Rick e Morty – stagione 5: recensione della serie animata Netflix
Rick e Morty - stagione 5 è l'ultimo capitolo delle avventure animate della serie targata Netflix. L'ennesimo imperdibile caso di follia.
Quando pensi sia finita, Rick e Morty ritrova la via. Anche se per farlo deve sparare un raggio laser attraverso le dimensioni dello spazio e del tempo. La serie di Justin Roiland e Dan Harmon non accenna debolezze. Anzi, con Rick e Morty – Stagione 5, disponibile su Netflix dal 22 ottobre 2021, cambia ancora una volta tutto. Sempre che di cambiamenti si possa parlare in un universo narrativo dominato dalla casualità e dal libero arbitrio della follia.
Per questo involve, sperimenta, ritorna. Rick e Morty – stagione 5 è un buon compromesso tra consuetudine e sviluppo, con alcuni elementi ricorrenti (dalle apocalissi spaziali alle avventure intergalattiche) e qualche plot twist destinato a grandi risvolti. O a finire nel nulla. Il caos, appunto. Ancora una volta. Ma tra un teletrasporto e un clone, Rick e Morty – Stagione 5 cerca punti fermi già esplorati: la satira e un certo amore per le vicenda meta-testuali. Insomma, Rick e Morty – Stagione 5 guarda fuori mentre si osserva dentro. Un gioco di magia, o di scienza: in pieno stile Rick.
Anche Rick e Morty – stagione 5 è un caos, ma con una sua logica
Morty approffitta di un macchinario per mungitura e porta in vita centinaia di spermatozoi giganti (5×06). Tutto normale, per Rick e Morty. Pure nella quinta stagione domina l’assurdo. Anche se di prassi, la follia sci-fi della serie animata non stanca. Certo, non sorprende più allo stesso modo (uno spermatozoo gigante? Tutto regolare), ma fonda una sua nuova normalità. D’altronde è una Sitcom la cui situazione è il caos senza fine. Ogni scorribanda multidimensionale è come un caffé al Central Perk, solo pieno di demoni e alieni.
Filo rosso dei dieci episodi è però il continuo richiamo alla realtà sociale. Rick e Morty – Stagione 5 conferma l’elastico osservato negli episodi precedenti. Tanto più ci si allontana dalla terra, tanto più si scopre necessario tornare. Le citazioni alla politica degli Stati Uniti d’America dominano l’orizzonte della nuova stagione. Sorge quasi il dubbio che l’intero schieramento di un plotone di spermatozoi sia solo il macguffin per una perfetta battuta sul tema dell’aborto. Allo stesso modo l’arrivo di Mr. Nimbus (5×01), re degli oceani, è accolto dai riferimenti alla violenza delle frange razziste della polizia americana. “Se sono bianco? – chiede Jerry al 911 – e questo cosa c’entra?”. D’altronde Rick e Morty passeggia il lungomare della fantascienza, dove più sono ardite forme e gesta, più semplice appare il tema di fondo.
A essere castigati con consueto divertimento sono ovviamente gli USA. Per quanto oggetto delle risate, gli USA tornano a essere il centro dell’universo persino in vicende narrative che pongono fine all’idea di centralità. Rick e Morty è perfetta in questo gioco di contrappesi. Per questo ne osserviamo la naturale erede de I Simpson.
La Serie TV d’animazione di Justin Roiland e Dan Harmon è un inesauribile fonte di avventure satiriche, poiché inesauribile è il bacino da cui trae spunto: la mitologia americana, ovviamente da dissacrare in ogni modo. Anche il giorno del ringraziamento si trasforma in simpatico incubo quando i tacchini d’America prendono il controllo del governo. Rick e il Presidente (nemesi di natura) dovranno venire a patti per salvare le stelle e strisce di tutte le dimensioni spaziotemporali. “Give America one more chance”. L’episodio è inoltre un tributo ai numerosi cloni di Indipendence Day, con tanto di finto discorso motivazionale e side-story del soldato americano che dall’Alabama giunge a Washington per salvare il mondo.
L’aspetto metatestuale domina anche questa quinta stagione. Da sempre infatti Rick e Morty affascia per il suo tono canzonatorio nei confronti dell’industria culturale, d’altronde anch’essa manifestazione di un’americanità esasperata. Il cinema d’azione, ma anche le fiabe o l’abituale fantascienza sono al centro di parodie sempre brillanti, capaci a loro modo di rendere onore a tutti i generi presi di mira. Rick e Morty – Stagione 5 costruisce scatole cinesi di avventure intrecciate o affiancate, il cui filo a volte sfugge per dipanarsi in una logica ritrovata e improvvisa. La Morty-cena con André (5×01) ne è un esempio lucido, per altro perfetto nel riaccompagnare lo spettatore in questo mondo di follie. Mentre Rick ospita la nemesi Mr. Nimbus, Morty scatena l’ira di un universo il cui tempo scorre più veloce del nostro. “Una specie di Narnia”, ma dal risvolto cruento; prima fantasy e poi sci-fi. Il pastiche perfetto, l’anima stessa di Rick e Morty.
Questioni di famiglia
L’aspetto trasversale della avventure di Rick e Morty è di certo il rapporto in famiglia. I primi episodi della quinta stagione raccontano l’evoluzione della coppia Jerry e Beth. Ora “anche noi guardiamo assieme i porno”, dichiarano con ambiguo orgoglio mentre si preparano a gettarsi tra le braccia del procace Mr. Nimbus. Morty invece combatte per il suo posto d’onore al fianco del nonno. Nonostante la sfortuna d’amore – confermata ulteriormente dal triste esodo con la bella ma instabile Planetina – Morty sa qual è il suo posto negli universi.
Certo, non è facile saldarsi a un rapporto d’amicizia con un nonno che conta centinaia di cloni in tutte le dimensioni. Ma la famiglia non è certo un’equazione come un’altra. Richiede un impegno in più di quello richiesto da un pianeta alieno prossimo all’apocalisse. In un modo o nell’altro, in un orizzonte di caos, la famiglia Sanchez non ha altro che se stessa. Pochi gli esterni meritevoli di entrare nell’alveo di confusione dei cinque protagonisti (fatta eccezione per il gradito ritorno di Persuccello nell’episodio otto).
In Rick e Morty – Stagione 5 li osserviamo anche fare gruppo nell’intento di costruire il più grande Megazord della storia (5×07). L’episodio tematico, che si tuffa nei rivoli della tradizione giapponese dei Kaiju e si avviluppa in una parodia dei Power Rangers, assieme a Mortyplicity (5×02), che invece gira attorno al concetto di clone, lavora proprio sul gruppo famiglia posto al vaglio di un universo che lo vede parte di una molteplicità di copie. Il tema della famiglia è ovviamente portato allo stremo, sino al ritorno dell’apporoccio satirico. La famiglia naturale implode alla genesi di un kubrickiano bambino gigante figlio di un incesto e procreato all’urlo di “Sì, viva la famiglia” (5×04). E i reazionari muti.
A rendere unico il gruppo è però il loro Rick. Uno dei tanti, ma a suo modo unico. Il nonno nasconde infatti un segreto che cambia i toni di Rick e Morty – Stagione 5 e rinsalda la follia a una narrazione unica. Anche se Rick “odia gli archi narrativi e predilige gli episodi autoconclusivi”, la quinta stagione chiude promettendo sviluppi inediti.
Rick e Morty – stagione 5 scava nel passato di Rick
Negli Stati Uniti la Adult Swim ha distribuito l’ultimo capitolo di Rick e Morty – Stagione 5 in un unico episodio da un’ora. Su Netflix è pero scisso (5×09 – 5×10), anche se la sindorme del bingewatching riuscirà in molti casi a incollare le due parti. Consigliamo quest’ultima opzione per godere di un’avventura tradizionale per gli standard di Rick e Morty ma a suo modo del tutto rivoluzionaria.
Più che l’azione (spoiler: ritorna evil Morty e la cittadella viena messa in serio pericolo) sono gli eventi rivelatori a lasciare lo spettatore in balia dei dubbi. In un universo narrativo dominato da tutto e il contrario di tutto, entriamo nella mente di Rick per scoprirne il passato. Il cliffhanger è servito, per buona pace degli spettatori: sballottati come se nulla avesse senso e ora speranzosi di nuove rivelazioni utili a riportare l’ordine nel caos più totale. C’è tempo, Justin Roiland e Dan Harmon stanno già scrivendo la settima stagione. E forse anche un film.