ma c’è qualcun altro che punta gli occhi e le telecamere dritte sulla sua condotta matrimoniale. Ovvero il suocero Pedro Ferrer (Víctor Mallarino) che, manovrando una fitta rete di complici, ispeziona ogni sua mossa per decidere se le redini dell’azienda potranno succedere a lui oppure no.
Guily pleasure fra 365 giorni e Palpito
Tutti fingono di essere “altro” nella soap Profilo Falso, che inizia sull’impegno social del fenomeno del catfishing per poi scivolare e riversare il concetto chiave di identità fittizie puramente nella sfera sentimentale/relazionale (tradimenti consumati in sordina, seduzioni per secondi fini, infanzie traumatiche non dichiarate, ex fidanzati violenti), giocando quasi sempre sul pericoloso limite fra oscurare una bugia ben celata e svelarsi per quel che realmente si è. Man mano che si avanza nella visione, infatti, cade il frangibile castello di apparente perfezione di una grande famiglia patriarcale, in cui ognuno recita una parte (la madre fedele, il padre presente, il figlio vulnerabile) cercando in più punti il colpo di scena, tipico delle narrazioni da telenovela, e una generosissima dose di lussuria che fa rima perfetta con l’ambientazione lussuosa (e molto estiva data la scelta cromatica della fotografia) in cui si muove l’intera vicenda.
Profilo Falso non ambisce ad alcun tipo di approfondimento se non a replicare l’effetto osé di 365 giorni, infarcendo ogni episodio con scene di sesso non totalmente esplicite ma coraggiosamente ambiziose nel mostrare nudità e atti coreografici che lasciano ben poco all’immaginazione. Spingendo più in là l’asticella del guilty pleasure, la serie sembra trovare come mero pretesto drammaturgico il disvelamento progressivo di un groviglio concatenato di bugie, infedeltà e misfatti, trovando nelle scene più hot l’appiglio più facile (e meno faticoso) nel distinguersi ad altre narrazioni simili ma più timide sotto le lenzuola.
Profilo Falso: conclusioni e valutazioni
Appurata la qualità carente del prodotto e la consapevolezza di trovarsi difronte a qualcosa di stilisticamente irrilevante da vedere con un certo disimpegno, a Profilo Falso va dato comunque il merito di aver evitato sin dal principio quel pathos insostenibile da melodramma lancinante e smielato visto nell’altra colombiana Palpito, ma anzi di aver optato per toni più ironici, sprezzanti, orgogliosamente caricati e pacchiani, che non incontreranno di certo il favore di molti, ma tanto basta per lasciarsi andare a dieci episodi di pura artificiosità viziosa che, a volte, possiamo anche concederci.