Secret Level: recensione della serie antologica Prime Video
Dai creatori di Love, Death & Robots, capitanati da Tim Miller, l’attesa serie antologica animata che porta sugli schermi una raccolta di trasposizioni di popolari videogame. Dal 10 dicembre 2024 su Prime Video.
Tra le numerose fonti dalle quali la Settima Arte ha attinto e continua ad attingere in assenza di idee originali figurano anche i videogame. Tante sono infatti le trasposizioni, libere e fedeli, che negli anni hanno portato sugli schermi personaggi e plot provenienti dal mondo dei videogiochi. Quella firmata dai creatori di Love, Death & Robots, capitanati da Tim Miller e dal supervisor director Dave Wilson, non è dunque una novità in termini di offerta, piuttosto una celebrazione in pompa magna di giochi e giocatori. Si tratta di Secret Level, la nuova e avvincente serie antologica animata per adulti in quindici episodi (della durata variabile dai 7 ai 18 minuti), che debutterà in esclusiva su Prime Video il 10 dicembre 2024, che presenta storie ambientate negli universi di alcuni dei videogiochi più popolari alle diverse latitudini, tra cui Armored Core, Dungeons & Dragons, Mega Man, Pac-Man e Warhammer 40,000. Alcuni di questi sono stati già oggetto in passato di adattamenti cinematografici, molti altri invece si affacciano per la prima volta sullo schermo in veste audiovisiva destando non poca curiosità e interesse tra gli addetti ai lavori, ma soprattutto negli appassionati di videogiochi e animazione. Quest’ultimi avranno modo di assistere nel corso dello show a dei capitoli mozzafiato dal punto di vista tecnico e avanguardista, che lasciano il segno sul piano estetico, performativo e spettacolare.
Come in tutte le serie antologiche anche in Secret Level si assiste a una fisiologica flessione fatta di alti e bassi, che nel suo caso non riguarda la componente visiva, bensì l’apporto della scrittura
Entrare nel merito di tutti gli episodi che vanno a comporre Secret Level è impresa ardua, ci limiteremo pertanto a puntare la lente analitica sugli aspetti più significativi che nel bene o nel male segnano a nostro avviso il progetto in questione. Trattandosi di una serie antologica si assiste a una fisiologica flessione fatta di alti e bassi, che in questo caso non riguarda mai la componente visiva, bensì l’apporto della scrittura in quella narrativa e drammaturgica. Il livello qualitativo e l’impatto delle immagini prodotte dai registi e dagli studios coinvolti non è mai in discussione, al contrario rappresenta, come era stato anche per Love, Death & Robots, il punto di forza dell’operazione. Il livello di fotorealismo e impattante delle immagini è sorprendente e arriva a toccare come nel caso dell’episodio dedicato a Crossfire, il celebre sparatutto tattico sudcoreano targato Smilegate, livelli altissimi. Per la sua trasposizione il regista Damian Nenow abbandona, come tutti gli altri colleghi coinvolti, la modalità P.O.V. a favore di una visione in terza persona più adatta alle esigenze della fruizione cinematografica. All’incredibile fotorealismo raggiunto da lui e dal suo team di animatori si va ad aggiungere il dosaggio massiccio di adrenalina pompato nelle vene dello spettatore di turno dai conflitti a fuoco e dagli inseguimenti che si susseguono nel corso della timeline. Il risultato è un action allo stato puro che in una manciata di giri di lancette regala allo spettatore momenti di alta tensione che vedono due fazioni opposte combattere tra le strade e i grattacieli di una metropoli durante una furiosa tempesta.
Il fotorealismo, lo spettacolo e l’azione febbrile sono il comune denominatore di gran parte degli episodi di Secret Level
Lo spettacolo e l’azione febbrile sono il comune denominatore di gran parte degli episodi di Secret Level. Questi sono gli ingredienti principali della ricetta antologica voluta da Miller, che trovano espressione sullo schermo anche al lavoro della nutrita schiera di registi chiamati in causa.. Tra questi il già citato Wilson, László Ruzka e Franck Balson, rispettivamente dietro la macchina da presa degli adattamenti su scala ridotta di Warhammer 40.000, Sifu e Unreal Tournament. Qui la componente action vira e si manifesta attraverso duelli e scontri corpo a corpo dal ritmo incalzante e dalle coreografie marziali tanto efficaci nella velocità di esecuzione quanto nella brutalità delle loro conseguenze. Che si tratti di fantasy o di picchiaduro la sostanza non cambia, con il sangue, i lividi e gli arti spezzati che fanno da leit-motiv. I combattimenti nell’arena che occupano quasi tutta la timeline di Unreal Tournament o quelli iper-violenti e crudi di Warhammer 40.000 ne sono il tripudio. Ma sul fronte marziale lo show offerto in Sifu è il più elevato dell’intera serie, del resto è del popolare picchiaduro del 2022 che si sta parlando. Dal primo all’ultimo fotogramma degli otto minuti complessivi, ossia dalla rissa nella discoteca alla resa dei conti nel dojo, passando per l’uno contro tutti nel ponte di vetro sospeso, rappresentano una vera e propria scarica di adrenalina.
Tra i tanti motivi di interesse di Secret Level c’è il coinvolgimento nel cast di nomi del calibro Arnold Schwarzenegger e Keanu Reeves
Tra i tanti motivi di interesse c’è anche il coinvolgimento di un cast leggendario che include nomi del calibro di Arnold Schwarzenegger e Keanu Reeves. La curiosità stava proprio nel vedere, anzi nell’ascoltare, come questi attori se la fossero cavata nel prestare la voce ai rispettivi personaggi, alzando e non di poco le aspettative nei confronti degli adattamenti di New World: Aeternum e Armored Core. Se Reeves già in Animatrix e negli esperimenti in rotoscoping di Richard Linklater aveva prestato corpo e voce per dare forma e sostanza al suo alter-ego animato rappresentava una garanzia calandosi qui nei panni di un personaggio silenzioso che accetta di lavorare come pilota mercenario in un lontano futuro, gestendo grandi unità di combattimento robotiche, l’ormai ex Governatore della California poteva essere un’incognita. L’attore si è invece rivelato l’arma di distrazione di massa in dotazione al quartetto di registi incaricati (tra cui Maxime Luère e Dominique Boidin) di trasporre il videogioco in questione, mettendo al servizio dello humour nero del personaggio di King Aelstrom e del cortometraggio del quale è protagonista quel qualcosa in più in termini di comicità che diverte e strappa sorrisi a volontà.
I capitoli dedicati a Mega Man e Pac-Man lasciano l’amaro in bocca e rappresentano i punti deboli della serie
Grandissima curiosità, mista ad attesa, c’era pure nei confronti degli adattamenti di due popolarissimi titoli che vanno a comporre la track list di Secret Level. Sicuramente sulle produzioni brevi tratte da Mega Man e Pac-Man c’erano puntati gli occhi di tutti i nostalgici e degli irriducibili estimatori di questi intramontabili titoli. Entrambi i risultati però hanno lasciato l’amaro in bocca per ciò che sarebbero potuti essere e non sono stati, ossia le punte di diamante della serie. Nostro malgrado gli autori non sono stati all’altezza della situazione e della popolarità della materia ludica loro affidata. Se il primo, tratto dal longevo franchise di Capcom, non ha trovato nel braccio operativo di Alex Beaty un esecutore in grado di valorizzarne il potenziale cinematografico, mettendolo al centro di un prodotto diverso da una sterile e futile avventura action che assomiglia a una sorta di promo, il secondo riesce a fare ancora peggio. Nella disperata ricerca di un plot e di una veste che potessero in qualche modo dare una forma e una narrazione audiovisiva a un oggetto ludico che non ne ha mai avute, Victor Maldonado e Alfredo Torres con la complicità degli sceneggiatori e del team di animatori hanno deciso di distaccarsi completamente dall’originale a favore di una rivisitazione orrorifica che ne ha completamente stravolto i connotati e l’immaginario, trasformando l’instancabile palla masticatrice in qualcosa di completamente diverso. Ai due cineasti, tra tutti quelli chiamati a raccolta, probabilmente è toccato il compito più arduo, ma questo non ne giustifica l’imperdonabile decisione di cancellare e passare sopra su quasi cinquant’anni di storia di un videogioco che resterà nei cuori e nelle menti dei players per sempre.
Secret Level: valutazione e conclusione
Come tutti i progetti antologici, anche Secret Level presenta alti e bassi che ne mettono in discussione il giudizio complessivo. Non tutti i quindici adattamenti su scala ridotta incentrati su altrettanti popolari videogame sono all’altezza della situazione e della matrice originale. Se alcuni spiccano sul piano action e per la resa fotorealistica come nel caso di Crossfire o Sifu, altri invece falliscono clamorosamente la missione deludendo le attese dei fan. Ci riferiamo in particolare agli adattamenti di Mega Man e Pac-Man, davvero poca cosa rispetto al blasone del materiale di partenza, tanto da rappresentare i punti debole della serie voluto e creata da Tim Miller. Di media la confezione sia visiva che sonora dell’intero pacchetto è di altissimo livello, raggiungendo in alcuni casi risultati animati all’avanguardia davvero mozzafiato. Purtroppo la discontinuità nei singoli capitoli non permette all’intero pacchetto di consegnare allo spettatore uno show complessivamente soddisfacente.