Ramy: recensione della serie TV Hulu
La recensione di Ramy, la serie TV Hulu disponibile in Italia su Apple TV che esplora l'essere musulmani oggi, in una ricerca sospesa tra fede e modernità.
Per Hulu, riconosciuto come avversario temibile di Netflix, Ramy è una delle serie di punta, creata e interpretata da Ramy Youssef, attore e comico americano di origini egiziane. Ramy infatti si conferma un ottimo prodotto, dalla scrittura innovativa e capace di raccontarci con freschezza, credibilità e con un pizzico di grottesco, la vita ordinaria di un egiziano trapiantato nel New Jersey. E’ per questo che dato anche il gradimento del pubblico si lavora ad una seconda stagione.
La trama di Ramy esplora l’essere musulmani oggi, una ricerca sospesa tra la fede e la società odierna
Una serie che nasce da esperienze di vita vissuta, guardate sotto una lente d’ingrandimento attraverso la commedia, – il dramma infatti anche quando sembra si stia per creare, viene immediatamente smorzato dallo stile comico della recitazione -, registro particolarmente caro a Ramy Youssef che viene dalla stand-up commedy.
Ramy, che è appunto Ramy Youssef a raccontare la sua di vita nel New Jersey, è un ragazzo egiziano di prima generazione che rispetto a chi lo ha messo al mondo e gli ha trasmesso i profondi valori religiosi musulmani – che però nel corso del tempo loro stessi hanno smesso di perseguire -, si ritrova a “lottare” tra il suo richiamo primordiale alla fede ed un mondo dalla società sempre più moderna e tecnologica, nei rapporti col prossimo quanto in quelli sentimentali.
Ramy in fondo è un ragazzo qualsiasi: cambia spesso ragazza non per divertimento, ma nella speranza di trovare una profonda sintonia con quella che potrà essere quella giusta, è buono e pronto ad aiutare sempre il prossimo, desidera lavorare per passione ma si mantiene vendendo diamanti, un lavoro procuratogli dallo zio. Un ragazzo con le sue confusioni e dubbi quindi, che come molti millennials è un giovane uomo che conserva i disordini dell’adolescenza, intrappolati in un corpo adulto.
E in più nel suo caso c’è un dissidio religioso interiore, che si esprime in una quotidiana domanda su cosa sia giusto fare e cosa no, cosa va fatto e si deve anche se non si può. Quella di Ramy è una continua paura del giudizio, che inconsciamente si pone l’obiettivo di vincere ogni giorno. La scelta infatti di inserire nella serie per lo più musiche arabe, sottolinea un aspetto fondamentale di Ramy: lui è un fervido credente che cerca un equilibrio tra ciò in cui crede e come questa fede si relaziona con il mondo in cui vive. Siamo nel New Jersey, e quindi si sollevano diverse questioni americane, anche di tipo razziste, ma a ben vedere i dubbi di Ramy sono quelli di un qualsiasi immigrato.
Una sceneggiatura convincente e mai banale, dallo stile e la fotografia accattivante
Quello che colpisce di Ramy è senz’altro la presenza di una sceneggiatura mai banale. Sicuramente si è già dinanzi ad un soggetto di per sé interessante: raccontare con schiettezza i disagi di un egiziano di fede musulmana che si è perfettamente integrato nel sistema di valori americano. Non lo fa però con uno stile drammatico, strada spesso battuta quando si affrontano questo genere di argomenti, ma con freschezza e con i ritmi sostenuti della commedia.
La brevità degli episodi, non più di mezz’ora e anche poco meno, firmati da una regia che cerca di focalizzarsi su Ramy ma allo stesso tempo di darci sempre una visione generale che includa anche il punto di vista di chi appartiene alla sua sfera quotidiana, sollevando così anche uno sguardo critico, la rendono godibile e immediata ad un pubblico ampio e varigato.
Accattivanti anche i colori caldi della fotografia che denotano una certa qualità, conquistando anche il favore di chi magari potrebbe guardare con scetticismo il genere. Ramy vince proprio in questo: parlare di fede musulmana e immigrazione con acutezza, rispetto e intrattenimento.
Ramy è visibile su Starzplay, attualmente canale del pacchetto offerto da Apple Tv.