Resta con me, recensione dei primi episodi della fiction Rai
I primi episodi di Resta con me sono andati in onda domenica 19 e lunedì 20 febbraio 2023 su Raiuno e sono disponibili su Rai Play: la "formula De Giovanni" funziona ancora?
Resta con me ha debuttato sul piccolo schermo con i suoi primi due episodi, andati in onda domenica 19 e lunedì 20 febbraio 2023 su Raiuno. Le due puntate, per chi le avesse perse, sono disponibili in streaming su Rai Play. Il nuovo prodotto Rai è – come chiaramente visibile già dalle prime battute – creato e realizzato dallo spunto di un soggetto confezionato appositamente per la TV dall’autore napoletano Maurizio De Giovanni.
Non si tratta, come per le altre fiction di successo, di uno spunto tratto da materiale già scritto. Non abbiamo i casi di Mina Settembre o il tormentato Commissario Ricciardi di Lino Guanciale con cui fare il confronto tra libro e serie TV: il vicequestore Alessandro Scudieri di Francesco Arca è stato forgiato apposta per la prima serata di Raiuno e questo, per gli spettatori e anche per De Giovanni, è stranamente un bene. Le prime due puntate sono ottima TV e ottima TV Rai, ma in che modo sono due cose diverse? Scopriamolo!
Resta con me: la serie TV con Francesco Arca tocca le note giuste, sia del prodotto televisivo che dell’anima
La trama di Resta con me parte da un presupposto semplice, ma estremamente efficace: i tropi comuni a tutte le opere precedenti a cura di Maurizio De Giovanni vengono selezionati con il contagocce in misure giuste, messe insieme e abilmente miscelate. Abbiamo elementi di Mina Settembre combinati magistralmente con altri di Il commissario Ricciardi, mentre la scelta dello sfondo a Napoli è sempre ricco di sorprese, bellezza, umanità variegata che non deve nemmeno sforzarsi tanto per creare ottimo spettacolo e buona televisione.
Il personaggio principale – ammesso che ci sia data la molteplicità dei punti di vista offerti dalla serie – è il vicequestore Alessandro Scudieri, interpretato dall’ex tronista Francesco Arca. In questo ribelle e tormentato surrogato di Ricciardi che si muove in una ambiente contemporaneo e non negli anni ’30, De Giovanni ha messo tutte le caratteristiche che commuovono ed interessano il pubblico: un personaggio fuori dagli schemi, che si isola dai suoi colleghi pur avendo stima di loro. Scudieri è un uomo che si muove al di fuori degli schemi, un lupo solitario, ma con il cuore al posto giusto. Abbiamo al suo fianco la moglie Paola ((Laura Adriani), Giudice del Tribunale dei Minori, che permette di affondare i denti in succulente storie di vita sociale del napoletano. Il tema sociale, come possiamo riscontrare anche in Mina Settembre (è un’assistente sociale), è caro a De Giovanni, sia per l’impatto emotivo che per scoprire l’umanità di una Napoli grigia, non l’immagine da cartolina o quella buia e senza speranza di Gomorra.
La storia del matrimonio tra Paola e Alessandro si incrocia con il punto di vista “basso” del piccolo Diego, orfano di padre e prossima vittima del sistema pronto ad essere ingoiato nel turbine di Servizi Sociali e case-famiglia. Al timone di questo personaggio centrale c’è il giovanissimo attore napoletano Mario Di Leva, figlio di Francesco Di Leva, apparso sul palco dell’Ariston insieme ad Amadeus durante il 73esimo Festival di Sanremo.
Gli intrecci di questi tre personaggi con il resto della squadra e con i casi proposti nei singoli episodi offrono agli spettatori una panoramica importante sulla città di Napoli, la sua storia colorita e contorta, la sua umanità brulicante ed indefinibile. La miscela funziona, come De Giovanni ben sa dopo vari tentativi riusciti. Cosa aspettarsi dai prossimi episodi?
Resta con me: Napoli tra il tema sociale e i demoni interiori della città (che tormentano i personaggi)
Se la trama in sé non offre grandi novità rispetto ai temi cari e già trattati da De Giovanni, la sapiente regia delle veteranata Monica Vullo (conosciuta per grandi successi come Il paradiso delle signore, Un passo dal cielo 3, Don Matteo, I Bastardi di Pizzofalcone 3) riesce come sempre a metterli insieme in modo sicuro, con un collante di emozioni e coerenza narrativa che cementano una formula vincente. Napoli è la giusta cornice, ma anche personaggio agente, per raccontare storie di quotidiana umiltà, per mettere al centro i dimenticati, i rotti, gli appestati, gli ultimi. Una città ricca di uomini e donne, bambini vocianti e partire di pallone clandestine, un mormorio brulicante in cui ogni voce si perde tra le migliaia di altre che chiedono di essere viste e ascoltate.
Gli spiriti di Napoli vengono fuori tramite la maestria di Maurizio De Giovanni: un uomo che ha imparato ad ascoltare ogni singola voce nel brulichio di un suono innocente e distinto, facendo una ripartizione tra i demoni cittadini e le richieste d’aiuto. Gli elementi – nei primi due episodi della serie – sono accennati e abbozzati, un piccolo indizio di ciò che ci aspetta nelle prossime puntate. La vediamo tutta l’ispirazione dell’autore e la sua grande voglia di raccontare Napoli attaverso immagini e luoghi mozzafiato: la bellezza e la salvezza nelle opere dell’autore napoletano vanno a braccetto, senza separarsi mai, in commistione quasi sacrale. Vinceranno i fantasmi della notte napoletana o Alessandro Scudieri? Bisognerà avere pazienza e seguire l’intuizione vincente di Maurizio De Giovanni!