Raël: Il Profeta degli extraterrestri – recensione della docuserie Netflix
Una serie true crime avvincente e inquietante, perfetta per gli appassionati del genere ma anche per il grande pubblico: perfetta per uno scalmanato binge-watching!
Raël: Il Profeta degli Extraterrestri è la nuova docuserie true crime targata Netflix, disponibile con i suoi 4 episodi a partire dal 7 febbraio 2024.
Una storia inquietante, mostrata con il ritmo lento e crescente di un thriller da brividi, che racconta un episodio di fanatismo religioso sfociato – come spesso accade – nella cronaca nera. Un titolo da non perdere nel vasto catalogo offerto dalla piattaforma streaming, in grado di portare sullo schermo le pieghe e le piaghe dell’ animo umano senza patinature o sublimazione.
Fanatismo religioso e sette: la genesi e la deriva di un culto
Raël è l’ ultimo uno dei tanti titoli presenti nel catalogo Netflix, che si arricchisce spesso di opere pregevoli, in grado di scavare nell’ animo controverso delle religioni. Titoli memorabili come Wild Wild Country e Keep Sweet: Pregare e Obbedire, che utilizzano un format d’inchiesta giornalistica e indagine true crime per sondare gli abissi dell’ uomo, sono tra i titoli più fruibili – ma anche le rappresentazioni più alte – del genere.
Queste opere si trasformano in strumenti di esplorazione delle intricate dinamiche interne alle sette religiose, gettando luce su pratiche oscure e manipolazioni psicologiche. In questo panorama, la docuserie Raël: Il Profeta degli Extraterrestri si inserisce come un tassello significativo, offrendo uno sguardo approfondito sulla nascita e lo sviluppo di un movimento spirituale controverso.
La narrazione, degna di un vero thriller, ci immerge nell’anno 1973, portandoci precisamente al giorno 13 dicembre, quando il francese Claude Vorilhon fa un incontro che cambierà il corso della sua vita. Il rappresentante di una razza aliena, gli Elohim, svela a Claude come abbiano plasmato il genere umano dalla notte dei tempi. Questo evento segna l’inizio di una trasformazione straordinaria: Claude si autoproclama Raël e diventa il profeta di un movimento religioso unico nel suo genere. La sua missione? Diffondere l’amore libero, instaurare relazioni con gli extraterrestri che ha incontrato e sostenere la clonazione come chiave per raggiungere l’immortalità.
La docuserie si dipana attraverso la diffusione del movimento di Raël, una trama intricata che si sviluppa attraverso la pubblicazione di libri e le apparizioni televisive del carismatico profeta. La comunità cresce, attirando seguaci provenienti da ogni angolo del globo. I seguaci vivono secondo i dettami degli Elohim, abbracciando l’amore per la natura, il culto del corpo e praticando l’amore libero. Tuttavia, il movimento inizia a incappare in critiche soprattutto in seguito al secondo incontro di Raël con gli Elohim, un incontro che porta il leader religioso al delirio puro, toccando temi delicati e controversi come la pedofilia e il sesso con minori. Antoine Baldassarri, tuttavia, mantiene sempre una certa distanza dalle brutture del racconto, suggerendole senza andare troppo nello snuff.
Il contesto sociale e culturale degli anni ’70, ’80 e ’90 in Francia emerge come un elemento cruciale nella comprensione di come questo movimento si diffuse a macchia d’olio. Raël offre uno sguardo approfondito sulla psicologia di coloro che furono affascinati dal carisma del leader religioso e su come il movimento, inizialmente accolto come un gruppo di eccentrici figli dei fiori, abbia progressivamente rivelato il suo lato più oscuro. Raël: Il Profeta degli Extraterrestri si distingue per la sua struttura attenta e furba. Invece di andare dritto al cuore della vicenda, mostrando il lato tossico, oscuro e manipolatore del culto, lo svela lentamente sullo schermo. In un primo momento, vogliamo credere che le intenzioni di Raël fossero genuine, o che il suo delirio religioso fosse frutto di una illusione malata, psicologicamente motivata. Ma la sapienza registica mostra come e con quali tempistiche si racconta una storia dell’ orrore, lasciando avvenire il climax con i giusti tagli, suggerimenti e battute.
La narrazione coinvolge lo spettatore, fornendo testimonianze da detrattori del movimento e da coloro che vi sono ancora affiliati, compreso lo stesso Raël. La lavoro di Antoine Baldassarri è impeccabile e pieno, una vera masterclass su come creare la docuserie crime perfetta.
Raël, valutazione e conclusione
La docuserie Netflix è un prodotto ben strutturato e sviluppato con intelligenza. Le testimonianze e gli spunti di riflessione offerti rendono la visione un’esperienza coinvolgente e ricca di sfaccettature. Gli amanti del true crime ameranno immergersi in questa realtà parallela e inquietante, in grado di portare in un solo culto tutte le teorie del complotto mai nate nella cultura contemporanea!