Rick and Morty: recensione della terza stagione della serie
La nostra recensione della terza stagione della serie fantascientifica animata Rick and Morty, dal 5 novembre su Netflix
Dopo una spasmodica attesa da parte dei fan, da oggi è finalmente disponibile su Netflix la terza stagione di Rick and Morty, la serie animata creata da Justin Roiland e Dan Harmon che ha ormai travalicato i confini della fantascienza e dell’animazione, imponendosi come un vero e proprio fenomeno culturale capace di appassionare gli spettatori di tutte le latitudini e di creare un proprio fandom, composto da appassionati di teorie, gadget e degli svariati riferimenti e omaggi dello show. In questo terzo ciclo da 10 episodi assistiamo al piccolo ma incisivo mutamento di alcune dinamiche relazionali fra i personaggi della serie, che ci portano a scoprire di più sul loro passato e sui lati più nascosti del loro carattere.
Rick and Morty: una terza stagione fra conferme e cambiamenti, passaggio fondamentale nella storia della serie
Per i pochi che non lo sapessero, Rick and Morty racconta la vicende di Rick Sanchez, un folle, cinico e misogino scienziato, e di suo nipote Morty Smith, adolescente timido e impacciato. In un vortice di realtà avveniristiche invenzioni, assurdi pianeti e universi paralleli, i due viaggiano ai confini del tempo e dello spazio, affrontando contraddizioni e cliché del genere fantascientifico ed entrando in contatto con assurde creature e incredibili paradossi, in cui vengono coinvolti anche gli altri membri della famiglia, ovvero Beth Sanchez Smith (figlia di Rick e madre di Morty), la ribelle Summer, sorella maggiore di Morty, e l’insicuro e mediocre Jerry, genero di Rick.
Il primo episodio stagionale, dal titolo The Rickshank Rickdemption (gioco di parole su The Shawshank Redemption, il titolo originale de Le ali della libertà), si riallaccia al finale della seconda stagione, mostrandoci la fuga di Rick dal carcere della Federazione in cui lo avevamo lasciato, e mette contemporaneamente in scena un cambiamento non certo inaspettato, ma fondamentale per gli equilibri narrativi, ovvero il divorzio fra Beth e Jerry. Questo evento causa infatti una piccola ma significativa svolta in Rick and Morty, che, pur senza abbandonare il suo caratteristico humour grottesco politicamente scorretto, comincia a esplorare maggiormente i lati più nascosti dei personaggi e i legami fra loro. A emergere sono così soprattutto una maggiore disillusione di Morty nei confronti del nonno e le piccole ma visibili crepe nella maschera di onnipotenza e menefreghismo di quest’ultimo, protagonista anche di alcuni intensi momenti fra genitore e figlia con Beth.
Rick and Morty fra citazioni ed espansione dell’universo della serie
In una stagione contrassegnata dalla definitiva trasformazione di Rick and Morty in fenomeno culturale di massa, come testimoniato dalla scelta da parte del colosso McDonald’s di rimettere in commercio per un giorno la salsa Szechuan, oggetto della spassosa ossessione di Rick nel già citato The Rickshank Rickdemption, continuano le intelligenti e mai banali citazioni a punti di riferimento della cultura pop come Mad Max (sul quale è incentrato l’episodio Rickmancing the Stone), Avengers (parodiati in Vindicators 3: The Return of Worldender) e addirittura Inside Out (omaggiato nell’episodio Morty’s Mind Blowers con l’archivio dei ricordi di Morty). Parallelamente, procede anche l’espansione di quello che possiamo ormai definire l’universo dello show, con vecchi personaggi come Evil Morty e Mr. Poopybutthole che ricompaiono, senza mai fare scadere lo show nel mero fan service, e nuove comparse (in particolare alcune delle tante versioni di Rick e Morty) che ampliano la mitologia della serie.
Fra i tanti strepitosi momenti di questo show più unico che raro, capace di addentrarsi come nessuno nei meccanismi e nelle situazioni tipiche della fantascienza e della narrazione televisiva sovvertendone al tempo stesso ogni canone e convenzione, due sono in particolare gli episodi che ci hanno entusiasmato e che possiamo senza dubbio annoverare fra i migliori della storia della serie: Pickle Rick e The Ricklantis Mixup.
I due episodi migliori della stagione: Pickle Rick e The Ricklantis Mixup
Partendo da un’idea al confine fra l’assurdo e il demenziale, ovvero Rick che si trasforma in cetriolo per sfuggire a una sessione di terapia familiare, Pickle Rick ci precipita prima in una rilettura splatter del capolavoro di Richard Matheson Tre millimetri al giorno, con Rick costretto ad affrontare forze e creature irrilevanti per la sua versione umana, ma estremamente minacciosi per le sue nuove dimensioni di piccolo vegetale. L’episodio varia poi in soli 20 minuti diverse atmosfere e sfumature, sconfinando prima nell’action movie puro e affrontando successivamente uno dei momenti più introspettivi di tutta la serie, con Rick costretto a fare i conti con le sue emozioni e le sue vulnerabilità durante l’incontro con una psicologa.
Ancora più cupo l’episodio The Ricklantis Mixup, direttamente collegato all’episodio finale della prima stagione Close Rick-counters of the Rick Kind. Con Rick e Morty impegnati in un’avventura ad Atlantide di cui non ci vengono forniti dettagli, assistiamo a ciò che succede nella Cittadella, controllata da alcuni degli infiniti alternativi Rick. All’interno di quello che non esitiamo a definire un vero e proprio capolavoro di scrittura seriale, ritroviamo tutti gli elementi che hanno contribuito a scolpire questo show nell’immaginario collettivo: una satira corrosiva e pungente dei meccanismi della società (in questo caso gli ingranaggi del potere), un geniale ed efficace citazionismo (da Stand by me a Brazil), l’analisi cinica e irriverente delle dinamiche relazionali fra i protagonisti. Accanto a questo, cominciamo anche a scorgere le potenzialità della trama orizzontale in Rick and Morty, che siamo sicuri avrà un peso sempre maggiore nelle stagioni a venire.
Rick and Morty: una serie capace di rielaborare continuamente se stessa
In conclusione, Rick and Morty si rivela un passaggio determinante nella storia di questo show, capace di proseguire il solco tracciato dalle precedenti stagioni e al contempo di mutare e rielaborare se stesso, spiazzando continuamente lo spettatore e giocando con le sue aspettative e le sue intenzioni. Nell’attesa della quarta stagione, che ci auguriamo venga realizzata al più presto, consigliamo a chi non conoscesse già questo folgorante show di approfittare dell’arrivo su Netflix di tutti gli episodi per ora trasmessi per recuperare questa mancanza, e a tutti gli altri di sfruttare la circostanza per gustarlo nuovamente, cercando di cogliere a ogni visione nuovi riferimenti e livelli di lettura di quello che è già un pezzo di storia dell’animazione e del racconto seriale.