Rocco Schiavone – stagione 5: recensione della serie con Marco Giallini
Nuove avventure attendono il cinico vicequestore protagonista della serie di successo Rai tratta dai romanzi di Antonio Manzini.
Torna il vicequestore Rocco Schiavone, personaggio letterario tratto dai romanzi polizieschi di Antonio Manzini editi da Sellerio, che dal 2016 ha il volto di Marco Giallini: la quinta stagione della serie Rai ambientata ad Aosta va in onda dal 5 aprile alle 21.25 su Rai 2 per quattro serate. La regia è sempre di Simone Spada, la sceneggiatura dello stesso Manzini con Maurizio Careddu, e nel cast ritroviamo Ernesto D’Argenio, Christian Ginepro, Massimiliano Caprara, Gino Nardella, Alberto Lo Porto, Massimo Reale, Filippo Dini, Massimo Olcese, Francesco Acquaroli, Tullio Sorrentino, Mirko Frezza, Lorenza Indovina e Claudia Vismara. Le nuove puntate riservano anche una sorpresa all’affezionato pubblico di Rocco Schiavone, ovvero il nuovo volto di Marina, l’amata e compianta moglie del vicequestore interpretata da Miriam Dalmazio in sostituzione a Isabella Ragonese. Una coproduzione Rai Fiction Cross Productions e Beta.
Rocco Schiavone – Dove eravamo rimasti
Alla fine della quarta stagione avevamo lasciato Schiavone sopravvissuto a una sparatoria durante un blitz con tutta la sua squadra, viene colpito da un proiettile e gli viene asportato un rene, scoprendo presto che a ferirlo involontariamente è stata la pistola dall’agente D’Intino, scatenando così la sua ira. Ferito nel corpo e nell’anima viene a sapere che Enzo Baiocchi, suo acerrimo nemico, responsabile della morte della moglie e di Adele, fidanzata di Sebastiano, uno dei suoi migliori amici, è di nuovo evaso dal carcere.
Rocco Schiavone 5 – Il viaggio continua
Nella prima puntata della quinta stagione, Il viaggio continua, un nuovo caso attende lo scorbutico e cinico vicequestore: sul Monte Bianco, all’altezza di punta Hellbronner, al confine tra Italia e Francia, viene ritrovato un cadavere da due tecnici della funivia. I due però, per non essere coinvolti nell’omicidio, spostano nella notte il cadavere in territorio italiano. Quando Rocco è chiamato a occuparsi del caso, grazie al suo indiscutibile talento intuisce lo strano spostamento del corpo, e decide di rispostarlo oltre il confine, in Francia. Nel frattempo, il giorno della tradizionale partita di calcio di beneficenza polizia-magistratura si avvicina e Rocco non ha intenzione di perdere.
L’umore di Schiavone è sempre pessimo e la malinconia che lo pervade non sembra volerlo lasciare, neanche l’ennesimo flirt, quello con la giornalista Sandra Buccellato (Valeria Solarino), riesce a spostare il suo pensiero e il suo cuore dall’amata Marina, la moglie morta che ancora gli parla e cerca di aiutarlo ad andare avanti: “È ora che fai i bagagli leggeri e che scegli una meta”, gli dice in uno dei loro intensi dialoghi, “Io vorrei venire da te amore mio, non mi viene in mente niente altro”, le risponde, un’intenzione che ha spesso manifestato nel corso degli anni, ostinandosi a vivere un “continuo inverno” dell’anima. Intanto la sua storia si intreccia con quella degli altri personaggi, con i suoi amici e colleghi e sembra che ancora abbia tanto da dirci, anche quando ci sembra sempre lo stesso.
Con la regia “intimista” di Simone Spada che si concentra sui primi piani dei personaggi e in particolar modo sul volto segnato ed eloquente del protagonista esaltato dalla fotografia coerente di Fabrizio Lucci, Rocco Schiavone si conferma una serie di altissima qualità che pur conservando lo stesso schema di puntata, con il vicequestore intento a risolvere il delitto di turno e ad affrontare i suoi problemi derivanti da un passato violento, riesce ad appassionare per il realismo con il quale racconta drammi comuni a molti, crimini e indagini, e il volto spesso crudele dell’umanità con un pizzico di comicità scorretta come poche serie e fiction riescono a fare, spesso edulcorate e irrealistiche e per questo motivo incapaci di raccogliere consensi da un ampio pubblico.
Rocco Schiavone continua a fumare le sue canne in barba ai benpensanti e al clima censorio che in questo periodo sembra prendere piede in Italia, e a distogliersi da quell’immagine patinata e senza macchia delle forze dell’ordine che vediamo nella tv italiana. Forse per questo motivo risulta più vero riuscendo a guadagnarsi l’amore del pubblico nonostante i gesti e le parole spesso respingenti, come ordinare di far spostare un cadavere al pari di un sacco dell’immondizia, come accade in questa prima puntata, o maltrattare i sottoposti senza nessuna remora.